Officine Ronchi, azienda familiare lombarda specializzata in comprimitrici per solidi orali, dal 1947 produce tecnologia per il mercato farmaceutico, nutraceutico, chimico e alimentare, esportando in tutto il mondo. Abbiamo chiesto a Sara Ceitanya RonchiSales manager di Officine Ronchi e parte della proprietà, una prospettiva del mercato, alla luce delle eccellenti performance che l’azienda ha espresso nel biennio 2020-2021.

Che tecnologia valorizzate in questo periodo?

Le comprimitrici servono mercati molto diversi – chiosa Sara Ronchi – ecco perché i nostri clienti spaziano da Tic Tac di Ferrero, nel food, a brand nazionali, protagonisti del mercato nutraceutico a base naturale, a Phoenix, sempre nel nutraceutico, ad aziende farmaceutiche storiche come Bracco, a leader farmaceutici di caratura mondiale. I grandi gruppi industriali costituiscono solo una parte del nostro orizzonte di business, che sta vivendo oggi una significativa crescita grazie al mondo della ricerca e sviluppo. Negli ultimi anni, infatti, ci siamo concentrati sulle macchine da R&D per il mondo universitario e per le farmacie, per le quali, in particolare, abbiamo progettato una macchina mono-punzone. Le nostre macchine sono infatti rotative e occupano spazi importanti, con range produttivi tra 10 e 60 stazioni, cioè il numero di compresse prodotte a ogni giro. Dispositivi sovradimensionati per le esigenze di piccoli laboratori e centri di ricerca e in generale per piccoli lotti di produzione. Abbiamo quindi cercato di servire specificamente un mercato come quello dei laboratori, che ha sicuramente necessità di dimensioni e produzioni più contenute, arrivando a soddisfare l’esigenza fino alla singola compressa. La nostra risposta è la UNIQUE, che esprime un concetto diverso dalle linee classiche per l’industria, per seguire produzioni con piccoli volumi.

Quanto al mondo universitario, abbiamo fornito la nostra tecnologia alle Università di Pisa, Camerino, Napoli, Federico II e Catanzaro, che ha preso una macchina rotativa per produzioni più grandi. Sostenere attività che portano a pubblicazioni, sviluppo prodotto e sperimentazione, significa dare slancio alla ricerca in Italia e creare spazi per le giovani generazioni di ricercatori, che per noi è un tema molto importante. Il biennio 2020-2021 è stato molto vivo, di interesse, con clienti nuovi, progetti e ordini. Per noi, quindi, nuove prospettive, non solo perché il mondo farmaceutico in questi due anni è stato spinto dalla pandemia, ma anche perché vediamo i benefici di una politica industriale di respiro come le misure sul credito d’imposta Industria 4.0, che hanno rafforzato anche il nutraceutico, molto in crescita in questi anni. La linea di prodotti per i farmacisti, inoltre, è stata una grande intuizione, che ha avuto ottimi riscontri nonostante il sovraccarico che ha vissuto il settore a causa della varietà di servizi che hanno dovuto offrire, tra vaccini e tamponi. Un iper-lavoro che ha rallentato le consegne, ma non il successo del prodotto.

Tornando al nutraceutico, è stato sicuramente uno dei settori più dinamici nel periodo della pandemia, sia come prodotto di supporto alla salute, sia come veicolo di benessere. Un nostro cliente, Long Life Phoenix, ha realizzato degli studi dedicati alla vitamina B-12 in capsule, rilevando un significativo aumento di consumi proprio durante la crisi sanitaria. Guardando ai mercati in generale, abbiamo rilevato grande dinamicità in quello italiano, mentre sull’estero, che ha visto a sua volta un trend positivo, il problema principale è stato quello dei collaudi: un tema molto complesso sul piano tecnologico, per i fusi orari e per l’assenza della macchina in sede. Ci siamo quindi specializzati in video demo e tutorial, sviluppando strumenti tecnologici adatti a seguire il cliente e superando vari problemi tecnici. Tra questi, una curiosità da raccontare è la gestione di immagini e luci, in presenza di acciaio inox, un materiale molto riflettente che rende difficile foto e video. Ecco perché ci siamo dotati di professionisti che ci hanno permesso di trasmettere immagini di qualità, che hanno facilitato i clienti nell’esecuzione del FAT da remoto. Un collaudo per una macchina con un cliente abituale è più semplice, ma per i nuovi clienti la complessità cresce. Ad esempio, abbiamo seguito un FAT in Bangladesh, dove un cliente ha acquistato ben due macchine che abbiamo collaudato con successo tra rete altalenante, fusi orari, difficoltà linguistiche e l’insieme di ovvie criticità che una situazione del genere comporta. Collaudi più lunghi ma efficaci: un esempio di successo dello stile italiano. Certamente, queste esperienze ci hanno permesso di mettere a catalogo un servizio di assistenza in più, dividendo tra collaudo a distanza e presso il cliente: venire in sede significa anche conoscersi, entrare in relazione e godere di qualche momento di svago nel nostro bellissimo paese. Guardiamo molto all’estero con mercati che spaziano dal sud America, in particolare in Colombia e Perù e lavoriamo molto con Cuba. Certamente, un mercato importante è l’Europa oltre al Medio Oriente: Giordania, Iran, Egitto e Maghreb.

Cosa vi aspettate dalla partecipazione a IPACK IMA – Pharmintech?

Dopo due anni così complessi non è facile fare previsioni, ma le fiere in genere saranno un successo, specialmente il ritorno in presenza è la migliore risposta al bisogno di socialità, scambio e confronto. L’interesse tecnologico c’è, come il desiderio di vedere cose nuove, specialmente dopo due anni di iper-lavoro e concentrazione su consegne e tempi stretti, che ha vissuto il nostro settore. E’ ora di tornare alla condivisione, a una visione che superi il quotidiano e le molte problematiche che ha imposto. Mi aspetto quindi interesse, partecipazione sia dall’Italia che dall’estero, considerando che c’è un aspetto di cui siamo molto felici, cioè la concomitanza tra Pharmintech e IPACK-IMA. Due fiere in cui abbiamo sempre creduto molto, ma che ponevano problemi organizzativi seri vista la collocazione in due città diverse. Ecco perché questa sinergia è una scelta che ci convince molto: arricchisce il potenziale di business e la trasversalità dell’esperienza in fiera, dove proporremo alcune novità importanti. Come ho accennato, stiamo puntando sulla ricerca con prodotti che hanno successo anche tra i grandi come brand farmaceutici nazionali e internazionali come Chiesi, che comunque si servono delle macchine da laboratorio per test, piccoli lotti e progetti di ricerca. I nostri competitor sono concentrati sul mondo produttivo, con macchine grandi e veloci. Noi ci siamo quindi focalizzati sulle macchine da laboratorio che esporremo in fiera. In particolare, si tratta della FAStyle comprimitrice rotativa da banco da 8 compresse a giro, completamente rivista nel design e novità dell’edizione 2022 di IPACK-IMA; la UNIQUE, piccola mono-punzone per le farmacie e, infine, la FATop, comprimitrice rotativa automatica dotata di autoregolazione del peso compressa.

Che cosa vede nel mercato dei prossimi mesi?

Non avrei mai potuto scommettere su un 2020 e 2021 con risultati come quelli che abbiamo avuto; quindi difficile oggi pensare al futuro. In questi due anni, inoltre, grazie anche a Industria 4.0, il mercato si è saturato perché molti hanno comprato anziché revisionare. Ecco perché mi aspetto che parta il trend delle revisioni, che sicuramente sarà la necessità di chi ha una macchina nuova. Guardiamo molto anche ai mercati africani e mediorientali, che richiedono trattative molto più lunghe di quelle europee. Ad esempio, in Egitto lavoriamo con l’agenzia governativa che si occupa di sviluppo industriale, operando acquisti che poi colloca alle imprese: operazioni che richiedono trattative di 2 o 3 anni. Ecco perché i mercati dei paesi in via di sviluppo sono interessanti ma complessi. Quanto al mercato italiano, vedo ottime prospettive, con  rispetto al farmaceutico. Certamente, Industria 4.0, estesa a dicembre, ha ancora un suo volano importante, grazie al risparmio del 40-50%, che in molti casi ha motivato all’acquisto rispetto a una revisione praticamente alle stesse cifre.