In vista dell’avvio dell’ultima fase di negoziazione da parte del Trilogo (Commissione UE, Parlamento e Consiglio) della revisione della direttiva sulla responsabilità di prodotto (PLD), dodici associazioni europee attive in campo industriale hanno pubblicato un appello congiunto per mettere in luce le criticità individuate e richiedere una approccio basato su un maggiore equilibrio delle misure. Tra le associazioni firmatarie dell’appello figurano anche EFPIA in rappresentanza dell’industria farmaceutica innovator, MedTech Europe per il settore delle tecnologie medicali e COCIR per quello delle tecnologie di imaging, radioterapia, ICT per la salute e industria elettromedicale.

I punti di criticità secondo i firmatari 

Le associazioni firmatarie hanno espresso una forte preoccupazione per la mancanza di equilibrio che ritengono caratterizzare la proposta di revisione della direttiva. Una mancanza che potrebbe porte, secondo l’appello, a mettere a rischio la competitività europea e a generare un massiccio contenzioso tra aziende e consumatori, con pesanti ricadute sia a livello di investimenti in innovazione che per gli stessi consumatori. Le associazioni giudicano, invece, equilibrato l’attuale approccio, che risale al 1985. 

Se la proposta di revisione dovesse passare nella forma attuale, la complessità legale, il rischio di cause e la conseguente incertezza potrebbe ripercuotersi, in modo particolare, sulle piccole imprese. L’appello per il Trilogo è, quindi, di ripensare alcuni elementi chiave dell’approccio proposto per la gestione della responsabilità di prodotto.

In particolare, secondo le associazioni firmatarie, andrebbe limitato l’alleggerimento dell’onere della prova, oggi in capo al consumatore che chiede i danni a causa di un difetto, al fine di contenere un eccessivo ricorso a cause legali e a richieste potenzialmente non legittime. 

Un altro punto di attenzione è rappresentato dalle nuove regole per la divulgazione delle prove, che secondo le associazioni industriali mancano di adeguate salvaguardie per le aziende a protezione dell’esercizio esclusivo della scoperta e delle informazioni commerciali sensibili e dei segreti industriali. Per i firmatari l’appello, la divulgazione dovrebbe essere proporzionata e limitata solo allo stretto necessario. Dovrebbe essere previsto, inoltre, un diritto reciproco per i convenuti di richiedere informazioni pertinenti ai ricorrenti. 

Anche l’inclusione dei software in stretto regime di responsabilità all’interno della nuova direttiva porrebbe dei problemi, ad esempio per quanto riguarda come applicare il concetto di difettosità. La richiesta a questo riguardo è di maggiori approfondimenti, a protezione degli sviluppatori. L’allargamento della definizione di danno a comprendere, ad esempio, anche la perdita dei dati potrebbe comportare una significativa variazione del concetto di sicurezza, si legge nell’appello, con ripercussioni su un possibile aumento dei prezzi e sull’accessibilità ai prodotti. La richiesta è dell’introduzione di una soglia a prevenzione di pretese pretestuose e di un chiarimento su cosa vada effettivamente risarcito