Le problematiche riguardanti il trattamento farmacologico del Disturbo da Deficit Attentivo con Iperattività (ADHD) sono da tempo entrate nella Agenda operativa dell’Agenzia Italiana del Farmaco. A tale proposito, l’Agenzia ricorda che il prossimo 9 marzo chiuderà la consultazione pubblica sul suo Concept Paper esclusivamente dedicato a questa tematica.
L’ADHD – comunica Aifa in una nota – è una patologia neuropsichiatrica con esordio in età evolutiva, caratterizzata, dal punto di vista sintomatologico, dalla triade disattenzione, impulsività e iperattività motoria. Si distinguono tre presentazioni cliniche: con disattenzione predominante; con iperattività predominante e una forma combinata. L’eziologia dell’ADHD è multifattoriale e include fattori genetici e ambientali la cui interazione contribuisce alla genesi del disturbo.
Secondo i criteri dell’American Psychiatric Association, la diagnosi richiede la presenza di almeno sei sintomi di disattenzione e/o sei sintomi di iperattività che devono persistere per almeno 6 mesi e coinvolgere diverse aree della vita e delle attività quotidiane.
Questi sintomi comprendono vari comportamenti patologici tra i quali l’incapacità di prestare attenzione ai dettagli, la difficoltà a organizzare e portare a termine compiti e attività, oltre che l’irrequietezza motoria e l’impossibilità a rimanere seduti.
La prevalenza mondiale della diagnosi di ADHD nei bambini e negli adolescenti è stimata intorno al 5,9-7,1%. In Italia, si attesta all’1% nella popolazione di età compresa tra i 6-17 anni, ma un recente studio di popolazione, con screening mediante questionario e successiva valutazione clinica strutturata, ha misurato una prevalenza del 3% in un campione di oltre 6.000 bambini e adolescenti delle scuole medie e inferiori.
Un altro dato molto interessante che emerge dal Concept Paper, deriva da uno studio condotto dalla WHO World MentalHealth su 10 Paesi per valutare la prevalenza di ADHD nell’adulto (dai 18 ai 44 anni): è emerso che la stima di tale prevalenza si aggira intorno al 3,4% con un valore più alto in Francia (7,3%) e più in basso in Spagna(1,2%) mentre negli Stati Uniti è pari al 5,2%. I dati dallo stesso studio evidenziano che la prevalenza dell’ADHD in Italia varia dal 2,8%al 7,3%.
Il Concept Paper poi si sofferma e analizza le terapie farmacologiche disponibili, evidenziando su tali aspetti le maggiori problematiche nel nostro Paese.
La discussione, oltre a concentrarsi sulle forme farmaceutiche dei farmaci disponibili, si sofferma sul ruolo e sulle finalità del Registro ISS su ADHD. Nato infatti come uno strumento per monitorare la sicurezza dei trattamenti al momento della oro autorizzazione in Italia, il Registro ha evidenziato nel corso del suo utilizzo una serie di criticità che ne richiedono un ripensamento in termini di obiettivi e funzioni.