Per quanto riguarda il carcinoma di tipo diffuso, mancano informazioni sufficienti per stabilire l’esatta istogenesi. Nel caso del carcinoma di tipo intestinale, invece, la maggior parte dei casi segue una sequenza caratteristica atrofia-metaplasia-displasia-neoplasia.
La metaplasia, che segue l’atrofia, consiste nella sostituzione delle cellule epiteliali gastriche di tipo ghiandolare e di superficie con cellule simili a quelle della mucosa intestinale con modifiche che, dall’area proliferativa delle ghiandole mucose situate nel colletto, si estendono alle cellule della base e poi progressivamente alle altre cellule della ghiandola. Questo processo avviene soprattutto nell’area pilorica e può essere completo o incompleto a seconda che vengano prodotti tutti o on parte gli enzimi intestinali.
La displasia comporta una alterazione più o meno accentuata (displasia di alto o basso grado) delle ghiandole che si appiattiscono o formano polipi adenomatosi protrudenti verso il lume.
La neoplasia si origina dalle zone del colletto interessate da metaplasia e da displasia estendendosi verso la base della ghiandola e avviene in un elevato numero di ghiandole contemporaneamente.
Il carcinoma gastrico in fase iniziale si diffonde dalla zona proliferativa della ghiandola verso l’esterno della ghiandola stessa allo stroma e alle ghiandole adiacenti e infiltra la membrana basale, la lamina propria, la muscolaris mucosae e la sottomucosa passando allo stadio di cancro avanzato.
La diffusione metastatica è precoce e può seguire diverse vie: linfatica, ematica, peritoneale o diretta per contiguità.
L’invasione linfatica è facilitata dall’assottigliamento della tonaca mucosa che si verifica già nella fase atrofica. In questo modo, i vasi linfatici, che, in condizioni fisiologiche restano negli strati più profondi, vengono a trovarsi in tutta la lamina propria a contatto con un numero maggiore di ghiandole aumentando così la possibilità di essere invasi da cellule neoplastiche. Queste raggiungono i linfonodi dello stomaco, del fegato, del pancreas e della zona sopraclavicolare (segno di Troisier, tipicamente a sinistra). L’infiltrazione all’esofago è dovuta alla permeazione dei vasi linfatici sottomucosi, mentre quella al duodeno avviene attraverso i linfatici sottosierosi o per infltrazione diretta attraverso la tonaca muscolare. Per contiguità, il tumore può estendersi anche alla superficie anteriore del pancreas, al mesocolon traverso, alla milza, al lobo sinistro del fegato e al peritoneo e, da qui, nelle donne, può raggiungere le ovaie (tumore di Krekemberg) con successiva diffusione allo sfondato pre-rettale e retto-vescicale. Attraverso la via ematica, si originano metastasi a distanza inizialmente al fegato poi ai polmoni e, in misura minore alle ossa e al midollo osseo e al cervello.