Ixekizumab per la psoriasi efficace anche nel lungo periodo

Ixekizumab per la psoriasi nel lungo periodo si è confermato efficace e sicuro nello studio UNCOVER-3. Si è dimostrato efficace nel controllo della malattia fino a 108 settimane e ha mantenuto la pulizia totale della pelle in oltre il 50% dei pazienti.

Ixekizumab per la psoriasi nel lungo periodo
Ixekizumab per la psoriasi nel lungo periodo ha garantito la PASI 100 nel 50% dei pazienti

I nuovi dati sono stati presentati in occasione dell’Annual Meeting 2017 dell’American Academy of Dermatology a Orlando.

Ixekizumab è indicato per il trattamento della psoriasi da moderata a grave. Per queste forme della malattia si richiede ai trattamenti una performance elevata anche nel lungo termine al fine di mantenere costante il controllo dei sintomi.

Lo studio UNCOVER-3 su ixekizumab per la psoriasi

Lo studio UNCOVER-3 Con più di 100 centri coinvolti in 21 paesi.

ha preso in esame 1346 pazienti suddivisi in cieco in 4 gruppi che hanno ricevuto per le prime 12 settimane rispettivamente:

  • ixekizumab 80 mg ogni 2 settimane,
  • ixekizumab 80 mg ogni 4 settimane,
  • etanercept 50 mg due volte a settimana,
  • placebo.

Sin dalla prima settimana ixekizumab si è dimostrato più efficace su tutti gli endpoint primari rispetto ai comparatori raggiungendo un miglioramento significativo del 75, 90 e 100% dell’indice PASI.

«I progressi nella comprensione dei meccanismi patogenetici e della rete di citochine coinvolte nella psoriasi hanno dato un forte impulso allo sviluppo di nuovi trattamenti che, grazie ad un innovativo meccanismo d’azione, consentono di raggiungere una elevata efficacia fino alla completa remissione della malattia – ha dichiarato Ketty Peris, direttore della clinica dermatologica del Policlinico universitario Gemelli di Roma – un obiettivo ambizioso nato dall’evidenza che anche esiti di placche sulla pelle possono avere impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti, sovrapponibile all’impatto di patologie come il diabete di tipo 2».

«Quello che è interessante nei dati presentati ad Orlando – prosegue la docente – è che l’alto indice di risposta al trattamento osservato nel periodo di induzione di ixekizumab viene mantenuto fino a 108 settimane di terapia, quando la maggior parte dei pazienti vede confermata la risoluzione quasi completa (PASI 90) o completa (PASI 100) delle placche psoriasiche, quest’ultima raggiunta da oltre il 50% dei pazienti».

Come agisce Ixekizumab

Ixekizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato IgG4 che si lega selettivamente con interluchina 17A (IL-17A) e inibisce la sua interazione con il recettore dell’IL-17. IL-17A è una citochina coinvolta nella normale risposta infiammatoria e immunitaria. Ixekizumab, quindi, inibisce il rilascio di citochine pro-infiammatorie e chemochine.

La molecola, sviluppata da Lilly, è stata approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense nel marzo 2016 per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave in pazienti adulti candidati alla terapia sistemica o fototerapia.

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