Il tedesco Stefan Oelrich, presidente della Divisione Farmaceutica di Bayer, è il nuovo presidente della Federazione europea delle Industrie e Associazioni farmaceutiche (EFPIA). I vertici della Federazione si completano con i due nuovi vicepresidenti, la CEO di Roche Pharmaceuticals Teresa Graham e il Chairman e CEO of Almirall Carlos Gallardo.

Il nuovo team di presidenza si è presentato in una conferenza stampa a Brussels, il 26 giugno scorso, durante la quale ha illustrato la propria visione su come l’Europa possa rispondere all’evoluzione in atto nel mondo delle scienze della vita, sulla spinta degli avvenimenti geopolitici. Avvenimenti che, per i vertici di EFPIA, mettono pressione alla posizione strategica europea nel campo delle scienze della vita, dovendo fronteggiare sempre più la competizione di Cina e Stati Uniti. 

Stefan Oelrich (Bayer), Teresa Graham (Roche Pharmaceuticals) e Carlos Gallardo (Almirall). Fonte: Almirall

È giunto il momento di ricollocare l’Europa quale epicentro globale dell’innovazione biofarmaceutica – ha dichiarato il neo-presidente Stefan Oelrich -. Premendo il pulsante di reset sugli sforzi per attrarre gli investimenti, accelerando il passo della traduzione scientifica in farmaci e velocizzando l’accesso dei pazienti ai trattamenti, possiamo e vogliamo costruire un ecosistema biofarmaceutico che cresca in modo sostenibile per la salute e la sicurezza economica degli europei di oggi e di domani”.

Trasformare le sfide in opportunità

L’Europa dovrebbe accogliere la sfida e trasformare l’eccellenza scientifica che l’ha sempre caratterizzata in opportunità per lo sviluppo di nuove terapie avanzate, a beneficio dei pazienti e anche della crescita economica dl blocco UE. 

Tra le azioni chiave in tal senso delineate dai nuovi vertici di EFPIA troviamo la possibilità di un più rapido accesso ai medicinali per tutti gli europei e la necessità di rendere nuovamente attrattiva l’Unione europea per la conduzione di studi clinici, un settore in cui si sono persi oltre 60 mila posti di lavoro negli ultimi dieci anni. La maggiore sostenibilità dei sistemi sanitari dovrebbe passare da minori oneri per ospedalizzazioni e malattie croniche. Sul fronte dell’innovazione, il gap di investimenti con gli Stati Uniti dovrebbe venire ridotto, con attrazione dei miliardi di euro persi in ricerca, sviluppo e produzione e i posti di lavoro ad alta specializzazione che vi fanno da corollario. I migliori talenti dovrebbero venire trattenuti in Europa grazie alla ricostruzione di ecosistemi dinamici e connessi tra piccole aziende biotech, ospedali universitari e università. Cio permeterebbe anche di far sì che i rimedi necessari a sventare i prossimi pericoli per la salute possono venire scoperti, sviluppati e prodotti in Europa. 

La richiesta dei nuovi vertici di EFPIA alle istituzioni europee è di aumentare in modo significativo la spesa per i farmaci innovativi e di dar vita ad un ambiente regolatorio leader a livello mondiale nel supporto all’innovazione. A tale riguardo, anche il livello della protezione della proprietà intellettuale andrebbe innalzato a quello vigente in altre aree geografiche, come gli Stati Uniti. L’ecosistema europeo delle scienza della vita, infine, dovrebbe venire rivitalizzato mediante l’armonizzazione delle modalità di approvazione degli studi clinici, il supporto alle partnership pubblico-privato e la creazione di ecosistemi dinamici per i finanziamenti alle aziende biotech e alle PMI in ambito life sciences.