Mettere a disposizione uno strumento per monitorare l’equa accessibilità ai servizi erogati dal Sistema sanitario nazionale (SSN), che stanno vivendo un processo di profonda evoluzione: è l’obiettivo della neonata iniziativa Hi – Healthcare Insights, un osservatorio indipendente sull’accesso alle cure creato da Fondazione The Bridge. L’Ossevatorio si propone di raccogliere, analizzare e rendere accessibili e liberamente utilizzabili i dati in formato aperto (open data), evidenziando le criticità e cercando soluzioni in sinergia con decisori e stakeholder.  

Hi – Healthcare Insights è stato presentato in una conferenza stampa alla quale hanno preso parte tra gli altri la presidente di Fondazione The Bridge Rosaria Iardino il responsabile scientifico dell’Osservatorio Alessandro Venturi e la portavoce delle associazioni componenti del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Annalisa Scopinaro.

La presentazione dell’Osservatorio è stata anche il momento per illustrare i risultati ottenuti nella prima azione di monitoraggio, un’analisi delle informazioni reperibili sulle liste d’attesa gestite dalle Regioni in base al Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (PINGLA) 2019-2021. L’Osservatorio ha inviato alle Regioni delle richieste di accesso civico generalizzato sui tempi medi di attesa per ogni mese del 2019 e del 2020, per ciascuna prestazione ambulatoriale e per ciascuna prestazione di ricovero soggetta a monitoraggio. Per l’analisi sono stati adottati tre diversi parametri di valutazione – accessibilità, usabilità e completezza – analizzati attraverso indicatori di performance (da 1 a 3) per renderli maggiormente esaustivi. Dopo aver reso i dati omogenei e comparabili, essi sono stati sottoposti ad analisi qualitativa, al fine di valutare il grado di trasparenza e accessibilità alle informazioni delle Regioni e il grado di completezza, di leggibilità per il cittadino/usabilità e d’interoperabilità per il tecnico, dei dati forniti. L’analisi quantitativa è stata mirata a ottenere un quadro esaustivo sui tempi d’attesa in Italia. Dati che sono stati resi disponibili in formato aperto su un portale online dedicato, secondo una logica di data federation. L’analisi ha messo in evidenza una certa disomogeneità di raccolta dei dati, attribuibile a una troppo ampia possibilità di rendicontazione che richiede alle regioni un importante lavoro di inserimento.

Il quadro rilevato dall’Osservatorio si riflette direttamente sulla possibilità per i decisori di pianificare politiche sanitarie coerenti con le effettive necessità del SSN – ha dichiarato Rosaria Iardino-. È responsabilità del sistema centrale far sì che le modalità di raccolta e pubblicazione dei dati avvengano in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. Se si considera che la gestione dei tempi di attesa rappresenta uno dei criteri per garantire l’accesso al nostro sistema universalistico, una tale disomogeneità non consente di valutare le performance del sistema stesso e riduce l’opportunità di produrre informazioni indispensabili per attuare una programmazione sanitaria efficiente”.  

Dalla ricerca emerge l’urgenza di un dialogo tra livello centrale e periferico volto a individuare modalità condivise per rilevare e rendere accessibili e utilizzabili i dati, per garantire da un lato ai cittadini il diritto a essere correttamente informati, dall’altro alle istituzioni di migliorare il sistema di accesso alle cure.