Secondo quanto pubblicato dal Report 2014 di Assobiomedica “Produzione, Ricerca e Innovazione nel settore dei Dispostivi Medici in Italia”, l’Italia è fuori dalla top ten per quanto riguarda l’attività di brevettazione e i flussi di commercio.
In particolare, nel ranking mondiale 2012, il nostro Paese è il dodicesimo brevettatore, il quattordicesimo esportatore e l’undicesimo importatore.
La quota di esportazioni sul totale si mantiene superiore a quella relativa ai brevetti, fatto che lascia pensare che l’attività italiana di brevettazione sia efficacemente selettiva e che le imprese italiane siano particolarmente attive sul versante dell’innovazione incrementale.
L’Italia mostra una certa specializzazione nelle attrezzature tecniche, dove sia la quota di mercato sia la quota di brevetti risultano essere superiori alla media. Inoltre, la crescita dell’attività di brevettazione nel biomedicale svela interessanti prospettive per questa classe di prodotti. Nel 2013 le esportazioni di dispositivi medici sono cresciute del 2,8%, a differenza di quelle della manifattura nel complesso che sono rimaste sostanzialmente invariate. Pur continuando ad avere una performance commerciale migliore con i partner extra europei, rispetto all’anno precedente i flussi d’esportazione verso l’Europa hanno ripreso a crescere, segnando una significativa inversione di rotta. I mercati di sbocco delle esportazioni italiane appaiono fortemente diversificati; sotto questo aspetto l’Italia risulta meno esposta ai rischi di natura geopolitica soggetti a mutamenti anche repentini. Se da un lato, dunque, l’industria italiana del settore non si trova nella necessità di attuare particolari riposizionamenti, dall’altro può certamente penetrare maggiormente molti mercati esteri. In conclusione, per l’Italia è importante crescere come esportatore e soprattutto agganciare le economie emergenti, sia come mercati di sbocco, sia per avviare rapporti di collaborazione anche nella fase di produzione.