La spesa farmaceutica nazionale in Italia continua a crescere, raggiungendo nel 2024 i 37,2 miliardi di euro, con un aumento complessivo del 2,8% rispetto al 2023. I dati del rapporto OsMed sull’uso dei farmaci in Italia presentati a Roma il 10 novembre presso la sede dell’Agenzia italiana del Farmaco – AIFA, illustrati dal Direttore Tecnico-Scientifico Pier Luigi Russo, confermano una forte espansione della componente pubblica e la crescente sfida della sostenibilità finanziaria di fronte all’innovazione.

La spesa pubblica traina la crescita

Il cuore della dinamica risiede nella spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale che ammonta a 26,8 miliardi di euro, pari al 72% della spesa totale con un aumento consistente del 7,7% rispetto al 2023. La crescita della spesa pubblica territoriale, pari complessivamente a 13,7 miliardi di euro (+5,1% rispetto al 2023), è prevalentemente determinata dall’incremento dei canali di fornitura alternativi alla convenzionata classica:

  • Distribuzione Diretta (DD), con una spesa in aumento del 4,6%;
  • Distribuzione Per Conto (DPC), con una spesa in aumento del 10,9%, figlia di una crescente centralità delle farmacie nel veicolare anche farmaci a più alto valore.

La spesa per farmaci delle strutture pubbliche e dei cittadini

La spesa per i medicinali acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche è stata pari a 17,8 miliardi di euro (301,8 euro pro-capite), con un +10% sul 2023 a fronte di un aumento del 4,7% dei consumi e del 4,8% del costo medio per giornate di terapia. La spesa a carico dei cittadini per la compartecipazione sia per i farmaci di classe A acquistati privatamente che per quelli di classe C ha raggiunto nel 2024 i 10,2 miliardi di euro.

L’impatto dei Farmaci Innovativi e delle Terapie Avanzate

La spesa per i farmaci acquistati direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche (ospedaliera) rappresenta un indicatore chiave dell’innovazione e può essere suddivisa in macro-categorie:

  • Farmaci Orfani: la spesa ha toccato i 2,36 miliardi di euro, crescendo del 5,9%, rappresentando l’8,3% della spesa SSN totale.
  • Terapie Avanzate (ATMP): La spesa per queste terapie (come le Car-T) ha raggiunto i 194,48 milioni di euro nel 2024, con un incremento del 60,2% rispetto all’anno precedente.
  • Innovatività Piena: la spesa per le sole indicazioni con requisito di innovatività piena si è ridotta del 13,3% nel 2024, attestandosi a 868 milioni di euro, un dato che riflette l’uscita da questo regime di rimborsabilità per alcune terapie di successo. Nonostante questo, principi attivi come Pembrolizumab e Daratumumab si confermano al vertice per spesa in ambito ospedaliero.

Confronto internazionale e sostenibilità

Nel confronto con altri 9 Paesi europei, l’Italia registra una spesa farmaceutica totale (territoriale pubblica e privata e ospedaliera) pro capite di 672 euro, inferiore a Germania (742 Euro), Austria (733) e Belgio (681), ma superiore a quella di Paesi come Portogallo, Svezia o Regno Unito e comunque ben al di sopra della media europea di 418 euro. Per quanto riguarda il costo dei farmaci, l’Italia ha un costo dei farmaci inferiore in media del 62,5% rispetto a quello degli altri contesti.

Eccelle inoltre per l’uso dei farmaci biologici a brevetto scaduto: l’Italia è al 1° posto nell’incidenza della spesa (59,8%) e del consumo (72,2%) di farmaci biosimilari, superando di gran lunga la media europea. Un’altra nota positiva per la sostenibilità è il risparmio di 5,3 miliardi di euro generato per il SSN dal 2017 al 2024 grazie all’ingresso dei farmaci in lista di trasparenza, di cui 1,2 miliardi solo nell’ultimo anno.

«Il rapporto OsMed ogni anno fornisce un quadro complessivo sull’uso dei farmaci in Italia – ha sottolineato il Professor Pier Luigi Russo – con alcune novità a fronte di tendenze ampiamente consolidate, come quella relativa all’ampia variabilità regionale. (…) Ambiti di rilevante attenzione sono i nuovi farmaci antidiabetici, gli psicofarmaci in età pediatrica, le terapie avanzate – geniche e cellulari – e i farmaci orfani per il trattamento di malattie rare». Tutte aree queste ultime cui il rapporto dedica un approfondimento.