Amgen annuncia che la Commissione europea (CE) ha approvato l’estensione di indicazioni per Blincyto® (blinatumomab) in monoterapia per il trattamento di pazienti pediatrici di età pari o superiore a 1 anno con leucemia linfoblastica acuta (LLA) da precursori delle cellule B, recidivante o refrattaria, positiva per CD19, negativa per il cromosoma Philadelphia, in recidiva dopo aver ricevuto almeno due precedenti terapie o in recidiva dopo allotrapianto di cellule staminali ematopoietiche.

È stata approvata in UE l'indicazione pediatrica di blinatumomab per la LLA da precursori delle cellule B, recidivante o refrattaria, CD19+, Ph-
È stata approvata in UE l’indicazione pediatrica di blinatumomab per la LLA da precursori delle cellule B, recidivante o refrattaria, CD19+, Ph-

L’approvazione si basa sui risultati dello studio di fase I/II ‘205, uno studio multicentrico, in aperto, a singolo braccio che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di blinatumomab nei pazienti pediatrici con LLA da precursori delle cellule B recidivante o refrattaria.

«Fin da subito, abbiamo apprezzato l’efficacia di questo anticorpo monoclonale sugli oltre 100 bimbi trattati fino a oggi e l’innovatività del suo meccanismo d’azione. – spiega Franco Locatelli, direttore del dipartimento di Onco-Ematologia Pediatrica, Terapia Cellulare e Genica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. – Il farmaco, che ci aiuta a incrementare sempre più la percentuale di cura dei piccoli pazienti affetti da LLA, rappresenta uno dei successi più straordinari e importanti dell’immunoterapia. Oggi siamo in grado di guarire circa l’80-85% dei nostri pazienti con leucemia linfoblastica acuta, ma grazie a questa nuova opportunità terapeutica l’auspicio è di aumentare questa percentuale e avvicinarci il prima possibile alle tre cifre».

«Grazie a questa approvazione per l’uso pediatrico potremo offrire un’opzione terapeutica importante a bambini affetti da leucemia linfoblastica lcuta recidivante o refrattaria, che fino a ora potevano contare su alterative limitate – afferma Ermanno Paternò, Executive Medical Director di Amgen Italia. – Blinatumomab è anticorpo bispecifico che fa leva sul sistema immunitario dell’organismo per combattere il cancro e agisce grazie a due bracci: con uno aggancia la cellula del sistema immunitario e con l’altro la cellula maligna, portandole in prossimità. Grazie a questo meccanismo, la cellula T del nostro sistema immunitario è in grado di riconoscere specificamente la cellula tumorale e distruggerla».

L’approvazione tramite procedura centralizzata garantisce il rilascio, da parte della CE, di un’Autorizzazione all’Immissione in Commercio valida in tutta l’Unione Europea (UE) e negli stati dello Spazio Economico Europeo (SEE) e dell’EFTA (European Free Trade Association), cioè Norvegia, Islanda e Liechtenstein.

Blinatumomab

Blinatumomab (Blincyto) è un anticorpo bispecifico CD19-CD3 reclutatore delle cellule T (BiTE®) che si lega al CD19 espresso sulla superficie delle cellule leucemiche di origine B e al CD3 espresso sulla superficie delle cellule T effettrici del paziente stesso. Questo approccio innovativo quindi guida il sistema immunitario a colpire in modo mirato le cellule tumorali.

Nel 2014 Blincyto ha ricevuto dalla FDA la designazione di “terapia fortemente innovativa” (Breakthrough Therapy) e lo status di revisione prioritaria, e ha ottenuto la piena approvazione negli Stati Uniti per il trattamento della LLA da precursori delle cellule B recidivante o refrattaria negli adulti e nei bambini. Negli Stati Uniti, Blincyto è stato anche approvato con procedura accelerata per il trattamento di adulti e bambini con LLA da precursori delle cellule B in prima o seconda remissione completa con malattia minima residua (MRD, minimal residual disease) maggiore o uguale allo 0,1%.

Nel 2015 Blincyto è stato approvato nella UE per il trattamento di soggetti adulti con LLA da precursori di cellule B recidivante o refrattaria negativa per il cromosoma Philadelphia.

La tecnologia BiTE

I costrutti di anticorpi engager bispecifici reclutanti le cellule T (BiTE, Bispecific T cell engager) sono una nuova tecnologia immuno-oncologia che può essere ingegnerizzata per mirare a qualsiasi antigene tumorale espresso da qualsiasi tipo di tumore immunitario del paziente stesso, mettendo in connessione le cellule T con le cellule tumorali. I costrutti di anticorpi BiTE aiutano a collegare le cellule T alla cellula target, per permettere alle cellule T di iniettare le tossine che innescano la morte delle cellule tumorali (apoptosi). Amgen sta sviluppando la tecnologia basata sui costrutti di anticorpi BiTE al fine di mirare in modo univoco (o specifico) numerose neoplasie ematologiche e tumori solidi.

Lo Studio ‘205 su blinatumomab in bambini con LLA da precursori delle cellule B recidivante o refrattaria negativa per il cromosoma Philadelphia

Lo Studio ‘205 ha valutato la sicurezza e l’efficacia di blinatumomab nell’ambito di uno studio clinico di fase I/II, multicentrico, a singolo braccio, condotto in aperto su 93 pazienti pediatrici con LLA da precursori delle cellule B recidivante o refrattaria negativa per il cromosoma Philadelphia (seconda o successiva recidiva a livello del midollo osseo, qualsiasi recidiva del midollo dopo trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche [alloHSCT, allogeneic hematopoietic stem cell transplantation], o refrattaria ad altri trattamenti e che ha avuto oltre il 25% di blasti nel midollo osseo).

Blinatumomab è stato somministrato come infusione endovenosa continua. La dose raccomandata per questo studio è stata determinata essere pari a 5 μg/m2/giorno nei giorni 1-7 e a 15 μg/m2/giorno nei giorni 8-28 per il ciclo 1, seguiti da due settimane libere da trattamento, e a 15 μg/m2/giorno nei giorni 1-28, seguiti da due settimane libere da trattamento, per i cicli successivi. In caso di eventi avversi era possibile praticare l’aggiustamento della dose. I pazienti che hanno risposto a blinatumomab, ma che successivamente hanno subito una recidiva, hanno avuto la possibilità di essere ritrattati con blinatumomab.

Tra i 70 pazienti trattati al dosaggio raccomandato, l’età mediana era di otto anni (intervallo: da sette mesi a 17 anni); 40 su 70 (57,1%) erano stati sottoposti ad alloHSCT prima di ricevere blinatumomab e 39 su 70 (55,7%) soffrivano di una forma refrattaria della malattia; il numero medio di cicli di trattamento è stato 1,5.

20 pazienti su 70 (28,6%) hanno ottenuto una risposta completa o una risposta completa con recupero ematologico parziale entro due cicli di trattamento, con 17 risposte su 20 (85%) verificatesi entro il primo ciclo.

In generale, le reazioni avverse nei pazienti pediatrici trattati con blinatumomab sono state di tipo simile a quelle osservate nei pazienti adulti con LLA da precursori delle cellule B recidivante o refrattaria.

I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Oncology.

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