Il 10 e l’11 ottobre scorsi si è svolto a Firenze, presso la Stazione Leopolda, il Forum Sistema Salute. Quest’anno il messaggio proposto riguarda la nuova sfida del mondo della salute, la cosiddetta rivoluzione sanitaria 4.0.

Ormai le nuove tecnologie sono utilizzate, e lo saranno in futuro sempre di più, per il mantenimento della salute di tutti i noi e per la cura delle malattie che ci affliggono. Che si tratti di medicina di precisione, di intelligenza artificiale o di ingegneria genetica poco importa; queste profonde trasformazioni dell’approccio scientifico e clinico al vastissimo mondo della prevenzione, della diagnostica, della terapia, della riabilitazione e dell’assistenza sono ormai una realtà e non vi è nessun motivo di pensare che in futuro questa tendenza possa interrompersi, anzi.

Tutto ciò, però, comporta anche la necessità di profonde trasformazioni del Sistema Sanitario Nazionale, sempre alle prese con grosse difficoltà organizzative, di gestione e con scarsi mezzi finanziari a disposizione.

Innovare evitando le disuguaglianze

Se non verranno prese le misure necessarie, è probabile che gli anni futuri vedranno una medicina di prima qualità riservata solo a pochi, i ricchi, mentre le persone più deboli, anziane, fragili e senza mezzi economici adeguati dovranno rassegnarsi a cure di serie B e forse neppure a quelle. Grandi Internet Company, come Amazon e Google, stanno entrando con grande slancio in questa rivoluzione e potrebbero offrire servizi di notevole utilità in ambito sanitario grazie alla conoscenza dei dati degli utenti e in virtù delle loro enormi risorse finanziarie.

In questo senso la posizione dell’organizzatore del Forum, Giuseppe Orzati, è chiara: “il Sistema sanitario nazionale deve trasformarsi profondamente per rispondere anche alle spinte che arrivano dalle grandi web company, come Amazon e Google, che stanno entrando nel sistema della salute grazie alla loro capacità di conoscere con precisione i bisogni delle persone che, insieme ad una enorme disponiblità finanziaria, le mette in grado di rispondere in modo preciso ai bisogni delle persone. Se il Sistema sanitario nazionale non vuole essere spiazzato deve cambiare profondamente e questo Forum è un laboratorio per il cambiamento”.

È anche vero però che le innovazioni da adottare devono rispondere a un criterio di sostenibilità dei costi e hanno bisogno di una strategia coordinata. pubblica e nazionale per evitare corse all’accaparramento delle ultime novità sul mercato. Questa la posizione dell’assessore alla Salute della Regione Toscana, Stefania Saccardi, che ha affermato: “Le innovazioni sono costose e vanno usate nel modo più intelligente possibile”.

Saranno necessari ingenti investimenti ma anche indispensabili e sagge decisioni politiche sul piano sociale e non solo economico per evitare ingiuste disparità nella popolazione. “Il rischio è avere una salute avanzata per una piccola parte della popolazione e una salute di livello molto inferiore per il resto dei cittadini. La grande sfida è innovare la salute evitando le disuguaglianze“. Così si è espresso Elio Borgonovi, docente al dipartimento di Scienze sociali e politiche della Bocconi.

Attualmente, peraltro, come evidenziato da Daniela Bianco, partner e responsabile Area Health Care di The European House-Ambrosetti, queste differenze marcate esistono già sul nostro territorio. Per esempio, l’aspettativa di vita alla nascita non è omogenea in tutte le le regioni: in Trentino Alto Adige è di 84 anni contro gli 81,3 della Campania e inoltre la spesa sanitaria pro capite è di 1.756 euro in Puglia ma in Liguria arriva a 2720 euro. Altro motivo di preoccupazione riguarda la popolazione medica italiana che va svecchiata: il 54,5% dei medici ha infatti più di 55 anni.