Nella seduta del 31 gennaio, il Consiglio dei ministri, in conformità e in attuazione di quanto disposto dal decreto legge in materia di revisione della spesa pubblica (n.95 del 2012) e in particolare con la previsione che i Ministeri attuino una riduzione consistente degli uffici dirigenziali e delle dotazioni organiche del personale dirigente e non, ha approvato due primi regolamenti per la riorganizzazione dei Ministeri dell’Istruzione, università e ricerca e della Salute.
Ciascun Ministero – spiega un comunicato di Palazzo Chigi – ha operato una scelta improntata alla razionalizzazione e alla diminuzione della spesa, compiendo autonome scelte organizzative coerenti e compatibili con le esigenze delle proprie funzioni ma con il comune obiettivo di spending review dettato dal decreto legge.
Rispetto al vigente regolamento che prevede un’articolazione del dicastero in dipartimenti (attualmente in numero di tre) e in un ufficio generale, di livello non dipartimentale, la nuova organizzazione si caratterizza per l’eliminazione delle strutture dipartimentali e la istituzione del segretariato generale. Tale scelta è coerente con una lettura del quadro normativo maggiormente in linea con le specifiche esigenze di funzionalità del Ministero della salute e quindi con il principio costituzionale di buon andamento della pubblica amministrazione. Più in particolare con l’introduzione della figura del segretario generale si mira a operare una razionalizzazione delle funzioni di coordinamento delle strutture ministeriali rafforzando l’unitarietà dell’agire amministrativo del Dicastero e, nel contempo, si corrisponde a tutte le prescrizioni intervenute in materia di razionalizzazione della spesa, accrescimento dell’efficienza dell’azione amministrativa, riduzione del personale di supporto e centralizzazione dei servizi comuni. L’eliminazione delle strutture dipartimentali consente inoltre un maggiore risparmio in termini economici in correlazione con la soppressione di un numero equivalente di direzioni generali.