I dati real world stanno assumendo un ruolo sempre più centrale all’interno del sistema della cura, in quanto possono fornire preziose informazioni per aiutare da un lato ad ottimizzare l’organizzazione dei sistemi sanitari e l’erogazione dei servizi, dall’altro per meglio cogliere ed elaborare i dati reali di utilizzo dei farmaci tra la popolazione generale. Proprio a quest’ultimo ambito fa capo anche il possibile utilizzo dei dati real world per condurre studi clinici con coorti di pazienti meno o per nulla selezionate rispetto ai disegni tradizionali degli studi randomizzati.

Una applicazione per raccogliere i dati degli studi clinici direttamente dai pazienti

FDA ha recentemente lanciato l’applicazione MyStudies, pensata per permettere una più efficace raccolta dei dati degli studi clinici real world direttamente a partire da quanto immesso dai pazienti attraverso propri smartdevice. Il codice sorgente e la documentazione tecnica dell’applicazione sono open source (sia in versione Android che iOS) e possono essere utilizzati e riconfigurati dalle organizzazioni che conducono studi clinici. L’applicazione può anche subire un rebrand.

In questo modo, i dati immessi dai pazienti possono venire direttamente correlati alla cartella clinica elettronica che supporta gli studi clinici o i registri di malattia. Tra le principali caratteristiche dell’applicazione sviluppata dall’Agenzia americana vi son la possibilità di conservare i dati in modo sicuro e conforme ai requisiti del 21 CFR Part 11 e delle altre leggi federali, di modo che i dati possano essere usati ai fini degli studi di Investigational New DrugPossono anche essere configurate diverse aree terapeutiche e diversi tipi di esiti per la salute, in modo da poter supportare anche studi clinici multisito o basati su “distributed database”.

Il punto sugli studi post-approvazione

E’ stato pubblicato su sito di FDA il “FY 2017 Report on the performance of drug and biologics firms in conducting postmarketing requirements and commitments”, che fa i punto su un aspetto, anch’esso correlato alla raccolta di dati real world, sempre più importante delle procedure regolatorie: la sorveglianza post-autorizzazione.

Le procedure regolatorie speciali che portano all’approvazione accelerata, a cui possono accedere i farmaci innovativi,  richiedono infatti che dopo l’ottenimento dell’autorizzazione all’immissione in commercio i titolari mettano in atto una fase di studi osservazionali post-approval di safety ed efficacia volti a meglio caratterizzare il farmaco nel suo uso “sul campo”. Un approccio che è anche fondamentale per i nuovi modelli di sviluppo farmaceutico basati sulla real world evidence, che puntano sempre più ad accorciare le tradizionali fasi di sviluppo clinico su gruppi selezionati di pazienti per privilegiare invece la valutazione del compotamento del farmaco, già approvato, sulla popolazione generale (si veda ad esempio qui e qui).
Il report di FDA considera il problema della sorveglianza post-marketing dal punto di vista dell’autorità regolatoria, che deve assicurare che le aziende portino a compimento e trasmettano al regolatore i report di tutti gli studi richiesti in fase di autorizzazione. Un obiettivo che FDA ha centrato nel 2017 per l’81% degli open post market requirements (PMRs; 1056 su 1298) e il 76% degli open post market commitments (PMCs; 248 su 326).
L’Agenzia americana sta anche smaltendo i “backlog” arretrati; il Center for drug evaluation and research (CDER) nel 2017 ha esaminato il 92% dei PMRs e PMCs (1422/1553), il Center for biologics evaluation and research (CBER) il 76% (71/83).

Le cause dei possibili ritardi

Quando vediamo mancanze nei progressi di un’azienda mettiamo in atto azioni appropriate”, scrive nel suo editoriale il Commissioner di Fda, Scott Gottlieb. L’Agenzia americana fornisce ulteriore supporto e monitoraggio dei fabbricanti, segnalando il raggiungimento o meno delle milestone concordate nei tempi previsti, per assicurare il completamento dello studio. Gottlieb fa anche il punto sulle possibili cause che hanno portato al ritardo nello sviluppo post-marketing del prodotto, a partire da possibili problemi organizzativi che sorgono nel corso dell’esecuzione (come ad esempio la difficoltà ad arruolare i pazienti, o il bisogno di modificare il protocollo sperimentale).
A ciò si aggiunge il possibile impatto della crescente quantità di evidenze scientifiche disponibili, sulla base del quale l’autorità regolatoria potrebbe richiedere al fabbricante ulteriori studi post-approvazione, o un diverso disegno sperimentale di quelli già in corso per tener conto, ad esempio, di problemi di safety che si siano evidenziati nel tempo.