I risultati di uno studio clinico di Fase III pubblicati su Lancet Oncology mostrano un beneficio significativo di sopravvivenza complessiva con afatinib rispetto a erlotinib in pazienti con carcinoma polmonare avanzato a cellule squamose (SCC) pretrattati con chemioterapia di prima linea a base di Platino.

Afatinib ha migliorato i sintomi e la sopravvivenza complessiva rallentando la progressione del carcinoma polmonare a cellule squamose avanzato, rispetto a erlotinib
Afatinib ha migliorato i sintomi e la sopravvivenza complessiva rallentando la progressione del carcinoma polmonare a cellule squamose avanzato, rispetto a erlotinib

Boehringer Ingelheim ha annunciato in un comunicato stampa la pubblicazione dei risultati dello studio LUX-Lung 8 su The Lancet Oncology.

Lo studio LUX-Lung 8 su afatinib vs erlotinib

LUX-Lung 8 è uno studio prospettico randomizzato di Fase III condotto in 23 Paesi di confronto diretto dell’efficacia e della sicurezza di afatinib rispetto a erlotinib, due terapie target dei recettori del fattore di crescita epidermico (EGFR) in pazienti con carcinoma polmonare avanzato a cellule squamose (SCC) in progressione dopo chemioterapia di prima linea a base di platino (n=795).

Erlotinib è un inibitore di tirosin-chinasico (TKI) approvato e raccomandato dalle linee guida internazionali come opzione terapeutica di seconda linea in questa popolazione di pazienti.

Afatinib è un inibitore irreversibile della famiglia ErbB approvato in diversi paesi tra cui Unione Europea, Giappone, Taiwan e Canada, con nome commerciale GIOTRIF® e negli Stati Uniti con nome commerciale GILOTRIF®, per l’uso in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), positivo per mutazioni dei recettori del fattore di crescita epidermico (EGFR). L’approvazione di afatinib per questa indicazione si è basata sui risultati di sopravvivenza libera da progressione della malattia (endpoint primario) ottenuti nello studio clinico LUX-Lung 3 in cui il farmaco ha ritardato in maniera significativa la progressione del tumore rispetto alla chemioterapia standard. Inoltre, il farmaco ha mostrato un beneficio in termini di sopravvivenza complessiva dei pazienti con NSCLC positivo per mutazioni EGFR rispetto alla chemioterapia. Un beneficio significativo in termini di sopravvivenza complessiva è stato dimostrato separatamente negli studi LUX-Lung 3 e LUX-Lung 6 in pazienti con la mutazione EGFR più comune (delezioni dell’esone 19 o Del19) rispetto a chemioterapia.
Poiché i termini di registrazione variano da un paese all’altro, si rimanda alla scheda locale del prodotto. In altri paesi del mondo afatinib è in fase di valutazione da parte delle autorità regolatorie e non è ancora stato approvato per altre indicazioni.

Il carcinoma polmonare a cellule squamose (SCC) è un tumore difficile da trattare e con molte co-morbilità, associato a prognosi infausta, con sopravvivenza a cinque anni, od oltre, in meno del 5% dei pazienti affetti da malattia in stadio avanzato. Le opzioni terapeutiche per questo tipo di tumore sono limitate.

I risultati dello studio LUX-Lung 8 indicano che il trattamento con afatinib ha determinato un prolungamento della sopravvivenza libera da progressione (PFS, endpoint primario) e della sopravvivenza complessiva (OS, endpoint secondario principale) rispetto a erlotinib in questa popolazione di pazienti.

Dati già presentati hanno dimostrato il raggiungimento dell’endpoint primario dello studio LUX-Lung 8, con un vantaggio statisticamente significativo in termini di sopravvivenza libera da progressione (PFS) a favore di afatinib verso erlotinib. Il trattamento con afatinib ha ridotto in maniera significativa il rischio di mortalità del 19%, prolungando la sopravvivenza mediana dei pazienti a 7,9 mesi rispetto ai 6,8 mesi dei pazienti trattati con erlotinib. La percentuale dei pazienti ancora in vita a 1 anno è stata significativamente superiore fra i pazienti trattati con afatinib rispetto a quelli trattati con erlotinib (rispettivamente 36,4% contro 28,2%).

Afatinib ha prolungato la sopravvivenza complessiva (OS) dei pazienti con una mediana di 7,9 mesi rispetto ai 6,8 mesi osservati nei pazienti trattati con erlotinib e con una riduzione del rischio di morte del 19%. Un’analisi aggiornata dei risultati di sopravvivenza libera da progressione, che è stata realizzata al momento dell’analisi della sopravvivenza complessiva, ha mostrato che i pazienti trattati con afatinib hanno avuto una mediana di sopravvivenza libera da progressione di 2,6 mesi rispetto a 1,9 mesi dei pazienti trattati con erlotinib. Un maggior numero e di pazienti trattati con afatinib ha riferito un miglioramento della qualità della vita rispetto ai pazienti trattati con erlotinib con un miglior controllo dei sintomi correlati alla malattia: fra i pazienti trattati con afatinib si è avuta una percentuale superiore di pazienti che hanno riferito miglioramento della tosse (43,4% contro 35,2%), della dispnea (51,3% contro 44,1%) e delle condizioni generali/qualità della vita (35,7% contro 28,3%) rispetto a erlotinib.

La percentuale di eventi avversi gravi è stata simile in entrambi i bracci di trattamento con afatinib e con erlotinib (rispettivamente 57,1% vs 57,5%). Si è osservata una maggiore incidenza di diarrea e stomatite (infiammazione delle mucose del cavo orale) nel primo braccio rispetto al secondo (rispettivamente, diarrea di grado 3/4: 9,9%/0,5% vs 2,3%/0,3%; stomatite di grado 3: 4,1% vs 0,0%), mentre si è registrata una maggiore incidenza di rash/acne nel secondo rispetto al primo (rash/acne di grado 3: 10,4% vs 5,9%).

Mehdi Shahidi, Medical Head, Solid Tumour Oncology di Boehringer Ingelheim, ha così commentato: «La famiglia dei recettori ErbB svolge un ruolo importante nello sviluppo del carcinoma polmonare a cellule squamose, ed è un bersaglio terapeutico importante in questo tipo di tumore. L’inibizione più ampia e irreversibile dei recettori ErbB realizzata da afatinib può spiegarne la superiorità dimostrata nello studio LUX-Lung 8 rispetto a erlotinib, un inibitore di EGFR, già approvato per questa indicazione».

Risultati completi su The Lancet Oncology.

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