L’Arteriopatia obliterante periferica (AOP) è una sindrome aterotrombotica dovuta all’ostruzione di un vaso arterioso a valle delle arterie renali. La conseguente ipoperfusione degli arti inferiori può determinare un’ischemia acuta o cronica e portare fino alla necrosi dei tessuti.
L’AOP è provocata da processi aterosclerotici nella maggior parte dei casi. Perciò, quanti ne sono colpiti presentano un rischio elevato di complicazioni cardiache e cerebrovascolari.
I vasi maggiorente interessati sono:
- aorta addominale inferiore,
- arteria iliaca,
- arteria femorale,
- arteria poplitea.
La riduzione del flusso di sangue nei vasi delle gambe avviene soprattutto durante l’attività fisica generando la caratteristica claudicatio intermittens.
L’AOP è un’importante causa di disabilità e colpisce dal 5 all’8% della popolazione in Italia, superando il 20% nei soggetti sopra i 70 anni.
Ha un’incidenza ancora superiore quando associata a:
- diabete,
- obesità,
- ipercolesterolemia,
- abitudine al fumo.
Le conseguenze di questa patologia poco conosciuta, ma in aumento per l’allungamento della vita, possono evolvere fino alla necessità di effettuare la rivascolarizzazione chirurgica o l’amputazione di dita o arti.
Arteriopatia obliterante periferica: sintomi
L’insufficienza arteriosa dovuta all’arteriopatia obliterante periferica può essere asintomatica, soprattutto nelle prime fasi.
Quando appaiono, i primi sintomi sono:
- crampi ai polpacci indotti dalla deambulazione soprattutto in salita che scompaiono rallentando o fermandosi (claudicatio intermittens). Se la malattia progredisce, i crampi possono presentarsi anche a riposo, soprattutto notturno. La claudicatio è conseguenza all’occlusione dell’arteria femorale superficiale,
- dolore ai quadranti inferiori della schiena, alle natiche e/o alle cosce in seguito a esercizio fisico e impotenza sessuale (sindrome di Leriche), conseguente all’occlusione aortoiliaca,
- piedi freddi,
- debolezza muscolare con difficoltà di deambulazione.
In un secondo momento possono comparire lesioni ulcerative, necrosi, cancrene.
Molti pazienti sono asintomatici anche a causa di altre patologie che possono costringerli all’immobilità o alla riduzione della deambulazione. Questo avviene, ad esempio, indipendentemente dal sintomo di dolore, per la presenza di una neuropatia periferica dovuta al diabete. Inoltre, il dolore alle gambe sotto sforzo, difficilmente è considerato patologico. Per questi motivi, l’arteriopatia obliterante periferica è una malattia spesso sotto diagnosticata.
Fattori di rischio dell’ateropatia obliterante periferica
I fattori di rischio di ateropatia obliterante periferica sono gli stessi riconosciuti per altre aree vascolari:
- età: l’incidenza dell’AOP è inferiore all’1% in soggetti di età compresa tra i 45 e i 54 anni, 2,5% tra i 55 e i 64 anni, quasi il 9% tra i 65 e i 74 anni,
- fumo: contribuisce fortemente anche alla progressione dell’AOP verso le manifestazioni più deleterie (claudicatio, ischemia critica, amputazione),
- diabete: determina un processo aterosclerotico e una concomitante neuropatia sensoriale periferica che può favorire l’ulcerazione traumatica,
- ipertensione: quasi la metà dei pazienti con AOP è iperteso. L’ipertensione associata ad AOP aumenta notevolmente il rischio di infarto del miocardio e di ictus,
- iperlipidemia: presente in circa il 50% dei pazienti con AOP, è stata associata a un’aumentata incidenza di claudicatio. La correzione dell’iperlipidemia riduce la progressione dell’aterosclerosi e l’incidenza della claudicatio,
- iperomocisteinemia: è fattore di rischio per la vasculopatia aterosclerotica in generale. Elevati livelli di omocisteina plasmatici sono correlati a un alto grado di progressione della claudicatio.
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