Colpire il glioblastoma inibendo l’azione delle sue cellule staminali è una delle possibili stategie terapeutiche con le quali la medicina potrebbe combattere in futuro uno dei tumori più comuni e maligni del sistema nervoso centrale.

Il team del progetto Glioma
Il team del progetto Glioma

L’indicazione viene dai risultati del  progetto Glioma, che ha visto ricercatori italiani e sloveni lavorare all’identificazione e alla convalida di nuovi biomarcatori di cellule del glioblastoma e delle sue staminali, utilizzando la biologia sistematica, che unisce l’approccio molecolare alla bioinformatica. Sono stati numerosi i nuovi biomarcatori scoperti, alcuni dei quali potrebbero essere utili nel trattamento mirato e nel monitoraggio delle risposte terapeutiche. In particolare, grazie alla tecnologia dei nano anticorpi, sono stati identificati marcatori altamente specifici delle cellule staminali del glioblastoma.

Uno degli ostacoli principali incontrati dalla terapia di questo tipo di tumore deriva dalla sua alta eterogeneità cellulare. I ricercatori hanno dimostrato che nel microambiente dei tumori cerebrali di diverso grado sono presenti cellule staminali non-tumorigene, che aumentano l’aggressività delle cellule del glioma e che potrebbero rappresentare un nuovo bersaglio per i farmaci. Inoltre, i marcatori superficiali di queste cellule sono molto caratteristici nella previsione del decorso della malattia, il che consente un approccio clinico individualizzato. I potenziali nuovi fattori prognostici e i bersagli per i farmaci sono in fase di accertamento in una grande ricerca clinica europea.

Il progetto Glioma è stato finanziato dal Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013. A cordinarlo è stata Tamara Lah Turnšek dell’Istituto Nazionale di Biologia (NIB) di Lubiana, lead partner del progetto. Questi gli altri partner: Elettra Sincrotrone Trieste, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine, Azienda ULSS 14 di Chioggia e Università di Lubiana (con il Centro Clinico Universitario).