La situazione delle carenze di farmaci nelle farmacie di comunità dei diversi paesi europei è peggiorata nel 2023 rispetto agli anni precedenti, indica l’ultimo rapporto dell’associazione europea di categoria PGEU.
In alcuni paesi, come Olanda e Svezia, le carenze hanno toccato più di 2 mila referenze, con un forte impatto sia per la salute dei pazienti, privati dei medicinali di cui necessitano, sia per i farmacisti chiamati a gestire carichi di lavoro aggiuntivi. L’aggravio di tempo è triplicato negli ultimi dieci anni, indica il rapporto, raggiungendo in media le 10 ore settimanali nel 2023.

Il rapporto annuale di PGEU per il 2023 si basa su un sondaggio che ha coinvolto ventisei membri dell’associazione. Tutti i paesi hanno segnalato carenze di farmaci in farmacia, con una situazione che è peggiorata rispetto al 2022 nella maggior parte dei casi (65%), ed è migliorata solo a Cipro, in Grecia a nella Macedonia del Nord. In Spagna, ad esempio, le carenze segnalate sono aumentate del 36% rispetto all’anno precedente.
Gli antibiotici continuano a rappresentare la categoria di farmaci che desta maggiore preoccupazione tra i farmacisti di comunità, con carenze segnalate in tutti i paesi. Non meno importanti sono le carenze di farmaci per il sistema respiratorio (96%) e cardiovascolare (92%), ma di fatto non esiste classe terapeutica che non sia toccata dal problema. Problema che riguarda in modo sempre più importante anche i dispositivi medici, con carenze riportate dal 69% del campione, e che nell’88% dei casi comporta la sospensione della terapia per i pazienti. Molto frequente è anche il ricorso a schemi terapeutici non ottimali (73%) o all’acquisto di farmaci più cari o non rimborsabili (73%).
Un dato che va letto anche in associazione all’effetto negativo a livello di fiducia dei pazienti nei confronti della farmacia (in calo nel 77% dei casi) e anche sul livello di soddisfazione degli operatori stessi delle farmacie (73%).

Le raccomandazioni di PGEU

I dati del rapporto hanno spinto PGEU a sottolineare le richieste della categoria alle istituzioni europee, a partire dalla necessità di porre sempre i pazienti al centro delle nuove leggi nazionali e delle strategie di business. Anche la nuova legislazione farmaceutica europea, scrive PGEU, dovrebbe vedere prevalere l’interesse dei pazienti su quelli commerciali. Conformità ai requisiti di fornitura e necessità di considerare anche l’impatto delle politiche dei prezzi sulla disponibilità dei medicinali sono altri elementi ritenuti importanti.
La figura del farmacista dovrebbe essere meglio valorizzata sul piano professionale prevedendo la possibilità di sviluppo di preparati galenici per sostituire i farmaci mancanti.
Altri punti ricordati da PGEU riguardano una migliore comunicazione tra farmacisti e medici prescrittori mediata dagli strumenti elettronici, la necessità di migliorare i sistemi di monitoraggio e reporting delle carenze, sia a livello di singoli paesi che centrale, e una maggiore trasparenza sui dati derivante dalla messa in rete di tutti gli attori ella catena di fornitura.