Uno studio su inquinamento acustico e salute cardiovascolare ha dimostrato che l’esposizione a lungo termine al rumore del traffico aereo è associata a valori pressori elevati, a prevalenza di ipertensione arteriosa e a un’incidenza maggiore di danni all’organo cardiaco rispetto a persone residenti in zone con livelli di rumore inferiore a 55 dB.
Rumore e inquinamento da rumore sono considerati “indagati speciali” e messi sul banco degli imputati per avere effetti negativi sulla salute.
Sono stati raccolti diversi dati che suggeriscono l’influenza del rumore determinato dal traffico aereo sui ritmi biologici e i sistemi regolatori umani.
Studio sugli effetti del rumore aereo sul sistema cardiovascolare
Lo studio è stato condotto dall’Università di Cracovia (Polonia) e presentato all’ESC Congress 2016. Ha indagato gli effetti del rumore aereo su alcuni indicatori dello stato del sistema cardiovascolare di persone che vivono nei pressi di aeroporti:
- livelli di pressione sanguigna
- prevalenza di ipertensione arteriosa
- danni d’organo asintomatici come rigidità delle arterie, ipertrofia ventricolare sinistra e funzione diastolica.
Per svolgere lo studio sono stati arruolati 101 residenti nei pressi di aeroporti esposti a oltre 60 dB di rumore. Il gruppo di controllo di 100 persone è stato reclutato in aree a basso livello di rumore o comunque inferiore al limite di 55 dB. I criteri di inclusione erano una età compresa tra 40 e 65 anni.
La durata dello studio è stata di 3 anni.
Un questionario ha profilato le caratteristiche antropo-demografiche dei partecipanti tra cui la valutazione della pressione arteriosa dal braccio non dominante dopo un riposo di 10 minuti, la misurazione della rigidità arteriosa e la velocità di propagazione dell’onda sfigmica (pulse wave velocity, PWV) dall’arteria carotide alla femorale, oltre all’ecocardiogramma e alla determinazione dell’indice di massa corporea.
I risultati dello studio
L’analisi dei risultati ha rivelato che la pressione sanguigna misurata in ambulatorio era più alta nei soggetti esposti a rumore rispetto al gruppo di controllo con una prevalenza del 40% contro il 24%.
Inoltre, gli indicatori di danno d’organo asintomatici risultavano significativamente alterati tra un gruppo e l’altro permettendo di definire come l’esposizione a lungo termine al rumore del traffico aereo è associata a valori pressori elevati e prevalenza di ipertensione arteriosa insieme ad una incidenza maggiore di danni all’organo cardiaco.
Altri studi sugli effetti del rumore
Che il rumore degli aerei o traffico stradale specialmente nelle ore notturne, potesse aumentare il rischio di ipertensione arteriosa, era stato confermato da uno studio svolto nei dintorni dell’aeroporto inglese di Heatrow che aveva correlato gli alti livelli di rumore prodotto dagli aeromobili a un maggior numero di ricoveri ospedalieri e di morte per ictus, malattie coronariche e cardiovascolari degli abitanti (BMJ, 2013;347).
È stato poi stimato che una riduzione del rumore anche di soli cinque dB potrebbe ridurre la prevalenza di ipertensione dell’1,4% e di disturbi coronarici dell’1,8%, con un beneficio economico quantificato in 3,9 miliardi di dollari l’anno solo negli Stati Uniti.
Un’altra ricerca durata 15 anni ha calcolato che ogni 10 dB in più di esposizione al rumore infarti e ictus aumentano del 7-17% e effetti negativi si verificano anche sull’umore con un incremento di irritabilità, fastidio e nervosismo.
Circa 20 ricerche inoltre sono concordi nel rilevare effetti sulle capacità cognitive dei più piccoli con disturbi di memoria e attenzione e rallentamenti nell’apprendimento scolastico.
Negli Stati Uniti circa 100 milioni di persone sono esposte a livelli di rumore “malsani”.
In Europa l’esposizione continuata al rumore atmosferico, cittadino, dal traffico automobilistico o aereo è responsabile del 3% delle morti per cause cardiache, per un totale di 210.000 decessi evitabili.
Il rumore del traffico secondo l’OMS interessa 1 persona su 3. Un europeo su cinque è regolarmente esposto a livelli notturni che potrebbe danneggiare in modo significativo la salute.