AstraZeneca ha annunciato i risultati dettagliati dello studio di fase III DAPA-HF che ha mostrato come dapagliflozin, in aggiunta allo standard di cura, abbia ridotto sia l’incidenza di morte per causa cardiovascolare che il peggioramento dello scompenso cardiaco.

DAPA-HF è il primo studio clinico sugli esiti di scompenso cardiaco condotto con un inibitore SGLT2 per valutare il trattamento dello scompenso cardiaco in pazienti con ridotta frazione di eiezione (HFrEF), con e senza diabete di tipo 2 (DMT2). Dapagliflozin è attualmente approvato nel trattamento di pazienti affetti da diabete di tipo 2.

I dati sono stati presentati al Congresso ESC a Parigi e confermano i dati dei risultati top-line annunciati in agosto 2019, che hanno mostrato che DAPA-HF abbia raggiunto l’endpoint primario.

Michele Senni, direttore del dipartimento cardiovascolare dell’Unità Complessa di Cardiologia I, all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha commentato:

«Lo scompenso cardiaco comporta il decesso della metà dei pazienti entro 5 anni dalla diagnosi e resta la prima causa di ricovero dopo il parto naturale. I risultati dello studio DAPA-HF rappresentano una svolta epocale nel trattamento dei pazienti che soffrono di questa patologia, con e senza diabete di tipo 2: dapagliflozin diventa infatti il primo farmaco di questa nuova classe a dimostrarsi efficace nel migliorare la prognosi, la qualità di vita del paziente. Anche l’ottimo profilo di sicurezza conferma come questa molecola possa diventare lo standard di cura per quei pazienti affetti da scompenso cardiaco con funzione sistolica ridotta».

Lo studio DAPA-HF

DAPA-HF (Dapagliflozin And Prevention of Adverse-outcomes in Heart Failure) è il primo studio clinico condotto con un inibitore SGLT2 e esiti di morbilità e mortalità per valutare il trattamento dello scompenso cardiaco in aggiunta allo standard di cura, in una popolazione rappresentativa di pazienti (da NYHA II a IV) con e senza diabete di tipo 2.

Dapa-HF è uno studio internazionale, multicentrico, a gruppi paralleli, randomizzato e in doppio cieco in pazienti con scompenso cardiaco e ridotta frazione di eiezione (LVEF ≤ 40%), con e senza diabete di tipo 2 (DMT2), progettato per valutare l’effetto rispetto al placebo di dapagliflozin alla dose di 10 mg, somministrato una volta al giorno in aggiunta allo standard di cura.

L’outcome composito primario era il tempo di un peggioramento di un evento di scompenso cardiaco (ricovero o evento equivalente, come una visita urgente per insufficienza cardiaca) o la morte per causa cardiovascolare.

Risultati dello studio Dapa-HF

I risultati dettagliati dello studio hanno mostrato che dapagliflozin in aggiunta allo standard di cura ha ridotto significativamente del 26% (p<0,0001) il rischio di endpoint composito primario determinato da morte per causa cardiovascolare (CV) o peggioramento dello scompenso cardiaco (definito come ricovero ospedaliero o necessità di una visita urgente) rispetto al placebo. I risultati hanno inoltre dimostrato una riduzione in ognuno dei singoli componenti dell’endpoint composito.

Nell’analizzare separatamente ognuno dei componenti dell’endpoint composito primario, infatti, è stata raggiunta una riduzione significativa del 30% (p<0,0001) del rischio di manifestazione di un primo episodio di peggioramento dello scompenso cardiaco e una riduzione del 18% (p<0,0001) del rischio di decesso per cause cardiovascolari. L’effetto di dapagliflozin sull’endpoint composito primario si è dimostrato coerente in tutti i sottogruppi chiave esaminati.

Inoltre, i risultati dello studio hanno mostrato un significativo miglioramento degli outcomes riportati dai pazienti misurati attraverso il punteggio della sintomatologia del Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire e una riduzione nominalmente significativa della mortalità per tutte le cause del 17% (7,9 pazienti con evento contro 9.5 per 100 pazienti-anno) a favore di dapagliflozin.

Lo studio DAPA-HF ha anche confermato il già noto profilo di sicurezza di dapagliflozin. La percentuale di pazienti con ipovolemia (7,5% vs 6,8%) e eventi renali avversi (6,5% vs 7,2%), solitamente motivi di preoccupazione nel trattamento dello scompenso cardiaco, è risultata paragonabile al trattamento con placebo. Eventi di ipoglicemia maggiori (0,2% vs 0,2%) sono stati rari in entrambi i gruppi di trattamento.

Dapagliflozin

Dapagliflozin è il capostipite degli inibitori selettivi del co-trasportatore di sodio e glucosio sodico 2 (SGLT2), farmaco orale in mono somministrazione giornaliera, indicato sia come monoterapia sia in terapia di combinazione per migliorare il controllo glicemico. Inoltre, in aggiunta alla dieta e all’esercizio fisico negli adulti con diabete di tipo 2, dapagliflozin garantisce benefici aggiuntivi quali la perdita di peso e la riduzione della pressione arteriosa.

Dapagliflozin ha un solido programma di studi clinici di oltre 35 studi di Fase IIb/III completati e in corso in oltre 35.000 pazienti, oltre ad una ampia esperienza di oltre 1,8 milioni di pazienti trattati per anno.

Dapagliflozin è stato anche analizzato in pazienti affetti da scompenso cardiaco con frazione di eiezione preservata (HFpEF) negli studi clinici DELIVER e DETERMINE (HFrEF e HFpEF).

Il programma clinico DapaCare

AstraZeneca sta adottando un approccio olistico e incentrato sul paziente per quanto riguarda la gestione delle patologie, cercando di ridurre la morbilità, la mortalità e i danni agli organi associati alle malattie cardiovascolari (CV), metaboliche e renali. Data l’interconnessione tra tali malattie, AstraZeneca ha sviluppato il programma clinico DapaCare, per esplorare il profilo cardiovascolare e renale di dapagliflozin nei pazienti con o senza diabete di tipo 2. Il programma clinico arruolerà circa 30.000 pazienti in trial clinici randomizzati e sarà supportato da uno studio multinazionale di real-world evidence. DapaCare genererà dati relativi a una varietà di pazienti con malattia cardiovascolare accertata, fattori di rischio cardiovascolare e diversi stadi di malattia renale, sia con sia senza diabete di tipo 2, per dare ai medici le evidenze necessarie per migliorare gli esiti per i pazienti.

Dapagliflozin è anche in fase di sviluppo per i pazienti affetti da scompenso cardiaco negli studi DELIVER (HFpEF) e DETERMINE (HFrEF e HFpEF), in aggiunta alla malattia renale cronica nello studio DAPA-CKD.

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