Domenico Di Giorgio, AIFA

In conclusione, è possibile tracciare un bilancio e anticipare le prospettive a medio periodo delle azioni di contrasto?

Per quanto riguarda l’Italia, è indubbio il ruolo di primo piano che il nostro paese ha nella lotta al fenomeno; il rafforzamento del networking a livello internazionale, da realizzare anche attraverso l’estensione all’intero ambito UE di progetti come FAKESHARE e FAKECARE, rappresenta per noi un buon esempio di “obiettivo a medio termine”, che siamo certi porterà a risultati significativi in termini di risultati delle attività di contrasto.

L’AIFA sta anche sviluppando collaborazioni che permettano di estendere il coinvolgimento di operatori e studiosi nei progetti in corso: gli accordi con le università e con gli Ordini professionali conclusi negli ultimi mesi ci hanno permesso di usufruire del supporto scientifico di medici, psicologi, criminologi e di altri specialisti, portando a un livello più alto anche le nostre ricerche, con risultati che saranno tangibili già nei prossimi mesi.

 

In che modo un farmaco può essere contraffatto

Le modalità di contraffazione dei farmaci sono differenti, ma in ogni caso possono avere ripercussioni sulla salute pubblica. «Un prodotto contraffatto/falsificato – afferma Di Giorgio – può contenere lo stesso principio attivo del prodotto originale, ma con un dosaggio diverso, può contenere ingredienti pericolosi o addirittura può non contenere alcun principio attivo. In tutti questi casi il rischio per la salute è comunque rilevante: si pensi ad esempio al pericolo che corre chi assume un “prodotto naturale” per le disfunzioni erettili contenente in realtà un dosaggio di principio attivo non dichiarato, che può essere anche doppio rispetto al farmaco autorizzato e distribuito attraverso i canali di vendita legali. Questi prodotti, inoltre, non di rado contengono elevati livelli di impurezze, risultato di processi produttivi sui quali non è effettuato alcun tipo di controllo».