Oltre 4 miliardi di euro di fatturato nel 2022 (+8,2% dal 2014 a oggi), un trend di crescita costante testimoniato dal 71% di aziende del comparto italiano degli integratori alimentari che hanno aumentato il proprio organico nel 2021, un’occupazione di vertice rappresentata per il 50% da donne e una naturale vocazione alla valorizzazione dei giovani talenti, con almeno un membro del board aziendale nella fascia d’età under 40 per il 27% delle aziende (contro una media nazionale del 16%): gli ultimi dati sullo stato di salute di un comparto strategico per l’economia nazionale sono stati presentati nel corso del recente evento “Il settore degli integratori: rimodellare il futuro” promosso da Integratori & Salute, l’associazione nazionale che rappresenta il comparto e che è parte di Unione Italiana Food.

“Tra le donne – ha affermato Germano Scarpa, presidente di Integratori & Salute – c’è una spiccata attenzione alla salute e soprattutto al mantenimento di uno stile di vita sano: questo fa sì che, a parità di altre qualità con il mondo maschile, le donne investano ancora più passione ed impegno in questo ambito e anche per questo motivo diventano spesso la ‘prima scelta’ per molte aziende. Il settore degli integratori, inoltre, punta molto anche sulla valorizzazione dei giovani talenti, che portando in dote idee nuove e visione sono in grado di plasmare l’impronta innovativa, che è uno dei tratti distintivi del nostro comparto”.

I principali numeri del comparto

L’occasione ha visto anche la presentazione dell’indagine “Aggiornamenti sull’impatto della pandemia da Covid-19 sul mercato”, condotta dal Centro Studi Integratori & Salute. Gli ultimi dati di mercato di Newline, aggiornati a dicembre 2022 e riferiti al canale Farmacia e al fatturato delle prime dieci tipologie di integratori venduti in Italia, indicano al primo posto i probiotici, con 398 milioni di euro (+11,3% rispetto allo scorso anno), seguiti da sali minerali (€ 234 mln, +7,9%); vitamine (€201 mln, +10%); tonici (€198 mln, +18%); integratori per il controllo della lipidemia (€172 mln, -7,1%). Più in fondo alla classifica, troviamo gli integratori per le funzioni immunitarie (€157 mln, +20%); insonnia e benessere mentale (€144 mln, -2%) e prodotti della tosse (€134 mln+61%). Chiudono la graduatoria i lassativi (€134 mmln, +3,8%) e gli antiacidi e anti reflusso (€124 mln, +18,4%).

Farmacie e parafarmacie rimangono ancora i punti di riferimento privilegiati per l’acquisto (87% del valore del mercato); gli integratori rappresentano la seconda categoria di prodotti richiesta in farmacia, dopo il farmaco da prescrizione medica. 

“Il nostro Paese – ha sottolineato Germano Scarpa – è leader europeo in questo mercato, coprendo abbondantemente il 29% del valore totale dello stesso, che, in Europa, supera i 13 miliardi di euro. La nostra filiera appare resiliente e in salute, evidenziando dinamiche positive nel fatturato, nella produzione in generale, nell’occupazione e negli investimenti, in particolare in ambito digitale. Una posizione determinata anche dal sempre più diffuso approccio olistico alla salute e al benessere degli italiani”. 

Nel 2021 il mercato globale degli integratori si è attestato a 150 miliardi di euro, con una crescita annua del 4,7% nell’ultimo triennio. L’innovazione di prodotto è la principale strategia di crescita (64%) adottata dai players del settore, che in Italia è cresciuto negli ultimi dieci anni con un tasso annuo medio (CAGR) del 9.5%. Il ruolo che gli integratori alimentari potrebbero svolgere anche a sostegno dei sistemi sanitari è stato testimoniato dai dati di un’elaborazione PwC Italia su dati Food Supplements Europe, secondo cui il potenziale risparmio annuale del sistema sanitario nazionale correlato a minori casi di ospedalizzazione è stato stimato in 1,3 miliardi di euro se le persone over 55 o a rischio di malattie cardiovascolari assumessero omega-3 regolarmente. Se la popolazione a rischio assumesse giornalmente calcio e vitamina D, inoltre, la stima vede un numero minore di  fratture ossee correlate all’osteoporosi, con un potenziale risparmio per il SSN di 0,7 miliardi di euro.

Tra gli ambiti di azione più interessanti per il futuro del comparto figura l’integrazione e lo sviluppo digitale dei processi aziendali (43%), seguita dagli strumenti digitali per la gestione dell’informazioni medico-scientifica (28%), l’internet of things (20%), gli strumenti digitali per la gestione della relazione con il farmacista (8%) e i sistemi di visualizzazione, realtà virtuale ed