AIFA rende la combinazione elbasvir/grazoprevir per l’epatite C disponibile in Italia con determina 25/1/2017 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 28 del 3/2/2017.

AIFA rende la combinazione elbasvir/grazoprevir per l'epatite C disponibile in Italia con determina 25/1/2017 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 28 2017
La combinazione innovativa elbasvir/grazoprevir per l’epatite C disponibile in Italia da febbraio 2017 con l’obiettivo di contribuire all’eradicazione dell’epatite C cronica GT 1 e GT4

MSD annuncia la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di autorizzazione AIFA per la combinazione elbasvir/grazoprevir (Zepatier™) con o senza ribavirina (RBV) per il trattamento del virus dell’epatite C cronica (HCV) genotipo (GT) 1 oppure GT4 negli adulti.

La combinazione elbasvir/grazoprevir è già disponibile negli Stati Uniti, in Canada e in molti Paesi Europei per perseguire l’obiettivo comune dell’eradicazione dell’epatite C nei genotipi 1-4. Elbasvir/grazoprevir ha anche ottenuto il riconoscimento del profilo di innovatività.

Caratteristiche della combinazione elbasvir/grazoprevir per l’epatite C disponibile in Italia da febbraio 2017

«Elbasvir/grazoprevir – afferma Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di MSD Italia – rappresenta la vera innovazione per un deciso passo in avanti nel perseguire l’obiettivo di eradicazione dell’HCV nei genotipi 1 e 4. Il farmaco, infatti, ha dimostrato elevatissimi tassi di risposta virologica sostenuta, dispone di evidenze cliniche per un ampio range di pazienti, inclusi i difficili da trattare, è una terapia maneggevole per il medico ed il paziente e presenta limitate interazioni farmacologiche».

«Da oltre 30 anni – prosegue Nicoletta Luppi – MSD è impegnata nella lotta all’infezione da epatite C cronica: una lunga storia di lavoro e di ricerca, finalizzata a rendere disponibili opzioni terapeutiche dall’ottimo profilo di efficacia, tollerabilità e sicurezza al maggior numero di pazienti e per aiutare a ridurre in tutto il mondo il carico della malattia».

Migliaia di pazienti cronici con HCV in tutto il mondo hanno partecipato al programma di sviluppo clinico del farmaco, che è stato progettato per rispondere anche ai bisogni terapeutici dei pazienti fragili: con precedente fallimento del trattamento, con cirrosi compensata o già trattati con peginterferone più RBV, con o senza un inibitore della proteasi.

«L’epatite C oggi può essere concretamente risolta. Come MSD – conclude Nicoletta Luppi – vogliamo essere parte attiva della soluzione anche dal punto di vista della sostenibilità del sistema. Siamo, infatti, orgogliosi di aver improntato la nostra negoziazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco sulla base dei criteri di equità, solidarietà e responsabilità sociale richiesti, anche recentemente, dall’AIFA attraverso il suo direttore generale».

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