Applicando buone pratiche nell’uso degli antibiotici, il tasso di antibioticoresistenza può essere abbattuto dal 90 al 15%. Lo dimostra l’esperienza dell’Ospedale Civile di Pescara sulle infezioni da germi resistenti e sulla razionalizzazione dell’uso dei farmaci per contrastarle.

Le buone pratiche nell’uso degli antibiotici
Giustino Parruti ha illustrato l’importanza dell’uso mirato degli antibiotici per contrastare le antibioticoreistenze

Oggi è una priorità, presto sarà un’emergenza: si tratta delle resistenze batteriche agli antibiotici. Questa realtà può rendere le infezioni non curabili in modo efficace. Ogni anno, infatti, nel mondo circa 700mila decessi sono causati dall’antibiotico-resistenza. Inoltre, le infezioni batteriche contratte in comunità sono in aumento rispetto al decennio scorso.

Ormai l’uso smodato di antibiotici sta vanificando i loro effetti e ha reso i batteri più resistenti, con conseguenti costi sempre più elevati. Ci troviamo in una situazione molto rischiosa che potrebbe diventare ancora più drammatica nei prossimi anni se non vengono presi subito tutti i provvedimenti che la scienza già oggi ci permette di assumere efficacemente.

Sono più a rischio soprattutto i soggetti più fragili, con patologie come il diabete, con problemi cardiovascolari, sottoposti a trattamenti chemioterapici o gli anziani. Questi presentano spesso una riduzione dell’efficienza del proprio sistema immunitario. Il tasso di infezioni batteriche severe cresce all’aumentare dell’età: sopra i 65 anni di almeno tre volte, sopra i 75 anni di quattro volte.

L’esperienza sull’antibioticoresistenza dell’Ospedale Civile di Pescara

Gli specialisti della SIMIT (Società Italiana Malattie Infettive) e quelli della SIAARTI (società scientifica che raccoglie gli Anestesisti-Rianimatori) hanno patrocinato e incoraggiato l’iniziativa dell’Ospedale Civile di Pescara, dove rianimatori e infettivologi abruzzesi hanno dato vita il 1 e il 2 Dicembre 2017 a due appuntamenti sul tema delle infezioni da germi resistenti e su quello a esso correlato, ancora più urgente, del corretto uso degli antibiotici e degli antimicotici, che può giocare un ruolo molto rilevante nell’interrompere la selezione e la diffusione dei germi resistenti.

«Razionalizzare l’uso degli antibiotici nei pazienti più fragili è una priorità enorme – sottolinea Giustino Parruti, direttore dell’UOC di Malattie Infettive e presidente regionale SIMIT. – Un laboratorio molto efficiente ci può aiutare molto, come sta accadendo a Pescara negli ultimi due anni, facilitando l’uso mirato degli antibiotici. Uno dei problemi principali per ridurre al minimo le resistenze batteriche sempre più diffuse è infatti usare bene e in modo mirato gli antibiotici. Altra priorità è riuscire a identificare senza correre rischi quando non usare gli antibiotici o ridurre il numero e la durata delle terapie antibiotiche nel singolo paziente».

Infezioni nei pazienti in terapia intensiva

Un problema diverso è rappresentato invece dai pazienti ospedalizzati in terapia intensiva.

«Molti di questi sono più giovani dei ricoverati in area medica e, spesso senza patologie di rilievo maggiore prima dell’evento che li conduce al ricovero in Rianimazione – afferma Tullio Spina, direttore dell’UOC di Anestesia e Rianimazione di Pescara. – L’ambiente della Terapia intensiva si presta molto alla sperimentazione e alla ricerca di buone pratiche nell’uso degli antibiotici e degli altri strumenti per il controllo delle infezioni contratte in Ospedale. Noi qui a Pescara, da circa 4 anni, abbiamo messo a punto un pacchetto di interventi che ci ha permesso di ridurre moltissimo la selezione di germi resistenti durante la degenza ospedaliera. La nostra esperienza ha dato buoni risultati, che ci inducono a perseguire in questa strategia, se possibile potenziandola ancora».

L’importanza dell’approccio multidisciplinare e del coinvolgimento di tutti gli attori interessati per un uso prudente degli antibiotici

Antonella Frattari ha presentato i risultati della Rianimazione di Pescara:

«L’approccio multidisciplinare che abbiamo utilizzato per il controllo delle infezioni e l’uso prudente degli antibiotici ha permesso di abbattere il tasso di germi Gram negativi resistenti in Rianimazione, in un tempo davvero breve, dal 90% al 15-20% di resistenza – ha precisato Antonella Frattari. – I nostri dati saranno a breve oggetto di pubblicazione, non appena completato il processo di revisione editoriale. Speriamo che possano essere d’aiuto a trovare la ricetta giusta per il controllo di questi germi anche in altre realtà».

«La necessità che ogni tipo di organizzazione sanitaria, azienda ospedaliera o territoriale,  si doti di idonei strumenti di antimicrobial stewardship è divenuta stringente ed universalmente riconosciuta – ha aggiunto Pierluigi Viale, direttore della Cattedra di Malattie Infettive dell’Ospedale Sant’Orsola Bologna e membro del consiglio direttivo nazionale della SIMIT – così come è chiaro che gli impegni a essa correlati non sono soltanto un problema di singoli professionisti dedicati, ma una priorità di salute pubblica, che deve essere opportunamente sostenuta e implementata da precisi atti politici».

«Abbiamo cercato di coinvolgere, direi proprio con successo, tutta la Direzione Generale della nostra AUSL nel sostenere l’uso prudente degli antibiotici con un investimento significativo di personale – conclude Giustino Parruti. – Da questo impegno potrà derivare un forte e capillare potenziamento delle iniziative di stewardship antibiotica a livello della nostra intera regione, mettendo a disposizione di tutti i prescrittori il pronto e tempestivo supporto dell’esperto».

Infezioni da germi multiresistenti (MDRO)

Il contesto di cura attuale è fortemente connotato dall’impatto crescente delle infezioni da germi multiresistenti (MDRO), che in paesi come l’Italia stanno determinando una lievitazione dei costi economici pressoché intollerabile, oltre che un inestimabile costo in termini di morti attribuibili e prevenibili. Per tale ragione l’intera comunità scientifica internazionale sta prendendo mosse per comprendere in che misura e in che tempi il fenomeno degli MDRO possa trovare adeguate risposte.

Uso degli antibiotici: Less is more!

Fortunatamente, dati recenti di letteratura sembrerebbero indicare che mettendo in essere una energica e coraggiosa politica di drastica restrizione dell’uso inappropriato degli antibiotici sia sul territorio sia in ospedale, i risultati in termini di riduzione di circolazione di MDRO e delle conseguenti infezioni correlate possano essere molto più rapidi di quanto in precedenza atteso. Per questo la responsabilità dei clinici appare in questo momento ancora più grande di quella degli epidemiologi nell’enucleare quali siano gli interventi e i raggruppamenti di interventi che possano e debbano essere adottati in ciascuna realtà nel più rapido volgere di tempo possibile. In altri termini, appare già inizialmente documentata la possibilità che in termini di uso degli antibiotici possa valere il motto “Less is more!” sia per efficacia che per tossicità e collateralità.

Ovviamente l’uso ristretto degli antibiotici non deve mai significare che una infezione non venga trattata con il farmaco giusto al momento giusto: è soltanto la prescrizione inappropriata che deve essere emendata. Questo emendamento può bastare a ridurre la pressione selettiva sui germi che nel nostro ambiente e nel nostro organismo convivono. Per questa ragione è essenziale che i laboratori di microbiologia sviluppino e costituiscano una rete territoriale diffusa in forza della quale sia possibile supportare un uso prudente, restrittivo, ma comunque efficace degli antimicrobici.

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