Da una ricerca commissionata da Philips ad Astra Ricerche emerge che il 62% degli italiani russa, il 79% di chi convive con chi russa è infastidito, il 59% lamenta disturbi e sintomi diurni quali perdita di concentrazione, mal di testa, vuoti di memoria, il 53% si sente affaticato, 1 italiano su 4 soffre di apnee ostruttive del sonno.
Sono ancora pochi coloro che curano i disturbi del sonno: solo il 4,8% dei russatori e il 4% di coloro che soffrono di apnea ostruttiva notturna.
Luigi Ferini-Strambi, direttore del Centro per i disturbi del sonno dell’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano e presidente della WASM-World Association of Sleep Medicine, afferma: «Russare è uno dei principali segnali dell’apnea ostruttiva del sonno (OSA), un disturbo che viene riferito, includendo anche chi ne soffre in maniera occasionale, dal 23% della popolazione adulta. Se trascurata, l’OSA, modifica il funzionamento del metabolismo aumentando i livelli di grelina, un ormone che può portare a mangiare di più, favorendo l’insorgenza di obesità e diabete. L’OSA impatta negativamente anche sul sistema immunitario che diventa più fragile ed espone a un rischio maggiore di sviluppare malattie di tipo immunitario e influenza la pressione arteriosa, che aumenta sia di notte che di giorno, con riflessi negativi sull’apparato cardiocircolatorio».
«I segnali dell’apnea ostruttiva del sonno sono: russamento, cefalea mattutina, nicturia. È idea comune, per esempio, che la nicturia sia causa di un problema di prostata, quando invece spesso è l’OSA responsabile delle alzate notturne. È importante inoltre fare chiarezza sul rischio correlato al peso corporeo. Non è necessariamente il paziente obeso il soggetto più a rischio. L’aumento di peso è il problema: motivo per cui gli individui normopesi e in lieve sovrappeso devono fare maggior attenzione alla linea per ridurre il rischio.», ha dichiarato Giuseppe Insalaco, primo ricercatore responsabile modulo “Tecnologie Innovative per lo Studio dei Disturbi Respiratori nel Sonno” Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare Consiglio Nazionale delle Ricerche, Palermo, «Prevenire la cronicizzazione del disturbo resta un fattore determinante per evitare il rischio di sviluppare altre patologie quali obesità, diabete, disturbi del ritmo cardiaco».
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