Uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori americani ha permesso di identificare la correlazione tra insonnia cronica e rischio cardiovascolare. Le correlazione individuata consiste in un’alterazione della funzione simpatica e in una maggiore reattività neuronale allo stress. Questo studio è stato pubblicato a marzo 2018 sulla rivista internazionale Sleep.

Diverse ricerche hanno studiato la correlazione tra insonnia cronica e rischio cardiovascolare, ipertensione e diabete
Diverse ricerche hanno studiato la correlazione tra insonnia cronica e rischio cardiovascolare, ipertensione e diabete

Altri studi hanno invece indagato il legame tra insonnia e diabete, una delle maggiori comorbidità nei pazienti insonni. Tali studi hanno verificato inoltre che circa 4 pazienti diabetici su 5 hanno sintomi di insonnia.

Secondo altri studi, le persone affette da disturbi del sonno hanno un rischio di ipertensione arteriosa più alto del 300-500% rispetto a soggetti non insonni (indipendentemente da età, indice di massa corporea, diabete, consumo di alcool e fumo). 2 pazienti ipertesi su 5  soffrono anche di insonnia.

Lino Nobili, coordinatore scientifico del Progetto Sonno&Salute, responsabile del Centro di Medicina del Sonno dell’Ospedale Niguarda di Milano e segretario della European Sleep and Research Society spiega che questi studi rappresentano ulteriori conferme dell’importanza del ruolo svolto dal sonno nel mantenimento di una corretta salute psico-fisica: ogni alterazione del cosiddetto orologio biologico interno, infatti, si ripercuote anche su altre funzioni fisiologiche fondamentali come:

  • i livelli ormonali,
  • la temperatura corporea,
  • la pressione arteriosa,
  • il tono dell’umore,
  • il metabolismo energetico

«Associata ai disturbi del sonno, all’ipertensione e al diabete – dice Lino Nobili – vi è spesso una ridotta produzione di melatonina, ormone prodotto nella ghiandola pineale che regola i ritmi circadiani e il funzionamento corretto dell’orologio biologico nell’arco delle 24 ore».

Questo ormone, infatti, oltre a intervenire sul ritmo sonno-veglia, svolge:

  • un’azione diretta nella regolazione del metabolismo energetico e del glucosio durante la giornata,
  • un’azione indiretta sul sistema cardiovascolare perché interviene nella regolazione dei ritmi circadiani e conseguentemente della pressione arteriosa.

Possibilità di trattamento per l’insonnia

Come illustra Lino Nobili, il primo trattamento dell’insonnia è di tipo comportamentale. Deve essere volto a correggere lo stile di vita (abitudini, condotte e aspettative) che può causare o perpetuare il disturbo.

L’approccio farmacologico è basato sull’utilizzo di sedativo-ipnotici e di melatonina.

Melatonina a rilascio prolungato per il trattamento dell’insonnia

La somministrazione di melatonina 2 mg a rilascio prolungato è consigliata come prima intenzione nei soggetti insonni che hanno superato i 55 anni d’età. Studi clinici hanno dimostrato che questa formulazione sincronizza il ritmo circadiano sonno-veglia con un triplice effetto:

  • riduce significativamente il tempo di addormentamento,
  • migliora la qualità del sonno,
  • migliora le performance diurne.

Il trattamento non dà assuefazione. È approvato per un tempo di somministrazione di 13 settimane continuative, anche in concomitanza ad altre terapie in soggetti con comorbidità come le persone con ipertensione o diabete.

Farmaci sedativo-ipnotici per il trattamento dell’insonnia

I farmaci sedativo-ipnotici utilizzati per l’insonnia sono a emivita breve; se ne consiglia l’utilizzo per periodi che non superino le quattro settimane. Se sono assunti sistematicamente ogni notte per lungo tempo, infatti, tendono a perdere la loro efficacia. Inoltre, l’assunzione cronica può avere effetti negativi su:

  • struttura del sonno,
  • livelli di vigilanza diurna,
  • alcune funzioni cognitive come memoria e attenzione.

Seconda edizione del Progetto Sonno & Salute: comorbidità cardio-metaboliche dell’insonnia

Alla luce di queste evidenze, e grazie al contributo di Fidia Farmaceutici, è ripartita la seconda edizione del Progetto Sonno & Salute, quest’anno incentrata sulle comorbidità cardio-metaboliche dell’insonnia.

Il progetto è realizzato anche con il supporto di:

  • AIMS (Associazione Italiana Medicina del Sonno – Italian Association of Sleep Medicine),
  • SIN (Società Italiana Neurologia – Italian Society of Neurology),
  • SIIA(Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa – Italian Society of Hypertension),
  • SIMI (Società Italiana Medicina Interna – Italian Society of Internal Medicine),
  • AMD (Associazione Medici Diabetologi – Italian Association of Diabetologists).

Il progetto rientra nelle attività previste per la Giornata Mondiale del Sonno 2018, ha pertanto ricevuto l’egida della World Sleep Society per il secondo anno consecutivo.

I corsi del Progetto Sonno & Salute 2018

Dal 24 marzo fino al mese di ottobre 2018, sono stati calendarizzati 18 corsi di formazione ECM territoriali dedicati ai medici di medicina generale e agli specialisti (cardiologi, endocrinologi, geriatri, diabetologi, neurologi, internisti, psichiatri) su queste tematiche.

Obiettivo dei corsi è diffondere una cultura sui disturbi del sonno e sulle problematiche ad essi correlate per favorire un corretto e tempestivo riconoscimento dei pazienti con questa tipologia di disturbi e quindi l’adozione di un approccio diagnostico terapeutico adeguato.

I corsi vedranno impegnata una Faculty composta da specialisti in Medicina del Sonno, Diabetologia, Cardiologia/Medicina Interna:

  • Lino Nobili, Coordinatore del progetto, Segretario della European Sleep Research Society e Responsabile del Centro di Medicina del Sonno dell’Ospedale Niguarda di Milano;
  • Raffaele Ferri, presidente AIMS e direttore del Centro di Medicina del Sonno – Dipartimento di Neurologia presso l’Istituto Oasi per la ricerca sul ritardo mentale e l’involuzione cerebrale senile (IRCCS) di Troina;
  • Dario Arnaldi, Centro di Medicina del Sonno presso la Clinica Neurologica – Dipartimento di Neuroscienze (DiNOGMI) – dell’Università di Genova;
  • Nicola Montano del Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’Università degli Studi di Milano presso il Dipartimento di Medicina della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano;
  • Bruno Trimarco del Dipartimento di Medicina Clinica, Scienze Cardiovascolari e
    Immunologiche presso l’Università Federico II di Napoli;
  • Giovanni Sartore del Dipartimento di Medicina (DIMED) – Diabetologia e Dietetica – dell’Università di Padova.