Il mese scorso mi sono soffermato su tre articoli che partendo da diverse prospettive di fatto non facevano che ribadire la pervasività della innovazione nel mondo Healthcare, e la conseguente indispensabile necessità per tutti noi che abbiamo un ruolo in questo mondo, di prenderne atto e, come si dice in gergo marinaresco, “mettere le vele al vento”. Questo mese l’attenzione del lettore andrà certamente su altrettanti articoli che non possono non suscitare la nostra curiosità di apprendere informazioni che ci riguardano tutti come pazienti potenziali.

Non sono un assiduo frequentatore di spettacoli RAI ma mi capita da alcuni mesi di seguire gli interventi di Franco Locatelli e Roberto Burioni nello spettacolo televisivo che va in onda su RAI 3 la domenica sera. Alcuni giorni fa ho avuto anche modo di ascoltare, nei “5 minuti” di Bruno Vespa, una intervista ad Alberto Mantovani, Direttore Scientifico, oltre che patologo ed immunologo dell’Istituto Humanitas di Milano. Sentire da questi scienziati quello che sta accadendo a livello di ricerca, “…nei prossimi anni avremo un vaccino per ogni tumore e sue sottoclassi; vaccini terapeutici che saranno “personalizzati” per ogni paziente è un qualcosa che apre la speranza ad una qualità della vita che potrà essere adeguatamente plasmata, laddove oggi ancora parliamo di mali incurabili...”. è certamente motivo di grande conforto e speranza per la qualità della vita dell’uomo nel prossimo futuro.

In questo numero del nostro periodico, la Redazione propone un viaggio nel mondo del Bio e delle nanotecnologie; in tale contesto Francesca Morelli, giornalista scientifica, ci propone due articoli “intervista” estremamente interessanti che invito a leggere attentamente perché aiutano a comprendere quanto sia profondo il cambiamento di rotta nello sviluppo dei nuovi farmaci. La prima dal titolo “Biotech tra presente e futuro” (pag. 38) è un interessante dialogo con la Dott.ssa Maria Luisa Nolli, CEO di NCNbio. Dalle sue parole si ha la conferma che siamo realmente nel pieno di una rivoluzione per quanto riguarda il contrasto alle nuove e alle vecchie patologie. Cito dall’articolo: «Da incurabili a guaribili nelle migliori prospettive. Le biotecnologie hanno cambiato da circa un ventennio l’ineluttabile destino di molte patologie, come quello delle malattie rare e ultrarare, molte delle quali fino a tempi recenti orfane di qualunque (ipotesi di) trattamento». Abbiamo quindi la conferma che stiamo ormai vivendo «una nuova era farmacologica e terapeutica iniziata con l’introduzione di anticorpi monoclonali e proteine ricombinanti che si è spinta fino alle attuali frontiere costituite dai farmaci cellulari o farmaci basati sugli acidi nucleici, con prospettive di ulteriore sviluppo».

Nel secondo articolo dal titolo “Dalle nanotecnologie alle nanoparticelle sostenibili”, attraverso il racconto di Luigi Campanella, professore senior di Chimica dell’ambiente e dei beni culturali presso l’Università la Sapienza di Roma, abbiamo modo di apprendere cosa sono le nanoparticelle, quale è il loro possibile utilizzo in medicina con il ruolo di carriers di principi attivi e di sostanze atte ad agire contro le cellule bersaglio nell’organismo del paziente; è utile capire le caratteristiche e le differenti tipologie di queste nanoparticelle, organiche e inorganiche. Il lettore potrà apprendere quali sono già oggi gli impieghi in medicina e soprattutto quali sono gli sviluppi del loro impiego ai quali la ricerca sta oggi lavorando.

Chiude la rassegna un articolo a firma Elisa Brunelli, dal titolo “ Farmaci anti-aging, combattere l’invecchiamento” (pag. 50). Anche questo è un articolo che affronta un argomento di grande attualità che ritengo debba interessare tutti noi che ci stiamo già confrontando con il tema, o che, auspicabilmente lo dovremo affrontare nel prossimo futuro. Cito solo la frase introduttiva dell’articolo, che ritengo possa essere ulteriore suggerimento per indurre il lettore a proseguire nella lettura : “Le biotecnologie avranno un ruolo centrale nello studio e nella gestione dell’invecchiamento nel prossimo futuro, poiché consentono numerosi approcci per gestire i pathway molecolari che intervengono in questo processo. Ma cosa si intende esattamente per invecchiamento? Quali sono i meccanismi alla base di questo processo? Quali tecniche biotech è possibile utilizzare per rallentarlo, migliorarlo o curare le patologie ad esso associate?”

In un mondo che “politicamente” non riesce ancora a venire a capo di come salvaguardare il pianeta attraverso la tutela dell’ambiente, è comunque di notevole conforto prendere atto che la Ricerca Clinica soprattutto in Italia, è all’avanguardia e di eccellenza assoluta. Buona lettura a tutti !!!