Domenico Di Giorgio, AIFA

Per delineare un quadro aggiornato del fenomeno della contraffazione dei farmaci nel nostro Paese, NCF ha intervistato Domenico Di Giorgio, direttore dell’Unità di Prevenzione della Contraffazione dell’AIFA

 

Mariella Di Stefano

Il problema della falsificazione e dell’importazione illegale di medicinali, che ha registrato negli ultimi anni un trend in continua crescita, riconducibile in parte anche all’esplosione di farmacie illegali su Internet, coinvolge tutti i Paesi e viene contrastato con iniziative a livello nazionale, europeo e internazionale, NCF ne ha parlato con Domenico Di Giorgio, direttore dell’Unità di Prevenzione della Contraffazione dell’AIFA 

Qual è l’incidenza della contraffazione dei farmaci in Italia e in quali settori è più diffusa?

In Italia l’incidenza del problema è limitata e sicuramente inferiore rispetto ad altri paesi UE ed extra UE, grazie a una serie di misure di prevenzione e contrasto poste in essere da tempo e riconducibili al sistema di tracciatura dei farmaci (attraverso il bollino a lettura ottica), al processo di autorizzazione e monitoraggio delle importazioni di farmaci provenienti dall’estero e, ancora, alla consolidata collaborazione tra istituzioni, attraverso tavoli intersettoriali come la task force IMPACT Italia, che supportano anche le operazioni di controllo effettuate sul territorio dalle forze di polizia specializzate come i Carabinieri NAS.

Ciononostante, in Italia come in altri paesi, si registra un incremento del fenomeno al di fuori della filiera distributiva legale, confermato dai numerosi sequestri di prodotti non autorizzati o contraffatti effettuati in ambito doganale e sul territorio (nella rete di distribuzione illegale) e riconducibili in larga parte al proliferare in rete di negozi dediti alla promozione e alla vendita di prodotti pericolosi.

L’offerta “illegale” comprende, in particolare, tipologie di farmaci più legate a modelli sociali che a esigenze terapeutiche, ovvero prodotti per il trattamento delle disfunzioni erettili, per la perdita di peso, insieme a sostanze dopanti. Trattandosi dunque di prodotti legati ad aspetti psicologici delicati, diviene preferenziale il ricorso a canali che garantiscono in qualche misura l’anonimato, poiché elicitano comportamenti finalizzati alla tutela della propria sfera intima.

Sono diversi le attività e i progetti nazionali ed europei in corso in materia di lotta alla contraffazione dei farmaci. Con quali sinergie e verso quali obiettivi si sta lavorando?

In Italia esiste da tempo una task-force, denominata IMPACT Italia, nell’ambito della quale le amministrazioni coinvolte, ovvero AIFA, ministero della Salute, Carabinieri NAS, Istituto Superiore di Sanità, Agenzia delle Dogane, Ministero dello Sviluppo Economico, con il supporto di altre istituzioni pubbliche e private, collaborano alla realizzazione di iniziative di prevenzione e contrasto al fenomeno. Tra le più recenti possiamo citare le operazioni di controllo effettuate nelle sedi doganali e sul territorio, realizzate con l’obiettivo di verificare la possibile presenza di prodotti dichiarati come naturali, ma in realtà contenenti principi farmacologicamente attivi e dunque potenzialmente molto pericolosi.

Anche a livello europeo c’è una grande sensibilità al problema, testimoniata non solo dall’istituzione di gruppi di lavoro e comitati dediti alla problematica. Il ruolo guida dell’Italia è riconosciuto, e sottolineato anche dalla recente approvazione da parte della Commissione Europea di due progetti sul contrasto della contraffazione sul web, FAKESHARE e FAKECARE, finanziati dalla stessa Commissione, ai quali l’AIFA partecipa rispettivamente come amministrazione capofila e co-beneficiaria.

Il progetto FAKESHARE, guidato dall’AIFA, prende le mosse dalla necessità di rafforzare il contrasto alla vendita on line di farmaci attraverso la creazione di strutture informatiche adatte a coordinare, condividere e ottimizzare le attività portate avanti dai singoli paesi europei.

Il progetto FAKECARE, guidato dall’Università di Trento e supportato da AIFA, ha invece lo scopo di sistematizzare e strutturare lo studio dei meccanismi della domanda e dell’offerta di prodotti illegali attraverso la rete Internet, e porterà anche alla realizzazione di un software ad hoc per l’individuazione automatica di farmacie web illegali.