Transizione ecologica, digitale e sostenibile. Questi, in sintesi, i concetti chiave che indicheranno, nei prossimi anni a venire, la rotta dell’industria della salute. Lo si evince, ancora prima di addentrarsi nei lavori, dal titolo del 63° Simposio AFI (Palacongressi di Rimini, 5-7 giugno 2024), ovvero Le Sfide dell’Industria della Salute: Ricerca, Innovazione, Sostenibilità. Tre capisaldi, questi ultimi, che consentiranno al sistema salute di fare “impresa”, di rendersi competitivo al mercato nazionale, europeo e internazionale, di poter garantire elevate performance ai farmaci di nuova generazione, sostenibilità, migliore ed equo accesso alle cure.

Un trinomio imprescindibile

Ricerca, innovazione e sostenibilità costituiscono il necessario sodalizio, sinergico al progresso scientifico: «È un trinomio inscindibile – dichiara Giorgio Bruno, presidente di Associazione Farmaceutici Industria – Non esiste innovazione se non c’è ricerca e se questa non viene condotta in maniera sostenibile, sfruttando tutte le tecnologie che permettono l’efficientamento e l’ottimizzazione di tutti i processi: dal disegno di ricerca alla produzione, fino al prodotto finito per l’accesso sul mercato. Questi tre concetti chiave consentiranno alla filiera della salute di potenziare il suo ruolo di asset strategico per la crescita del Paese: senza salute non ci sono economia, sicurezza, vita sociale, progresso. Quest’ultimo, in particolare, si declina nell’innovazione, in ambito di ricerca, sviluppo di nuove competenze, promozione alla salute e nella sostenibilità. Progresso e sostenibilità “governano” oggi l’innovazione». Ridurre gli sprechi, avviare politiche e azioni per il contenimento delle risorse ambientali, acqua ed energie in primis, nel rispetto del footprint ecologico. Sono i principali orientamenti che innovano le scelte decisionali e produttive dell’industria del Pharma.

«La sostenibilità – prosegue Giorgio Bruno – è un concetto ampio, non solo economico. Richiede l’adozione da parte delle aziende, e dell’industria della salute in particolare, di pratiche e di politiche che integrino la responsabilità ambientale; quindi, azioni che minimizzino la produzione di scarti e rifiuti e che ottimizzino lo sfruttamento delle risorse e di ogni altra fonte necessaria al buon funzionamento dell’azienda». La sostenibilità deve, dunque, trasformarsi in una “cultura” che pervade e spinge aziende e industria a promuovere pratiche commerciali, produttive ed etiche responsabili, dove anche la diversità e l’inclusione siano fattori interagenti alla finalizzazione di obiettivi di miglioramento e crescita del comparto salute e del Paese. Sfruttando energie rinnovabili o altre fonti alternative e ottimizzando quelle esistenti, l’industria del Pharma ha raggiunto importanti traguardi: incrementare la propria produttività, migliorare i processi diminuendo i consumi energetici e le emissioni in atmosfera.

«Le aziende hanno colto la “sfida” della sostenibilità – chiarisce Bruno – come un’opportunità per adottare soluzioni utili alla trasformazione e pianificazione proattiva degli scenari, per minimizzare contesti ed eventi di rischio e per rendere la Supply Chain più flessibile e i processi più snelli, così da consentire al prodotto finito di giungere al mercato in maniera più rapida. Una filiera, dunque, che risponde in maniera efficiente e fattiva sia alle nuove necessità produttive ed ecosostenibili, sia alla responsabilità sociale di cui l’industria della salute è investita». Il comparto chiede e auspica un maggiore appoggio delle Istituzioni, in questo processo di rinnovamento e di transizione verso nuovi scenari e l’adozione di politiche ambientali che coinvolgono la collettività e i cittadini, ancor prima che l’intera filiera.

Soluzioni digitali e IA In una visione proiettata al futuro non poteva mancare il tema delle nuove tecnologie digitali e dell’IA. «Queste tecnologie “avanguardistiche”, e l’Intelligenza Artificiale è una di queste, avranno una posizione e un utilizzo sempre più predominante nell’industria del Pharma – commenta il presidente AFI – Terapie digitali, telemedicina e device si affiancheranno sempre più alle terapie standard con l’obiettivo di offrire al paziente soluzioni innovative, efficienti ed efficaci, altamente performanti, ma al contempo user friendly, sicure, in grado di migliorare la qualità delle vita del paziente o dei loro care-giver. Abbiamo riservato un’intera Sessione alla salute digitale, dove l’innovazione si indentifica anche con l’IA che verrà ampiamente trattata». La “transizione” verso questi processi sarà progressiva, anche a fronte di importanti investimenti iniziali in ricerca e innovazione, che dovranno essere adeguatamente programmati dalle aziende e accompagnati dallo studio di piani di rientro dei costi iniziali, cui seguiranno i “guadagni” economici – risparmio di costi diretti e indiretti per la persona e il sistema – e di reputation per l’industria della salute, eccellenza nel sistema Paese.

Le “new entries” del 2024

Giorgio Bruno, presidente AFI

Ai temi tradizionali del Simposio si affiancano quest’anno argomenti inediti: il deblistering, le produzioni speciali, dalle linee cellulari ai gas medicinali ai radiofarmaci, i materiali di confezionamento, i farmaci parenterali. «Questi ultimi – fa sapere il presidente – saranno i maggiormente interessati dalle tecnologie digitali, a fronte delle nuove molecole studiate prevalentemente in forma iniettiva. In ambito normativo anche la revisione dell’Annex 1 fornisce le “direttive” per fare un uso corretto di questi nuovi strumenti in un’ottica di potenziamento degli obiettivi aziendali. Pertanto, come è nella “mission” di AFI, anche quest’anno al Simposio parliamo di innovazione con l’intento di creare un momento di incontro-confronto formativo per tutta la filiera farmaceutica, sull’attualità e i nuovi orizzonti, da cui possono nascere opportunità di crescita, ma anche di business per il settore e le singole aziende, e di tutela per il paziente. Pensiamo, ad esempio, al deblistering, tecnologia ancora poco sfruttata in Italia, ma che ha già dimostrato le potenzialità nel permettere di “arginare” le carenze, grazie alla migliore gestione delle confezioni dei farmaci. Presenteremo la case history della Svizzera, che ha raccomandato ai propri medici e farmacie di vendere farmaci sfusi, piuttosto che confezioni intere per soddisfare i fabbisogni della popolazione, altrimenti non consentiti, in presenza di scarsità o indisponibilità di terapie». In un’ottica di sostenibilità, anche alcune direttive europee affrontano il tema del confezionamento con attenzione al riuso, ovvero al reimpiego di un materiale non ancora diventato un rifiuto, o al riciclo, offrendo una seconda vita a un prodotto/bene/materiale che non è più funzionale allo scopo. La filiera è pronta; esistono linee di confezionamento e un’industria del packaging molto valida in Italia. Non resta ora che capire come concretizzare al meglio la transizione verso la tecnologia, il digitale, il sostenibile.

Una comunicazione responsabile

I media hanno un ruolo e una responsabilità cruciale nel fare corretta informazione in ambito di ricerca, di medicinali esistenti e innovazione. «I media – chiarisce Bruno – rappresentano il braccio informato e autorevole di “Dr. Google”, sopperendo alle fake news circolanti in rete e non sempre facilmente identificabili dai non addetti ai lavori. Hanno il compito di affermare o screditare convinzioni che con trovano fondamento scientifico. Nell’era digitale, pubblicità e scienza devono trovare una nuova forma di dialogo con la popolazione; come AFI, oltre a trattare il tema al Simposio, affrontiamo l’importanza della “connessione” fra il territorio, nello specifico il cittadino, e il mondo della salute nel corso della Giornata del paziente, che organizziamo e promuoviamo annualmente: un tavolo aperto fra la cittadinanza e gli esperti in cui confrontarsi e informarsi in maniera chiara e fruibile, su innovazione terapeutica, ricerca e ogni altro tema di attualità.

Tavole rotonde cui partecipano diverse figure professionali: è infatti fondamentale che si creino alleanze fra tutti gli attori del sistema, proprio perché oggi il farmaco, e le terapie in genere, sono parte di un percorso olistico, multidisciplinare e multidimensionale in cui si prende in carico la persona ancora prima che la malattia, e in cui si lavora per un progresso scientifico che sia trasparente, “di prossimità” e accessibile a tutti». In questa visione quadrangolare e open-minded, i media sono una componete importante e hanno la responsabilità di (in)formare in maniera scientificamente corretta, seria e autorevole il cittadino-territorio.

La nuova edizione

Si punta a ripetere gli exploit della passata edizione: 1.700 partecipanti, 130 espositori, decine di migliaia di visitatori al sito web. «Abbiamo arricchito le Sessioni per offrire panoramiche su più fronti. Abbiamo più espositori per dare spazio e ruolo a tutti gli attori della filiera. Il nostro evento vuole essere, infatti, un momento di incontro dell’intero comparto – conclude Bruno – in terreno neutro, dove poter fare networking e fare nascere nuove idee per la filiera. Mi auguro che il Simposio che ci attende possa essere un successo che eguagli, e nei migliori auspici che superi, quello dell’edizione 2023».