Visioni, prospettive, provocazioni e sfide. La filiera dell’healthcare, ma non solo, è (già) avviata ad un processo di importante trasformazione, favorito dall’innovazione tecnologica e dall’Intelligenza Artificiale. Sarà strategica la capacità dell’intero comparto – dalla ricerca alla clinica, dall’industria alle istituzioni, dagli stakeholder ad ogni altra figura professionale coinvolta – di cogliere in anticipo il cambiamento, trasformare i rischi in opportunità e favorire l’efficientamento dell’ecosistema Salute, in un’ottica di sostenibilità. Il tema è stato al centro dell’incontro “Co-create the future: l’evoluzione dell’ecosistema healthcare”, l’evento annuale di Consorzio Dafne, la community B2B no-profit di riferimento per la filiera, organizzato a Palazzo Mezzanotte a Milano, con l’intento di contribuire a delineare lo scenario futuro del settore, rendendolo motore della sua stessa evoluzione, “governata” e non subita. Cruciali saranno dunque la governance e il dato

I pillars

Promozione del cambiamento, sfruttamento dei talenti, condivisione e circolazione del dato, scambio intergenerazionale, potenziamento e ottimizzazione delle risorse umane e tecnologiche. Sono questi i pilastri identificati da una platea eterogena di esperti – Nino Cartabellotta, Presidente Fondazione GIMBE; Giusella Finocchiaro, Professore Ordinaria Diritto privato Università di Bologna, Erika Mallarini, Associate Professor Government, Health and Not for Profit Department SDA Bocconi; Alberto Mattiello – Business Futurist e Alberto Redaelli, Coordinatore Sezione Bioingegneria DEIB Politecnico di Milano – su cui deve strutturarsi la (tras)formazione dell’ecosistema healthcare, in cui progresso, sostenibilità, aspetti etici, finalità sociale e di servizio ed ogni altra “mission” del comparto ne siano parte integrante.

I rischi

Come ogni sfida anche quella che attende la filiera dell’healthcare ha insidie e rischi: il principale è legato all’immobilismo – decisionale, operativo, normativo – dinamica opposta al cambiamento che, per sua natura, richiede innovazione, trasformazione, evoluzione, scambio e ricambio. Compreso la condivisione e circolazione del dato, enorme ricchezza in termini di valore economico e per la ricerca scientifica (ma non solo). Dato che occorre saper sfruttato al meglio nelle sue potenzialità e nel rispetto di quanto la privacy impone. Obiettivo oggi possibile ricorrendo, a quadro normativo invariato, a specifiche soluzioni e strumenti, quali strumenti come Data Altruism, che consente la raccolta e la condivisione di dati messi a disposizione di terzi, in sicurezza, per fini di interesse generale da parte di aziende e/o persone fisiche, Consenso Informazione Progressiva o forme di anonimato condivise. Pensando al sistema salute, ed in particolare al Sistema Sanitario Nazionale, gli esperti mettono in guardia dal rischio di una frammentazione eccessiva, a fronte dei già 21 differenti servizi sanitari regionali, che potrebbe aumentare le difficoltà di accesso ugualitario a servizi e cure e alla spinta eccessiva alle tecnologie. Il Paese e il sistema salute non sono ancora pronti dal punto di vista strutturale, culturale e formativo al rapido avanzamento della telehealth che – paradossalmente – potrebbe favorire una maggiore diseguaglianza fra territori dotati, oppure no, di infrastrutture o alfabetizzati al digitale, a discapito dei cluster di popolazione con più bisogni di salute.

Le opportunità

La tecnologia è la fonte in cui si concentrano e veicolano le maggiori opportunità per efficientare o recuperare risorse a vantaggio di un miglioramento della filiera e dunque per il cittadino e il sistema. L’innovazione tecnica deve essere tuttavia spalleggiata dall’“innovazione” umana: la copresenza di più attori e in numerosità tale da consentire la creazione di un ecosistema che permetta il trasferimento di talenti e competenze, in termini di cooperazione, competizione e contaminazione, secondo il modello della Silicon Valley. In questa direzione va l’iniziativa Milano Innovation Distric (MIND), cui partecipano  varie realtà – Università di Milano, Politecnico, FedTech Innovation, Human Technopole, Gruppo San Donato, Ospedale Galeazzi, Cascina Triulza – che raccoglie le start up attive nella social innovation, consentendo anche alle aziende di contribuire all’importante trasformazione “investendo” in strategie comuni e in venture capital.

Un evoluzione culturale

Formare alla cultura del dato condivisa: dalla raccolta, alla standardizzazione in formati intelleggibili e facilmente elaborabili, dalla convenzione di protezione del dato, inteso come proprietà a un modello di licenza d’uso del dato, sono il primo cambio di passo necessario per favorire la trasformazione dell’ecosistema healthcare. Sostenere lo scambio intergenerazionale, sviluppando la cultura dei talenti, oltre il mondo universitario, ricorrendo anche nuovi strumenti come l’Accademy o promuovendo iniziative transuniversitarie generate da diversi know-how per la messa a punto di percorsi post-laurea e post doc e/o altri percorsi professionalizzanti.