Oltre 29 miliardi di spesa farmaceutica nel 2018 (€ 482 pro capite in media) , di cui il 77% a carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn), con antitumorali e agenti immunomodulanti che guidano la classifica per tipologia di spesa (€ 5,66 mld, pari al 19,4% del totale), seguiti dai farmaci per le patologie cardiovascolari (€ 3,24 mld, 11,1%). Quest’ultima è la categoria di prodotti leader a livelli di consumo (es statine), davanti ai farmaci per l’apparato gastrointestinale e il metabolismo (es inibitori di pompa) e quelli per le patologie del sangue e degli organi emopoietici (fattori della coagulazione). Gli anticorpi monoclonali antitumorali e gli antivirali per il trattamento dell’Hiv sono stati i prodotti più acquistati a livello di strutture sanitarie. Il trend di spesa per l’acquisto di medicinali da parte delle strutture pubbliche (€ 11,9 mld, 40,9% del totale, € 197,45 pro capite) ha mostrato nel 2018 un andamento pressoché stabile (+0,9%) rispetto all’anno precedente. Sono i dati principali dell’appuntamento annuale con il rapporto OsMed, pubblicato la scorsa settimana da Aifa con i dati aggiornati al 2018.

L’andamento della spesa farmaceutica

La spesa farmaceutica territoriale complessiva è stata pari a € 20.8 mld milioni (-1% rispetto al 2017); la spesa pubblica territoriale (€ 12,4 mld) ha rappresentato il 60% della spesa  e ha fatto segnare un – 4%, rispetto all’anno precedente a seguito della  diminuzione della spesa farmaceutica convenzionata netta (-4,2%) e della spesa per i farmaci in distribuzione diretta e per conto (-3,6%). In aumento, invece, la spesa a carico dei cittadini (+3,8%), che comprende sia la spesa per compartecipazione (ticket regionali e differenza tra il prezzo del medicinale a brevetto scaduto erogato al paziente e il prezzo di riferimento), quella per i medicinali di classe A acquistati privatamente e quella per i farmaci di classe C.

Sono state ole 40 milioni le persone che nel 2018 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci (55% donne). La popolazione over 64 anni assorbe oltre il 60% della spesa in assistenza convenzionata e circa il 70% delle dosi giornaliere dispensate, mentre quella pediatrica registra una prevalenza d’uso media del 50% (circa il 70% nei bambini con età compresa tra i 0 e 4 anni, 38% nella fascia 10-14 anni).

Continua a crescere il mercato dei biosimilari

Più della metà della spesa (65,9% ) e i quattro quinti dei consumi di farmaci erogati dall’assistenza convenzionata (82,7%) sono stati rappresentati lo scorso anno da prodotti con brevetto già scaduto, i cosiddetti off patent. Questo tipo di prodotti sono risultati ampiamente diffusi su tutto il territorio nazionale, con le percentuali più elevate in Umbria (84,3%), Emilia Romagna (84,2%) e provincia di Trento (84,0%), mentre Toscana (81,1%), Abruzzo (81,6%), Valle d’Aosta e la Basilicata (81,8%) sono le regioni con la più bassa incidenza.

Tra i prodotti più diffusi, ben quattro inibitori di pompa (pantoprazolo, lansoprazolo, omeprazolo ed esomeprazolo) risultano tra i primi venti principi attivi off patent a maggiore spesa convenzionata. I medicinali equivalenti hanno rappresentato, rispettivamente, il 19% della spesa e il 29,4% dei consumi. Molti i biosimilari che hanno fatto segnare tassi di presenza sul mercato in aumento significativo, come ad esempio la follitropina (+55,2%), le epoetine (+24,4%), la somatropina (+22,3%) e i fattori di crescita (+12,7%).

La diffusione dei registri di monitoraggio

I registri di monitoraggio sono uno strumento sempre più diffuso per la raccolta delle evidenze sull’efficacia e la sicurezza dei farmaci nelle condizioni d’uso real-world. Sono ormai 2,2 milioni i trattamenti complessivi soggetti a raccolta dei dati all’interno dei registri, relativi a una platea di 1,9 milioni di pazienti. Nel 2018 erano attivi 179 registri di farmaci sottoposti a monitoraggio, a cui si aggiungono 16 PT web based. Nel corso del 2018 sono stati attivati online 37 registri. Lo scorso anno le aziende regionali ha ricevuto complessivamente € 172,7 mln per l’applicazione degli accordi gestiti tramite i registri, a cui si aggiungono € 196,4 mln per l’applicazione dei tetti di spesa per prodotto e per l’applicazione degli accordi prezzo volume.

I nuovi anticoagulanti orali e  i farmaci antineoplastici e immunomodulanti sono le categorie principali che hanno dato vita al maggior numero di trattamenti. Il 2018 ha visto anche l’avvio del maggiore di trattamenti (55.949) rispetto agli anni precedenti nell’ambito del Piano di eradicazione dell’infezione da Hcv in Italia. I trattamenti complessivamente avviati al 31 dicembre 2018 erano oltre 165 mila.

Venti nuovi farmaci innovativi

Il 2018 ha visto l’approvazione di una ventina di nuovi medicinali – soprattutto antitumorali – per i quali è stata riconosciuta la caratteristica dell’innovatività. La spesa 2018 per i farmaci innovativi è stata pari a  € 1,6 mld, con un andamento stabile rispetto al 2017 (-0,4%); la Lombardia (€ 251,3 mln), la Campania (€ 169,6 mln) e il Lazio (€ 169,3 mln) sono le regioni che guidano la classifica per questa tipologia di spesa. Sono state dispensate in totale 21,7 milioni di dosi giornaliere, con un incremento dei consumi del +61,8% rispetto all’anno precedente.

A fine 2018, inoltre, erano commercializzati in Italia 109 farmaci orfani (80,7% dei 135 autorizzati da Ema). La spesa sostenuta lo scorso anno dal Ssn per questa categoria è stata di circa € 1,8 mld (8,1% della spesa a carico del Ssn). L’area terapeutica con più alta incidenza è quella delle leucemie, dei linfomi e dei mielomi; anche l’ipertensione arteriosa polmonare ha dato luogo a consumi rilevabili.

Spesa regionale sotto la lente

La spesa farmaceutica pubblica regionale (c.d spesa netta) erogata in regime di assistenza convenzionata è risultata pari a € 7.8 mld. Secondo i dati OsMed 2018, l’Umbria è la regione che ha dato luogo ai maggiori consumi convenzionati di farmaci (1.098,2 Ddd/1.000 ab.die), seguita da Campania e Puglia, mentre la spesa lorda pro capite è risultata maggiore in Campania (€ 201,22 pro capite), Abruzzo (€192,01) e Calabria (€190,72). All’altro estremo, la provincia autonoma di Bolzano ha dato luogo alla spesa e ai consumi pro capite meno elevati (€ 120,1 euro e 721,4 Ddd/1.000 ab. die). In generale, le regioni del Nord registrano livelli inferiori di spesa convenzionata rispetto alla media nazionale.

In totale, nel 2018 sono state consumate 1.572 dosi die/1.000 abitanti, un dato che corrisponde a una media di 1,6 dosi pro capite, inclusi i bambini (considerando anche i consumi in ospedale e quelli a carico del cittadino). Un terzo circa (27,7%) delle dosi erogate sono state acquistate direttamente dai cittadini e sono relative a medicinali  di classe A, classe C con ricetta e automedicazione. Più in particolare, è fortemente diminuito il numero di confezioni di farmaci di classe A acquistati privatamente dal cittadino (-24,9%), mentre sono aumentate quelle dei farmaci di automedicazione (+4,1%) e dei farmaci di classe C con ricetta (+3,0%); le confezioni dei farmaci di classe A erogati in distribuzione diretta e per conto. Sono diminuiti del 2,5% le confezioni complessivamente dispensate all’interno dei canali dell’assistenza territoriale pubblica e privata (quasi 2 miliardi di confezioni).