Secondo il Bmj i ccc inglesi non avrebbero dichiarato gran parte dei fondi ricevuti dalle aziende farmaceutiche

Ammonterebbero a oltre 3,7 milioni di sterline i fondi ricevuti da organizzazioni del Nhs (National Health Service) e da esse non resi pubblici secondo quanto previsto dalla legge inglese: l’inchiesta pubblicata sull’ultimo numero del British Medical Journal (la trovi qui ) indica che charities, aziende farmaceutiche, societĂ  di consulenza e investitori privati avrebbero finanziato i clinical commissioning groups (Ccg) di Nhs England, anche sotto forma di biglietti per importanti eventi sportivi o per i concerti di BeyoncĂ©.

I clinical commissioning groups sono organizzazioni che si collocano nell’ambito del National Health Service inglese, istituite nel 2012 con lo scopo di organizzare la fornitura dei servizi dell’Nhs sul territorio. I gruppi Ccg hanno finalità cliniche e raggruppano tutti i medici di medicina generale di una certa zona.
Secondo quanto riportato da Bmj, solo i due terzi dei 4.600 pagamenti tracciati come effettuati da societĂ  private e charities a favore dei Ccg negli anni fiscali 2015-2016 e 2016-2017 sarebbero stati registrati o resi noti dalle dichiarazioni pubblicate dai Ccg stessi. Di questi, oltre la metĂ  avrebbe visto come riceventi solo nove specifiche organizzazioni Ccg.

Secondo il Bmj i ccc inglesi non avrebbero dichiarato gran parte dei fondi ricevuti dalle aziende farmaceutiche

L’inchiesta

La rivista britannica ha condotto l’inchiesta tra i 207 clinical commissioning groups inglesi in collaborazione con l’università di Bath e quella di Lund (Svezia); i risultati ottenuti su richiesta da parte di tutti i Ccg sono stati  paragonati con i dati contenuti nei registri delle dichiarazioni dei conflitti d’interesse dagli stessi pubblicati online secondo quanto richiesto dalle linee guida di Nhs England. Nel primo caso è emersa una cifra di circa 5 milioni di sterline, mentre quella dichiarata pubblicamente si è attestata a circa 1,3 milioni di sterline.
I finanziamenti sono stati motivati nella maggior parte dei casi (73%) dalla sponsorizzazione di eventi di formazione e meeting interni, mentre il 19% dei fondi era indirizzato alla conduzione di progetti da parte dei Ccg.
Le risposte fornite dai clinical commissioning group rispetto alle motivazioni per la mancata pubblicazione dei contributi ricevuti sono state le più disparate, riporta Bmj, e l’inchiesta in alcuni casi ha anche spinto alcune organizzazioni a pubblicare sul proprio sito i dati mancanti.
Non sono mancati però neanche i clinical commissioning groups, come ad esempio l’Nhs Hastings and Rother, che hanno risposto all’indagine del Bmj sottolineando che non accettano pagamenti da aziende o charities perché ciò “aiuta ad evitare qualsiasi situazione potenziale o reale di bias non dovuto o influenza nel processo decisionale dei membri del Ccg, degli organi di governo o dello staff”.
L’Associazione dell’industria farmaceutica britannica (Abpi) ha commentato sottolineando come le società farmaceutiche svolgano un ruolo importante nel supportare le organizzazioni sanitarie e “condividono con il Nhs l’ambizione di vedere una maggiore trasparenza e la diffusione delle informazioni circa il supporto dell’industria alle organizzazioni e ai professionisti sanitari”.