Gli esperti del VI summit Impact proactive – dedicato alla Legge 38/2010 e che riunisce ogni anno Ministero della Salute, AGENAS, Regioni, Società Scientifiche, Associazioni di categoria e Fondazioni per discutere i risultati raggiunti e le criticità ancora da superare, al fine di garantire a tutti i cittadini il diritto a non soffrire – indirizzano al Governo italiano le loro proposte per assicurare cure antalgiche appropriate in tutti i Paesi dell’Unione europea. È tempo di “scelte sagge”: medici, altri operatori sanitari, pazienti e Associazioni dei Cittadini, uniti in una comune alleanza terapeutica, devono definire con chiarezza e condividere le “cose da fare” e anche le “cose da non fare” per rendere più appropriata nel nostro Paese la gestione della malattia dolore. Inoltre, in vista del semestre italiano di Presidenza all’UE, si profila un’importante occasione per porre la lotta al dolore e la specifica esperienza del nostro Paese all’ordine del giorno presso la comunità europea.
«Quest’anno, come pre-annunciato alla fine del workshop 2013 e come evidenziato dal titolo “choosing wisely”, ci concentreremo sulla discussione delle buone pratiche diagnostico-terapeutiche, indispensabili per portare a termine il processo di applicazione della Legge 38 e per superare le resistenze che ancora si oppongono a questo obiettivo – esordisce Gian Franco Gensini, presidente del Comitato Scientifico Impact proactive e Ordinario di Medicina Interna all’Università di Firenze. – Inoltre, il workshop si apre a due soli giorni di anticipo dall’investitura dell’Italia alla Presidenza del Consiglio Europeo per il secondo semestre 2014. Un’occasione irrinunciabile per sensibilizzare, a livello internazionale, Istituzioni e comunità medica sui bisogni dei pazienti che soffrono. La nostra Assemblea – da sempre impegnata a supportare il Ministero della Salute in tema di terapia del dolore e cure palliative – è il palcoscenico su cui vengono presentati in anteprima i contenuti della proposta operativa del Governo italiano ai partner europei, per garantire cure antalgiche appropriate in tutti i Paesi dell’Unione. E formulerà essa stessa, attraverso i suoi autorevoli esperti, un modello organizzativo efficace per la gestione del paziente con dolore, oncologico e non, che sarà sottoposto all’Esecutivo italiano in vista del prestigioso incarico europeo».
Durante il semestre di Presidenza all’UE, l’Italia presenterà un position paper per condividere con gli Stati membri e la Commissione Europea l’esperienza acquisita in virtù della Legge 38/2010. Marco Spizzichino, direttore dell’Ufficio XI – Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute, ne ha anticipato alcuni punti salienti alla platea di Impact: «Obiettivo fondamentale di questo documento, condiviso anche con le Regioni, sarà estendere i concetti chiave della nostra normativa agli altri Paesi dell’Unione. In particolare, chiederemo: reti nazionali per la terapia del dolore e le cure palliative, campagne di comunicazione per informare i cittadini, progetti di formazione e aggiornamento degli operatori sanitari, linee guida sul trattamento farmacologico e non farmacologico del dolore cronico e indicazioni circa il suo monitoraggio. Fondamentale è che i pazienti abbiano accesso a terapia del dolore e cure palliative a prescindere dalla provenienza geografica, dal sesso, dallo stato sociale e dall’età; nel documento viene infatti posta particolare attenzione ai bambini e agli anziani, in quanto categoria di deboli tra i deboli. Ci auguriamo, inoltre, di poter condividere fra Stati membri dati, strategie, modelli assistenziali e best practice, di discutere la necessità di rafforzare la ricerca scientifica e di porre le basi per la creazione di una Giornata ufficiale europea contro il dolore e di una per le cure palliative, con l’obiettivo di sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica».
La Legge 38/2010, i cui principi saranno quindi tra i topic del semestre italiano all’UE, nel frattempo continua in patria il suo percorso di applicazione. Gli ultimi aggiornamenti sono stati illustrati da colui che è considerato il “padre” della normativa, Guido Fanelli, presidente della Commissione ministeriale Terapia del Dolore e Cure Palliative: «Sul fronte della definizione delle tariffe sono stati compiuti importanti passi avanti. Come Ministero della Salute, abbiamo inviato un questionario alle Unità di Cure Palliative Primarie di tutt’Italia, per raccogliere dati sulla diversità regionale dei costi. Quasi tutte hanno risposto, permettendoci di comprendere le differenze tra una Regione e l’altra, di equilibrare i budget e codificare le singole prestazioni. Si è così potuto individuare il livello di reimbursement medio su cui ragionare. Stiamo, inoltre, lavorando affinché le prime visite di terapia del dolore abbiano una loro specifica categorizzazione e non siano più indicate genericamente come “visite mediche”. In tal modo, sarà possibile monitorare la prevalenza e comprendere la dimensione del problema dolore, oltre che il suo reale impatto sull’economia delle strutture ospedaliere».
«Ci stiamo poi concentrando sulle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) – prosegue Fanelli – affinché venga indicato al loro interno se il paziente è stato sottoposto o meno a terapia del dolore e se il trattamento è stato efficace. Per quanto riguarda i master sulla terapia del dolore, quelli attualmente attivi e aderenti ai dettami della Gazzetta Ufficiale 89 dell’aprile 2012 sono 4, l’auspicio è che presto aumenti il numero delle Università in grado di erogarli. Le Regioni stanno proseguendo i percorsi attuativi e quasi tutte hanno deliberato, ma servono ulteriori sforzi per passare dalle delibere alla concreta applicazione della 38: ora molto dipende dalle singole realtà regionali e dai Direttori Generali delle Asl, che devono seriamente impegnarsi su questo fronte».