Uno studio condotto da Uwe May e Cosima Bauer (Konzepte im Gesundheitsmarkt GbR) per conto di AESGP (l’associazione europea che rappresenta l’industria dell’autocura) indica che ogni anno in Europa sono oltre 1,2 miliardi i casi di malanni minori curati direttamente dalle persone con ricorso a medicinali di libera vendita. Secondo i dati dello studio, pubblicato su Thieme: Gesundheit Ökon Quality Management, i possibili risparmi per i sistemi sanitari ammontano a 36,72 miliardi di euro l’anno. Un’ulteriore espansione di questo mercato , inoltre, potrebbe far salire in futuro i risparmi fino a €54 mld l’anno.
Secondo la definizione che utilizzata dai ricercatori tedeschi, l’autocura è la gestione proattiva di disturbi minori e temporanei da parte del paziente o consumatore, sulla base della preferenza personale e con utilizzo di medicinali non su prescrizione.
Secondo la direttrice generale di AESGP, Jurate Svarcaite, “La promozione dell’autocura in Europa assicura l’uso efficiente e sostenibile delle risorse dei sistemi sanitari e garantisce che le persone abbiano accesso pieno e affidabile alla sanità, sentendosi in grado di prendersi cura si sé stessi ogni volta possibile”.
I dati principali del rapporto
La voce di maggiore risparmio riportata dallo studio è riferita alla spesa in servizi e prodotti medici (€26,31 mld), a cui si aggiungono i €10,41 mld di minor perdita di produttività (anche per le visite meno frequenti ai medici di base, con ricadute positive anche sui carichi di lavoro di quest’ultimi).
Una maggiore diffusione dell’autocura sarebbe possibile, suggerisce lo studio, mediante un accesso più esteso alla stessa, ad esempio sulla base di un maggior numero di sostanze attive o indicazioni riclassificate dalle categorie su prescrizione a quelle non su prescrizione. In alternativa, potrebbe venire incentivata la pratica dell’autocura da parte delle persone come prima opzione prima di recarsi dal medico.
In questo senso, i paesi che presentano le minori opportunità di crescita (10%) sono quelli con già molti farmaci classificati non su prescrizione e in cui le persone adottano spesso questa modalità di cura (Belgio, Polonia, Germania, Regno Unito, Svizzera, Portogallo). All’opposto, i paesi con un maggiore potenziale di crescita (25%) sono quelli che vedono sia un basso numero di medicinali non su prescrizione che una scarsa penetrazione di questo tipo di approccio (Croazia, Olanda, Norvegia, Ungheria, Grecia, Lussemburgo, Austria, Slovacchia, Slovenia).
Le raccomandazioni di AESGP
Nel corso dell’evento di presentazione del rapporto, tenutosi al Parlamento europeo lo scorso novembre, l’associazione dei produttori ha anche avanzato alcune raccomandazioni per migliorare il ricorso all’autocura da parte dei cittadini europei. Le ragioni alla base di un elevato ricorso a questa pratica sono state individuate in fattori socio-economici (es. accesso limitato ai sistemi sanitari), fattori legali (es. politiche attive di autocura o incentivi mirati per il pubblico e i professionisti sanitari) e fattori socio-culturali (es. forte accettazione e apprezzamento delle farmacie di comunità).
“L’evidenza che presentiamo oggi non è semplicemente una raccolta di dati, è un’opportunità per un’azione collettiva – ha sottolineato nel corso del suo intervento il presiedente di AESGP, Jonathan Workman – Il nostro scopo è ispirare le azioni a livello europeo e nazionale per favorire l’adozione dell’autocura. In questi momenti ricchi di sfide, adattare i sistemi sanitari non è solo una scelta, è un imperativo”.