È stato individuato un modello prognostico per il tumore ovarico che classifica le pazienti in base al rischio di recidiva.

La scoperta deriva da uno studio multicentrico italiano, nato dalla collaborazione di tre Istituti. La ricerca è stata pubblicata su “The Lancet Oncology“. Dopo una necessaria validazione permetterà di inserire le donne più a rischio in protocolli di trattamento più aggressivi per ritardare o bloccare la ripresa del tumore.

Modello prognostico per il tumore ovarico
L’individuazione di 35 micro-molecole di acido ribonucleico che predicono il rischio di progressione o di recidiva ha permesso di creare MiROvaR, un modello prognostico per il tumore ovarico

Il modello è stato denominato MiROvaR e può essere considerato una firma molecolare del carcinoma ovarico. È basato sull’espressione di 35 microRNA, in grado di identificare il rischio di ricaduta delle pazienti, sin dal momento della diagnosi.

I microRNA sono piccole molecole con la funzione di regolare l’espressione dei geni e quindi il comportamento delle cellule.

MiROvaR è stato individuato dai ricercatori della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, coordinati da Delia Mezzanzanica.

La ricerca è stata possibile grazie alla collaborazione con altri centri italiani di eccellenza per questa patologia, in particolare:

  • iDipartimento di Oncologia Sperimentale e Medicina Molecolare (Marina Bagnoli, Silvana Canevari, Loris De Cecco),
  • struttura di Chirurgia Ginecologica (Francesco Raspagliesi)
  • IRCCS Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (Erika Cecchin e Giuseppe Toffoli)
  • IRCCS Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli (Sandro Pignata, Daniela Califano e Francesco Perrone)
  • gruppo MITO (gruppo multicentrico italiano per il disegno di trial clinici di tumori ginecologici) che ha raccolto i campioni di carcinoma ovarico utilizzati nell’analisi.

Lo studio è stato finanziato dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e dalla Fondazione CARIPLO.

Il carcinoma ovarico

«Il carcinoma ovarico è un tumore poco frequente ma ad elevata mortalità. È di difficile diagnosi, è caratterizzato da un’elevata eterogeneità sia patologica sia molecolare e tende a ripresentarsi dopo la chemioterapia sviluppando resistenza ai trattamenti farmacologici. Questo tumore rimane la prima causa di morte dei tumori di tipo ginecologico – spiega Delia Mezzanzanica, responsabile della Struttura di Terapie Molecolari all’Istituto Tumori di Milano – Negli ultimi anni si stanno studiando le sue caratteristiche molecolari per capire al momento della diagnosi quali siano i tumori più aggressivi, cioè quelli che diventano resistenti alla chemioterapia e recidivano più rapidamente, per migliorare il loro trattamento».

Anche Sandro Pignata, presidente del gruppo MITO, sottolinea la necessità di individuare per questa patologia predittori di prognosi clinicamente utili.

MiROvaR

MiROvaR è stato sviluppato partendo dall’analisi di campioni di carcinoma ovarico raccolti al momento della diagnosi dal gruppo MITO.

I ricercatori hanno identificato 35 microRNA che predicono il rischio di recidiva o di progressione analizzandone i profili d’espressione.

«La sua efficacia nel prevedere il rischio di ricaduta di malattia – approfondisce Mezzanzanica – è stata verificata complessivamente in quasi 900 casi di carcinoma ovarico mettendo a disposizione della comunità scientifica internazionale la più ampia collezione di dati sull’espressione di microRNA al momento disponibile per questa patologia».

L’analisi effettuata in questo studio potrebbe consentire, una volta inserita nella pratica clinica, importanti risultati nella lotta al carcinoma ovarico: «L’identificazione precoce delle pazienti ad alto rischio di ricaduta di malattia permetterà di inserirle in protocolli di trattamento più aggressivi così da colpire il tumore in modo più deciso e ritardarne o bloccarne la ripresa – conclude Mezzanzanica -. L’impiego di MiROvaR nella pratica clinica potrà comunque avvenire solo a seguito di ulteriori verifiche della sua precisione predittiva».

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