Non solo strettamente farmaceutico. L’Università di Pavia propone a giovani farmacisti che aspirano a specializzarsi nel post-laurea e a “fare carriera” nel vasto settore del Pharma 9 Master di 2° livello. È possibile scegliere (in ordine alfabetico) un master in: cGMP Compliance & Validation nell’industria farmaceutica; Discipline regolatorie – G. Benzi; Esperto di chimica analitica per l’industria farmaceutica; MAMAF 3.0 – Master in Marketing, Market Access, Management e Comunicazione nel settore di Life Science; Nutraceutici e Integratori alimentari: dalla materia prima al marketing e loro impiego in clinica; Preformulazione, Sviluppo farmaceutico e Controllo di medicinali; Progettazione e Sviluppo dei farmaci; Scienze Cosmetologiche; Tecnologie farmaceutiche e Attività regolatorie.

Un valore aggiunto al proprio CV

Tutti della durata annuale (biennale quello sul regolatorio), tenuti presso i Dipartimenti della stesa Università, prevedono oltre a lezioni di didattica anche stage e/o tirocini, per uscire dal (per)corso formati e performanti. Il Master, infatti, rappresenta per imprese, società, associazioni di settore un valore aggiunto al Curriculum Vitae: un fiore all’occhiello che apre opportunità di carriera e sviluppo in molteplici ambiti attinenti le Life Science in cui la farmaceutica sta acquisendo un posizionamento e un ruolo sempre più pregnanti. Il Master è, dunque, un ponte con il mondo del lavoro professionalizzante per i giovani professionisti del mondo Pharma cui è richiesto oggi di maturare expertise, a seconda dei propri interessi, anche in aree specifiche quali economia, giurisprudenza, ingegneria. Un rapporto di Deloitte evidenzia che le due skills richieste a chiunque voglia affacciarsi nelle discipline di Life Science sono, oggi, la Laurea di carattere scientifico e una specializzazione post laurea, con competenze che spaziano dall’analisi dei dati, al machine learning e Intelligenza Artificiale, comunicazione digital e standard, progettazione clinica, controllo qualità, ricerca e sviluppo, affari regolatori, legislazione, validazione di dati, controllo e tecnologia ed altro ancora: richieste cui rispondono i Master di Pavia. Lo hanno sottolineato esponenti in vari settori attinenti il Pharma, intervenuti alla presentazione dei corsi presso l’Aula Magna dell’Università, tenutasi lo scorso 28 giugno.

Needs e prospettive future: il punto di vista delle associazioni di categoria

È unanime: il Master costituisce un trampolino di lancio, qualunque sia l’ambito di specializzazione prescelto, e un anello di congiunzione tra il mondo accademico e dell’industria che spesso utilizzano linguaggi diversi. «Il mondo dell’industria cosmetologica parla con un alfabeto fatto di acronimi – dichiara Andrea Maltagliati, Segretario Generale Associazione Europea Ingredienti Cosmetici – ignoto a studenti che escono da una laurea in Chimica, Farmacia o CTF: il Master favorisce la contaminazione fra questi due mondi e dinamiche, è ciò di cui l’industria ha bisogno», tenuto conto che la cosmetica in Italia è un settore di grande rilevanza e resiliente, tanto da non avere subito flessioni neppure in epoca pandemica, fatto salvo per il make-up: «Va sfatato che la cosmetica sia solo trucco, essa include prodotti di igiene personale,  creme solari, idratanti, protezione. Avere un master in mano consente di partire avvantaggiati, risparmiando all’azienda parte del percorso formativo cui comunque deve fare al proprio “candidato”». Opinione condivisa anche dal settore degli integratori, una eccellenza italiana che “produce” e totalizza il 26-28% del mercato europeo, forte della sua tradizione, dell’utilizzo di standard qualitativi molti elevati, e soprattutto del fatto che per il 75% gli integratosi sono venduti in farmacia, sottoposti dunque a un forte controllo e/o nel 45% dei casi consigliati dal medico, prevenendo eventuali interazioni con altre terapie, intolleranze verso un eccipiente e principio attivo, comunque possibili. «Come la cosmetologia, anche gli integratori hanno una propria filiera – precisa Lorenzo Secondini del Direttivo Integratori&Salute – che parte da materie prime che necessitano di aziende che ne estraggano i principi attivi da piante o che distribuiscano eccipienti che arrivano dall’estero e di aziende terziste che lavorano i principi attivi e altre che poi li commercializzino. La filiera dunque prevede funzioni di ricerca e sviluppo, analisi dati, controllo che richiedono competenze qualificate e molto varie. Il Master potrebbe offrire la possibilità di assunzione diretta, in azienda, di persone che hanno acquisito skills gradite all’azienda stessa».

Il master, inoltre, rafforza il capitale umano: i giovani farmacisti su cui oggi molte realtà investono, tra queste ISPE (International Society for Pharmaceutical Engineering: «La nostra – spiega Massimo Eli, Segretario – è una società internazionale con circa 50 affiliate nel mondo e ha un’area che segue specificatamente lo sviluppo dei giovani, in carriera, entrati nel mondo industriale ed una sezione dedicata alla promozione di eventi. I partecipanti al Master sono iscritti di diritto all’associazione con accesso al knowledge-sharing che ha lo scopo di fare crescere professionisti nel settore Pharma allargata dove il networking e lo scambio di conoscenze sono una pietra miliare, anche in un’ottica di benchmarking». Se il mondo farmaceutico è in continuo aggiornamento, la filiera della salute è un assist strategico per il paese: «Senza salute non c’è economia e crescita sociale e le Life Science in quest’ottica e nel loro complesso, dai cosmetici, ai nutraceutici, ai Dispositivi Medici (DM) – commenta Giorgio Bruno, Presidente AFI (Associazione Farmaceutici Industria) – sono una eccellenza nel Paese. Le Life Science hanno avuto la lungimiranza di investire in innovazione e di fare della competenza e della qualità i propri pilasti, garantendo da un lato opportunità di lavoro molto qualificanti e dall’altro generando eccellenze, di cui le principali sono le risorse umane: persone altamente formate. Oggi sono richieste competenze sempre più varie e importanti: il contatto con l’università non va abbandonato, al contrario l’interazione tra accademia, azienda e istituzioni va promosso. Tre realtà che sinergicamente devono lavorare per generare eccellenze attraverso rapporti umani, conoscenza, competenze, dialogando con le autorità regolatorie, gli AD in Italia e all’estero e in Italia. Il Master fornisce le basi ai giovani per maturare gli strumenti ed essere pronti ad accettare sfide sempre diverse e sempre più stimolanti che il nostro settore, in continua evoluzione, ci pone davanti ogni giorno».

Il punto di vista del mercato

Una leva che apre al lavoro, qualificante e qualificato: è la considerazione di chi oggi ricopre posizioni di rilievo, grazie alla frequentazione del Master. O che ricerca figure specializzate per il proprio organico come Chiesi Farmaceutici, azienda con 85 anni di storia alle spalle, di impostazione famigliare, che ha la mission di sviluppare soluzioni terapeutiche per il paziente, superando il concetto di farmaco tramite lo sviluppo di DM, soluzioni digitali, specificatamente in tre ambiti: “Air” (patologie respiratorie), “Rare” (malattie rare), “Special Care” (ad esempio cure e terapie in neonatologia o altri pazienti con bisogni speciali). «Abbiamo forte necessità di competenze – fa presente Andrea Casazza, Head of Global Technical Development Chiesi Group – in ambito di ricerca e sviluppo per la messa a punto di soluzioni innovative, terapie geniche, terapie biologiche e small molecules, al fianco di prodotti più tradizionali, ma anche di design per la creazione di DM specifici nell’area respiratoria che vadano incontro alle esigenze del paziente, così come nel settore di produzioni e attività commerciale. Ovvero di figure che spaziano dal chimico, all’analista, all’ingegnere e così via. Crediamo molto nei master e il mio consiglio ai giovani è di scegliere quello che più piace e verso cui si ha la maggiore propensione, orientata alla professione che si vuole perseguire, fatto salvo che intrapresa una strada c’è sempre la possibilità di un cambiamento». Sul valore aggiunto del Mater, le testimonianze di ex Alumni: «Uscita dall’università – racconta Barbara Bassi, alumna Master Preformulazione e Sviluppo galenico (III livello) – non ero confidente di andare a lavorare in industria, sentivo che mi mancava qualcosa. Il Master è stato una preziosa occasione di incontro con professionisti dell’industria e di confronto con studenti universitari che erano già in azienda: ho visto applicato nella pratica quanto avevo studiato sui libri. Il Master è importante: le industrie possono investire sulla solida formazione di personale già formato di base». È una opportunità da non mancare: «Il Master – conclude Lorenzo Valzano, alumnus Master Progettazione e Sviluppo dei farmaci (II livello) – è stato un percorso di crescita importante che mi ha dato la possibilità di acquisire le competenze necessarie per accedere al mondo del lavoro e entrare in contatto con professori e esponenti aziendali. Ne sono uscito un professionista consapevole con più sicurezza ed energia: è un (per)corso altamente specializzante da cui ho acquisto competenze, sentendomi avanti rispetto a quello che ero in precedenza».