Entro il 5 dicembre di quest’anno, molte aziende di grandi dimensioni o fortemente energivore, dovranno dotarsi di un sistema di diagnosi energetica. Lo stabilisce il decreto legislativo 102/14, approvato lo scorso 4 luglio, con il quale il governo italiano ha recepito la direttiva europea 27/2012/EU in materia di efficienza energetica. Il decreto affronta diversi aspetti di questo tema, stabilendo una serie di misure volte a promuovere e migliorare l’efficienza energetica nel nostro Paese e a rimuovere tutti gli ostacoli che ne frenano la diffusione sia nella fase di fornitura che durante gli usi finali. Di quest’ultimo punto, in particolare, vengono affrontati gli aspetti legati alla promozione dell’efficienza energetica negli edifici, il controllo delle prestazioni degli immobili di proprietà della Pubblica Amministrazione, le norme che la PA deve seguire in caso di acquisto o affitto di immobili, la regolamentazione del regime obbligatorio di efficienza energetica, le modalità di misurazione e fatturazione dei consumi, le diagnosi energetiche e i sistemi di gestione dell’energia. 

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Entro il 5 dicembre 2015, molte aziende di grandi dimensioni o fortemente energivore dovranno dotarsi di un sistema di diagnosi energetica

L’obiettivo finale di risparmio energetico entro il 2020 è fissato, in coerenza con la Sen (Strategia energetica nazionale), a 20 milioni di Tep (tonnellate equivalenti di petrolio) di energia primaria (vale a dire l’energia contenuta nelle fonti energetiche primarie, come il petrolio o il sole, prima che vengano trasformate e rese disponibili per il consumo). Questo valore è considerato equivalente a 15,5 milioni di Tep in termini di energia finale (quella trasformata e trasportata agli utenti finali: industrie, trasporti, famiglie, servizi e  agricoltura).

All’Enea sono stati affidati diversi compiti dal D.Lgs 102/14, tra i quali la raccolta dati, il monitoraggio, l’elaborazione di proposte per interventi su immobili pubblici e privati, la preparazione di report ecc.

Abbiamo chiesto all’ing. Nino Di Franco, direttore dell’Unità Tecnica per l’Efficienza Energetica dell’Enea, di approfondire alcuni aspetti del decreto.

Per quali motivi l’UE richiede un adeguamento così importante sull’efficienza energetica?

Fondamentalmente per tre motivi: per ridurre le emissioni; per questioni di dipendenza energetica e per aumentare la competitività del sistema

Piuttosto che un sistema impositivo, non sarebbe stata più efficace una soluzione come quella usata in Germania per incentivare la certificazione ISO 50001 (Eliminazione dalla bolletta dei contributi per le energie rinnovabili a chi si fosse certificato)?

È stata prodotta una direttiva, la 32 del 2006, che non ha centrato tutti gli obiettivi nell’ambito dell’efficienza energetica, soprattutto in termini di diffusione di best practices. Si conta di penetrare l’universo degli utenti finali industriali in modo più deciso tramite l’imposizione di esecuzione di una diagnosi. In questo momento, non penso che il governo possa fare a meno dei contributi sulle rinnovabili nelle bollette, quindi non potrebbe sostenere in modo oneroso la diffusione della ISO 50001.

La questione, al momento, riguarda solo le grandi imprese (o quelle energivore): ritiene che possa essere la premessa per interventi anche sulle PMI?

Il D.Lgs prevede all’art. 8 un cofinanziamento Ministero sviluppo economico-Regioni proprio per diffondere la pratica delle diagnosi presso le PMI.

A suo parere questa legge può costituire una buona opportunità per le imprese per ottimizzare i propri processi oppure le disposizioni sono troppo onerose?

I vantaggi supereranno sicuramente gli oneri.

Vi sono dei servizi di assistenza pubblici per accompagnare le aziende in questo percorso?

È previsto che le regioni, assistite da ENEA, attuino un piano di formazione per gli auditor. ENEA renderà disponibile un sito per fornire informazioni alle imprese, e già sta rispondendo a domande e raccogliendo suggerimenti tramite la casella diagnosienergetica@enea.it.

L’articolo 7 del Decreto recepisce l’obbligo imposto dalla Direttiva Europea di stabilire un regime di efficienza energetica in modo che i distributori di energia conseguano un obiettivo fissato di risparmio energetico entro il 31 dicembre 2020. L’Italia stabilisce che questo regime sarà quello dei Certificati Bianchi.

Questi ultimi vengono considerati un fiore all’occhiello per il nostro paese: perché?

Perché l’Italia è il primo Paese al mondo ad aver attuato (nel 2005) un programma di incentivazione all’efficienza energetica basato su meccanismi di mercato.

 

Per approfondire

Se sei abbonato a NCF, vai a pag. 102 del numero di aprile per leggere l’articolo “È necessario un sistema di diagnosi energetica”

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