Alessandro Sidoli

Nel corso dell’annuale Assemblea di Assobiotec – l’associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che riunisce, nell’ambito di Federchimica, più di 130 associati tra imprese e parchi scientifici e tecnologici – Alessandro Sidoli è stato rieletto a larghissima maggioranza presidente dell’Associazione per il triennio 2013-2016. Nell’occasione si è svolta anche la cerimonia di consegna dell’Assobiotec Award, edizione 2013, istituito da Assobiotec nel 2008 per dare un riconoscimento alle personalità e agli enti che si sono particolarmente distinti nella promozione dell’innovazione, della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico nel settore delle biotecnologie.Il premio è stato quest’anno assegnato al Consiglio Nazionale delle Ricerche, nel 90° anniversario dalla sua fondazione.

«Il mondo guarda alle biotecnologie come a un patrimonio di conoscenze e competenze strategiche utile ad assicurare crescita economica, occupazione qualificata, qualità della vita e benessere. La prospettiva di partecipare all’affermazione della bioeconomia come modello di sviluppo competitivo e sostenibile, costituisce una sfida imperdibile, non solo per le nostre imprese, ma anche per l’intero sistema italiano della ricerca e dell’industria innovativa», così il Presidente di Assobiotec, che ha poi proseguito: «La drammatica crisi che tocca Paese e imprese ha radici antiche. Dal 1997 al 2007, infatti, il tasso di crescita dell’economia italiana è stato mediamente inferiore di circa un punto percentuale a quello dei Paesi dell’area euro. Il problema di fronte al quale ci troviamo non è meramente congiunturale, ma attiene alle caratteristiche strutturali di un modello di sviluppo economico che ha perso di forza e competitività. Serve dunque guardare ai settori innovativi, come le biotecnologie, che possono realmente rappresentare un motore di rilancio per il nostro Paese». Nel fare il punto sullo stato del settore, Alessandro Sidoli ha ricordato che «esiste in Italia, nel biotech, una realtà industriale estremamente dinamica e competitiva, che si è dimostrata capace di crescere nonostante la crisi globale, tanto che l’Italia è terza in Europa per numero di imprese pure biotech, dopo la Germania e il Regno Unito. Serve ora un piano per lo sviluppo delle biotecnologie, indispensabile per permettere al Paese di primeggiare, come merita, nell’alta innovazione».