In occasione della settimana sull’antibiotico-resistenza (Amr) e della Giornata europea della consapevolezza sugli antibiotici, promossa dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle infezioni (Ecdc), numerose sono state le iniziative delle autorità regolatorie nazionali e internazionali volte a sensibilizzare cittadini e addetti ai lavori su questo tema molto importante sul piano della salute pubblica.
Le iniziative del Ministero e di Aifa
Il nuovo Rapporto Aifa sull’uso degli antibiotici in Italia sarà presentato nella giornata odierna; alcuni dati, anticipati nell’evento organizzato dal Ministero della Salute lo scorso 22 novembre in collaborazione con Aifa, Iss e Agenas, indicano che in circa un terzo dei casi (30%) l’uso degli antibiotici da parte degli italiani risulta inappropriato. Influenza, raffreddore e problemi vari alle alte vie aeree sono i casi più frequenti nei quali si assiste a un cattivo uso degli antibiotici.
La grande maggioranza delle prescrizioni a carico del Servizio sanitario nazionale per questa tipologia di farmaci (90%) proviene dai medici di medicina generale o dai pediatri di libera scelta, e corrispondono a circa il 75% dei consumi. Il 15,9% di questi è relativo ad acquisiti spontanei in farmacia senza ricetta rossa, mentre il restante è riferito a consumi in ambito ospedaliero o post-dimissioni. In calo è invece l’uso in ambito veterinario, con vendite calate del 30% nel periodo 2010-2017.
Nel corso dell’evento, il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri ha illustrato le iniziative messe in atto dal governo, a partire dal Piano nazionale per il contrasto dell’antimicrobico-resistenza del 2017, iniziativa multi-settoriale condotta secondo i principi One Health e attualmente sotto monitoraggio per quanto riguarda lo stato di attuazione. Tra i suoi obiettivi prioritari figurano la prevenzione e riduzione delle infezioni, soprattutto quelle correlate all’assistenza sanitaria, la promozione dell’uso prudente degli antimicrobici e la riduzione dell’incidenza e della diffusione dell’antimicrobico-resistenza. “I dati – ha spiegato Sileri – mostrano nel complesso quanto necessario e improrogabile sia investire nella formazione dei professionisti sanitari, che basino il loro operato sulle evidenze scientifiche e sugli effettivi bisogni di cura, e nella comunicazione e informazione per la popolazione perché si interrompa la pressione sui medici e cessino le pressanti richieste di antibiotici anche di fronte al primo sintomo di malessere”.
Sempre nel corso dell’incontro sono stati presentati anche i dati di un indagine Censis sul grado di consapevolezza sull’antibioticoresistenza, secondo la quale l’80% degli italiani si è detto preoccupato dell’impatto del fenomeno sulla salute propria e della famiglia. Molto meno diffusa è invece la consapevolezza di poter contribuire a ridurre il problema, e molte persone non hanno ancora idea di cosa fare a riguardo. Proprio su questa base verranno in futuro realizzate campagne d’informazione mirate per la cittadinanza.
In questo senso va anche una delle iniziative promosse dall’Agenzia italiana del farmaco che attraverso i suoi canali social ha lanciato un quiz che permette a tutti di verificare le proprie conoscenze su questi temi e correggere eventuali convinzioni errate. Attraverso le domande proposte, i cittadini potranno riflettere su cosa sono esattamente gli antibiotici e quando vanno effettivamente utilizzati e in cosa consiste il fenomeno dell’antibiotico-resistenza.
Un’azione a 360 gradi da parte delle autorità internazionale
Anche l’International coalition of medicines regulatory authorities (Icmra) ha emesso uno statement per ribadire l’impegno di tutte le autorità regolatorie a livello globale nel combattere contro questo grave pericolo per la salute pubblica. Secondo l’organismo che rappresenta i vertici delle diverse agenzie regolatorie, in assenza d’interventi in questo senso, l’Amr potrebbe portare a una perdita di 100 triliardi di dollari di output economico e mettere a rischio almeno 10 milioni di vite nei prossimi trent’anni.
Non c’è un’unica soluzione al problema molto complesso dell’antibiotico-resistenza: dalla prevenzione delle infezioni microbiche all’uso appropriato degli antibiotici, alla ricerca di nuove terapie e tecnologie per migliorare diagnosi e trattamento, tutte le armi devono essere messe in campo secondo Icmra. L’argomento dell’Amr, inoltre, deve essere affrontato non solo nell’ottica della salute umana, ma anche di quella animale e dell’ambiente, secondo un approccio coordinato che veda impegnati tutti i diversi settori secondo l’ottica One Health.
Non meno importante è la disponibilità di una sistema regolatorio a livello globale in grado di accogliere e supportare questo tipo d’impegno e i nuovi approcci che ne potranno derivare nei prossimi anni. Da questo punto di vista, l’impegno assunto da Imcra nel suo statement è quello di una collaborazione delle diverse agenzie allo scopo di ottimizzare i requisiti regolatori, salvaguardando la qualità, efficacia e sicurezza dei prodotti. Il consiglio per le aziende coinvolte in questo tipo di sviluppo è sempre quello di confrontarsi per tempo con le autorità regolatorie attraverso le procedure di advice. Nuovi tipi di tecnologie emergenti, quali ad esempio la terapia fagica o i point-of-care diagnostici, potrebbero giovarsi di percorsi accelerati di approvazione