Un nuovo accordo triennale di collaborazione del campo della ricerca sui meccanismi alla base dell’immunologia e dell’infiammazione vede impegnata la School of Medicine dell’università americana di Stanford e Sanofi. Il modello prescelto è quello della open scientific exchange. La multinazionale francese finanzierà progetti d’interesse comune, apportando anche input scientifici, focalizzati su diverse aree terapeutiche che hanno come denominatore comune i temi delle malattie autoimmuni e infiammatorie.
Il programma di ricerca sarà gestito e finanziato attraverso la creazione di un Joint Steering Committee; Sanofi sarà anche impegnata nell’organizzazione di un appuntamento annuale che vedrà riuniti i ricercatori delle due realtà al centro della collaborazione per condividere ed approfondire i risultati delle ricerche e le nuove prospettive che ne potrebbero scaturire.
Tre temi centrali per la ricerca
Più in particolare, sono stati individuati tre aree prioritarie che vedranno impegnati i ricercatori dell’università californiana. La prima riguarda l’approfondimento dei possibili crosstalk citochinici nei processi d’infiammazione di tipo 2, e l’impatto che potrebbero esercitare su di essi alcune molecole in sviluppo da parte di Sanofi.
La seconda area di ricerca cercherà di decodificare i determinanti molecolari delle cellule T, rispettivamente, effettrici e soppressive all’interno dei processi autoimmuni. Obiettivo finale è, in questo caso, identificare meglio gli antigeni specifici alla base dell’insorgenza del diabete di tipo 1.
I meccanismi immuno-correlati che possono dar luogo alla comparsa di effetti avversi sono, invece, al centro della terza linea di ricerca, con focus particolare sulla terapia con inibitori del checkpoint immunitario. In quest’ambito, saranno meglio investigati i ruoli della genomica e dell’identificazione patogenica cellulare nell’area dell’infiammazione polmonare e artritica.
“La collaborazione di Sanofi con l’Università di Stanford punta a trasformare il modo con cui le malattie autoimmuni e infiammatorie sono comprese e trattate. Ciò sosterrà l’accelerazione dei nostri ambiziosi programmi nelle immunoscienze, mentre avanziamo con una ricca pipeline di medicinali first- e best-in-class su aree terapeutiche chiave per rispondere a bisogni disattesi dei pazienti”, ha dichiarato Frank Nestle, responsabile globale della ricerca e Chief Scientific Officer, di Sanofi.