Alberto Bartolini, direttore scientifico NCF /GdS Innovazione e Supply Chain di AFI

Fotografare l’oggettiva qualità del Pharma italiano e identificarne allo stesso tempo gli aspetti ancora perfettibili, così da puntare ancora più in alto. Questi, in sintesi, gli obiettivi che si pone il primo convegno organizzato da NCF – Notiziario Chimico Farmaceutico in occasione dei suoi 60 anni e dal titolo “Made in Italy, tra eccellenze e nuove sfide” (16 novembre, Milano – Palazzo della Cultura). Abbiamo ripercorso insieme al direttore scientifico, Alberto Bartolini, i punti salienti legati alla rilevanza di questa tematica in chiave italiana e internazionale. Ecco che cosa è emerso.

Il concetto di “Made in italy” è ormai ampiamento entrato nell’immaginario collettivo come sinonimo di qualità ed eccellenza italiana, tanto da trasformarsi nel tempo in un vero e proprio marchio di origine connesso a vari settori produttivi. Come si inserisce l’industria chimico-farmaceutica in questo contesto?

Ritengo che in tal senso parlino i numeri; lato industria l’Italia esporta in Europa e nei principali Paesi extraeuropei una significativa quota di quanto viene prodotto, confezionato e serializzato nelle officine farmaceutiche che hanno sede in Italia. Lato indotto siamo da sempre un’eccellenza nella produzione di macchine e impianti a supporto delle attività di produzione e di confezionamento. Lato startup, per quanto mi risulta, siamo molto avanti nella ricerca e sviluppo di soluzioni a supporto delle nuove tecnologie volte a fornire sostegno alle nuove terapie basate su farmaci di origine biologica. 

Nel tempo sono stati perseguiti ottimi risultati, ma si può sempre migliorare. Perché è importante proseguire in questo percorso e dove, in particolare, si potrebbe intervenire?
Si, è vero, si può anzi si deve sempre perseguire il miglioramento, e soprattutto essere costantemente in linea con le richieste che, in una situazione di grande cambiamento, si presentano con grande frequenza. Dove intervenire? In base alla mia esperienza personale, posso dire certamente a livello di Supply Chain, dove concetti come la tracciabilità delle confezioni, la sicurezza all’atto della dispensazione, la garanzia della conservazione dei farmaci al giusto range di t°, l’adeguatezza del trasporto sono ambiti dove al momento, accanto a punte di eccellenza si riscontrano ancora spazi di grande crescita.

Facciamo più direttamente riferimento al convegno organizzato da NCF il prossimo 16 novembre. Perché è importante non perdere questa occasione per parlare di un tema di così grande attualità?

Credo che sia importante parlarne perché di solito tendiamo a lamentarci dei nostri difetti confrontandoci con altri Paesi europei che riteniamo più avanti di noi; la finalità dell’incontro non è certo la “autocelebrazione” bensì la condivisione e la diffusione della consapevolezza del posizionamento industriale del nostro Paese per quanto riguarda il mondo Healthcare.

Durante l’evento saranno presenti key opinione leader, aziende e addetti al settore: cosa può scaturire da un dialogo costruttivo tra le parti?  
È auspicabile che emergano nuove idee, che si rafforzi ulteriormente il senso di appartenenza, che ci sia la possibilità di sviluppare progetti insieme. Il dialogo e il confronto sono sempre gli strumenti migliori per progredire.