Nintedanib di Boehringer Ingelheim in associazione a docetaxel prolunga a oltre un anno la sopravvivenza globale di pazienti con adenocarcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), localmente avanzato, metastatico o localmente ricorrente, dopo chemioterapia di prima linea.

L’adenocarcinoma è la tipologia più diffusa di tumore polmonare. In più di due terzi dei pazienti la malattia viene diagnosticata in stadio avanzato. I pazienti con NSCLC avanzato ad istologia adenocarcinoma dopo chemioterapia di prima linea hanno di solito una prognosi infausta, pertanto vi è bisogno di farmaci di seconda linea che consentano il prolungamento della sopravvivenza globale, mantenendo la qualità di vita.

Nintedanib è un triplo inibitore di angiochinasi,  somministrato per via orale, che inibisce contemporaneamente le vie di segnalazione cellulare mediate dai recettori del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR), del fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGFR) e del fattore di crescita dei fibroblasti (FGFR). Questi tre tipi di recettori angiochinasici svolgono un ruolo cruciale non solo nella regolazione dell’angiogenesi, ma anche nella crescita e metastatizzazione del tumore. Nintedanib è un farmaco sperimentale non ancora approvato; la sua sicurezza ed efficacia non sono state ancora  completamente stabilite. Attualmente sono in corso studi clinici di Fase III nel NSCLC avanzato, nel tumore del colon retto (refrattario a terapia standard) e nel carcinoma ovarico e studi di Fase II nel mesotelioma, nel carcinoma renale (carcinoma a cellule renali) e nel carcinoma epatico (carcinoma epatocellulare). Nintedanib è il secondo farmaco della pipeline oncologica di Boehringer Ingelheim, dopo afatinib.

Il Comitato di valutazione dei Farmaci per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha espresso parere positivo all’approvazione di nintedanib in associazione a docetaxel, come terapia per pazienti adulti con carcinoma polmonare NSCLC ad istologia adenocarcinoma, localmente avanzato, metastatico o localmente ricorrente, in progressione dopo chemioterapia di prima linea.

L’opinione del CHMP si è basata sui dati dello studio clinico LUME-Lung 1, studio di fase III, randomizzato, in doppio cieco  che ha confrontato nintedanib più docetaxel verso placebo più docetaxel in pazienti con NSCLC localmente avanzato/metastatico, dopo terapia di prima linea. I risultati dimostrano che nintedanib in associazione a docetaxel prolunga in maniera significativa la sopravvivenza globale mediana da 10,3 mesi a 12,6 mesi, in questi pazienti (p=0,0359; HR: 0,83), rispetto alla monoterapia con docetaxel. Tale beneficio è stato determinato senza un impatto sulla qualità di vita. Gli eventi avversi più comuni nei pazienti che hanno assunto nintedanib e docetaxel sono stati: effetti collaterali gastrointestinali e innalzamento reversibile dei livelli degli enzimi epatici, che sono risultati gestiti con terapia di supporto o riduzione del dosaggio.

Un’ulteriore richiesta di autorizzazione alla commercializzazione è stata inoltrata all’Agenzia Regolatoria Europea e all’FDA  per nintedanib come terapia della fibrosi polmonare idiopatica  (IPF).

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