Le scorse settimane ha visto la formalizzazione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio dei rispettivi mandati a negoziare la forma finale della revisione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane.

La votazione del Parlamento EU

Il Parlamento europeo ha votato il 5 ottobre la sua posizione, con un totale di 420 voti a favore, 62 contrari e 84 astenuti.
I membri del Parlamento hanno dato via libera al sistema di responsabilità estesa del fabbricante per quanto riguarda la copertura dei costi addizionali di trattamento dei micro- inquinanti nelle acque reflue urbane da parte delle aziende dei settori farmaceutico e cosmetico.
Tra gli altri punti principali che entreranno a far parte della negoziazione con il Consiglio europeo, l’indicazione di un maggiore riutilizzo – ad esempio a livello di processi industriali o di sistemi di raffreddamento – delle acque uscite dai processi di trattamento delle acque reflue urbane e l’indicazione per i paesi UE di sviluppare e implementare “piani di risparmio e riuso delle acque”. Il Parlamento chiede anche requisiti più stringenti per monitorare la presenza di inquinanti chimici nelle acque, tra cui le sostanze PFAS, le microplastiche, agenti patogeni quali virus e batteri e sostanze che possano dar luogo a resistenza antimicrobica.

La posizione del Consiglio europeo

L’accordo nell’ambito del Consiglio europeo sull’approccio generale sulla proposta di revisione della direttiva è stato raggiunto lo scorso 16 ottobre e rappresenta, anche in questo caso, la base negoziale per le prossime fasi della procedura.
Il testo approvato punta a trovare il giusto equilibrio tra l’ambizione di migliorare la raccolta e il trattamento delle acque reflue urbane e la concessione della giusta flessibilità agli stati membri sull’implementazione della direttiva, i cui scopi sono stati estesi oltre la protezione ambientale, anche alla protezione della salute umana e alla riduzione dei gas serra.
Per quanto riguarda la responsabilità estesa dei fabbricanti, il Consiglio ha deciso che il sistema EPR si applichi ai settori farmaceutico e cosmetico, con riferimento a tutti i prodotti posti sul mercato, in qualunque paese e con qualunque mezzo.
Il Consiglio ha inoltre esteso lo scopo della direttiva anche ai piccoli comuni di più di 1250 equivalenti di popolazione (contro i 2000 p.e. dell’attuale direttiva), chiamati obbligatoriamente a disporre di un sistema di raccolta delle acque reflue. La data per ottemperare alla richiesta è stata posticipata dal 2030 al 2035, data che si applica anche alla richiesta agli stati membri di sviluppare piani integrati di gestione delle acque reflue per gli agglomerati abitativi di più grandi dimensioni.
I centri più grandi di 1250 p.e. dovrebbero anche applicare trattamenti secondari delle acque dal 2035 (rimozione della materia organica biodegradabile), e trattamenti terziari a partire dal 2045 (rimozione di azoto e fosforo).
Anche in questo caso, sono state previste misure atte a ridurre le emissioni di gas serra e nuove regole che puntano a introdurre obblighi di monitoraggio per gli stati membri per rilevare la presenza di patogeni nelle acque reflue responsabili di malattie o pandemie.