Close up of man's arm showing biceps

Uno studio dell’Università di Copenhagen presentato all’ESC Congress 2016 indaga il legame tra abuso di steroidi anabolizzanti e ipertensione.

Close up of man's arm showing biceps
Uno studio sul legame tra abuso di steroidi anabolizzanti e ipertensione dimostra che questa si verifica soprattutto durante le ore notturne negli utilizzatori di queste sostanze

Il legame tra abuso di steroidi anabolizzanti (AAS) e ipertensione è stato approfonditamente dibattuto. Vari studi precedenti, infatti, hanno mostrato risultati discordanti nella misurazione della pressione sanguigna effettuata con il solo sfigmomanometro. 

La valutazione ambulatoriale nelle 24 ore è possibile ottenere una diagnosi più accurata.

Studio sull’impatto dell’abuso di sostanze per l’aumento della massa muscolare sulla pressione arteriosa

I medici internisti e cardiologi dell’Università di Copenhagen hanno studiato l’impatto dell’abuso di sostanze per l’aumento della massa muscolare sulla pressione arteriosa, attraverso uno studio che ha arruolato un gruppo di 101 uomini con meno di 50 anni.

Il campione è stato diviso in tre gruppi:

  • soggetti che utilizzavano AAS,
  • soggetti che ne avevano abusato ma in astinenza da 30 mesi in media (da 20 a 44 mesi),
  • un gruppo di controllo che non avevano mai utilizzato i sostituti del testosterone.

Tutti i partecipanti sono stati coinvolti in un training di fitness e poi sottoposti a una rilevazione pressoria delle 24 ore (ogni 20 minuti durante il giorno e ogni 60 nelle ore notturne).

L’ipertensione diurna era definita da valori superiori a 135/85 mmHg e quella notturna da 120/85 mmHg.

I risultati dello studio

I soggetti che abusavano di steroidi anabolizzanti mostravano livelli di BP diurna pari a 133,8 mmHg (da 127,5 a 140), gli ex utilizzatori vantavano un valore medio di 126,8 e il gruppo di controllo 125,7.

I valori notturni dei consumatori rimanevano a livelli di guardia con una media di 125,6 mentre gli ex utilizzatori avevano valori di 118,2. I soggetti di controllo dormivano sonni tranquilli con 115,3 mmHg.

L’ipertensione sistolica ‘notturna’ si verificava con maggiore frequenza nei soggetti utilizzatori, pari al 55,6% mentre non sono state più rilevate differenze nella pressione diastolica.

Steroidi anabolizzanti

«Si tratta di sostanze che riproducono gli effetti del testosterone e ricercati da alcuni sportivi per la loro capacità di aumentare la massa muscolare e potenziare le prestazioni atletiche – spiega Michele Gulizia, direttore Cardiologia Ospedale Garibaldi di Catania – l’uso e soprattutto l’abuso presentano però effetti collaterali e rischi: aumento dell’aggressività, sintomi eccitatori-maniacali, episodi psicotici ma anche aumento della pressione arteriosa, ritenzione idrica e un conseguente affaticamento del muscolo cardiaco».

Queste sostanze possono indurre uno stato di dipendenza sia per il mantenimento degli effetti fisici sia per la necessità di tenere alto lo stato di eccitazione indotto dalla sostanza, alla cui sospensione segue uno stato depressivo.

Un fenomeno che riguarda più il mondo delle palestre e del fitness e meno quello dello sport professionistico. Vi ricorrono giovanissimi e giovani che assumono steroidi per via orale o intramuscolare. Il problema sono le dosi, da 10 a 20 volte superiori a quelle utilizzate a scopo terapeutico per trattare carenze di testosterone, inoltre questi farmaci vengono spesso acquistati in Rete dove è impossibile determinarne la concentrazione di principio attivo che può essere anche più elevato rispetto a quanto indicato in etichetta.

«Quantificare il problema non è semplice – aggiunge Franco Romeo, direttore Cardiologia Policlinico Tor Vergata di Roma – il NIDA americano parla di un uso tra gli atleti di una percentuale variabile tra 1 e 6%, mentre non ci sono dati precisi per l’Europa. Studi effettuati in Svezia parlano di una percentuale di adolescenti dal 2,8 al 5,8% che potrebbero pregiudicare la propria salute cardiaca a lungo termine».