Ieri si utilizzavano diari glicemici cartacei oggi, grazie ad app e a sistemi in grado di comunicare anche in remoto, medico e paziente possono contare su un ecosistema digitale per la gestione dei dati relativi al diabete. Roche Diabetes Care mette a disposizione vari strumenti, affiancando medici e pazienti al fine di trovare soluzioni all’avanguardia per la gestione del diabete.

In particolare, grazie alla collaborazione con l’Università di Bari, è stato messo a punto un algoritmo in grado di analizzare le informazioni di migliaia di pazienti con diabete di tipo 2 per aiutare il medico a prendere le migliori decisioni terapeutiche.

La gestione del diabete diventa smart: strumenti e soluzioni digitali messi a disposizione da Roche Diabetes
La gestione del diabete diventa smart: strumenti e soluzioni digitali messi a disposizione da Roche Diabetes

Il diabete richiede un monitoraggio costante, il che contribuisce a peggiorare ulteriormente la qualità della vita dei pazienti.

Possono l’eHealth o la mHealth, l’utilizzo in ambito medico-sanitario di smartphone e tablet, favorire la normalizzazione della vita delle persone con diabete? Possono app, algoritmi, dispositivi medici aiutare il medico nella gestione del paziente con trattamenti personalizzati? Quale ruolo ha il medico e come si può consolidare, senza snaturare i ruoli, la collaborazione tra medico e paziente? Sono queste alcune delle problematiche discusse al 54° EASD in corso a Berlino, dove Roche Diabetes Care ha fatto il punto della situazione su tecnologia e diabete.

«Grazie agli strumenti e alle soluzioni digitali messi a disposizione da Roche Diabetes Care, in grado di comunicare con diverse tecnologie, intendiamo rendere possibile la raccolta, la contestualizzazione e l’analisi della moltitudine di dati rilevanti per la malattia, in sostegno delle decisioni dei medici, per prevenire o ritardare la progressione della malattia – commenta Massimo Balestri, AD Roche Diabetes Care Italy – Non solo, quindi, strumenti per la misurazione della glicemia, ma una tecnologia che mette i pazienti e i medici nelle condizioni di poter gestire, anche a distanza, e di tenere monitorati i dati glicemici attraverso l’uso di app, algoritmi e cartelle cliniche digitali».

Sensore sottocutaneo per la misurazione in continuo della glicemia

Ne è un esempio il sistema Eversense XL, il primo sensore impiantabile sottocute per la misurazione in continuo della glicemia. Questo sistema è in grado di inviare tutti i dati allo smartphone del paziente che può, a sua volta, condividerli con il proprio medico. Ad oggi è utilizzato da più di 480 persone in Italia.

La cartella clinica diabetologica digitale

La nuova cartella clinica diabetologica digitale è un altro strumento realizzato grazie all’accordo tra Roche Diabetes Care Italy e Meteda. Porterà Smart Digital Clinic a una implementazione in tutti i centri di diabetologia in Italia.

Ad oggi, sono già circa 10.000 gli healthcare professional registrati (diabetologi, endocrinologi, medici di medicina generale etc.) con circa 1.040 punti di accesso in un’unica soluzione di riferimento per i centri in Italia. Si tratta di uno strumento per i diabetologi e i medici che seguono le persone con diabete, caratterizzato da  semplicità d’uso, chiarezza e possibilità di personalizzazione. Dovrebbe contribuire a valorizzare i dati clinici, ottimizzare il tempo della visita e, in ultima analisi, favorire una miglior gestione del paziente.

App per il monitoraggio della glicemia

MySugr, la app più scaricata al mondo di questo genere, offre ai pazienti una serie di strumenti per la gestione quotidiana del diabete direttamente dal proprio smartphone. È un “diario glicemico” capace di connettersi attraverso il bluetooth, con alcuni dispositivi per la misurazione della glicemia e di creare dei semplici report e grafici sull’andamento dei valori glicemici. Permette inoltre di calcolare la quantità di insulina necessaria in una determinata situazione.

Ampliamento dell’accesso all’informazione sulla terapia

La collaborazione Roche Diabetes Care e Novo Nordisk permette, infine, in ordine di tempo, permette di ampliare l’accesso all’informazione sulla terapia, integrando i dati delle connected pen all’ecosistema digitale aperto di Roche.

Un algoritmo per personalizzare il monitoraggio glicemico e la terapia farmacologica

L’Università di Bari, in collaborazione con Roche Diabetes Care, ha deciso di sviluppare un algoritmo in grado di aiutare i medici a prendere decisioni terapeutiche sempre più personalizzate per i pazienti con diabete di tipo 2.

Attraverso l’integrazione delle numerose informazioni derivanti dal monitoraggio glicemico e dai diversi effetti dei farmaci ipoglicemizzanti, l’algoritmo supporta il medico nella scelta del farmaco migliore per ogni paziente, il più efficace per raggiungere l’obiettivo terapeutico prefissato.

«Oggi il medico diabetologo si trova di fronte alla necessità di gestire in tempi brevi tutte le informazioni generate dal monitoraggio glicemico nei pazienti di tipo 2 e di considerare le caratteristiche di efficacia dei tanti farmaci oggi disponibili, per raggiungere l’obiettivo terapeutico desiderato – commenta Francesco Giorgino, professore ordinario di Endocrinologia e direttore della U.O. complessa di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro – L’algoritmo su cui stiamo lavorando con Roche riuscirà a mettere insieme tutte queste informazioni per offrire al medico un quadro più chiaro della malattia del proprio paziente, così da poter gestire in modo personalizzato monitoraggio glicemico e terapia farmacologica».

«Grazie agli investimenti in ricerca e all’attivazione di partnership strategiche, Roche è al fianco dei medici con l’obiettivo di aiutarli a migliorare la gestione del diabete. In particolare, per i pazienti di tipo 2 che rappresenta la vera epidemia del secolo. – commenta Massimo Balestri – Con Giorgino abbiamo subito capito che uno dei problemi del medico è quello di riuscire a gestire, in modo strutturato, le migliaia di informazioni raccolte da questi pazienti. Per questo motivo, siamo orgogliosi di essere al fianco dell’Università di Bari in questo ambizioso progetto».

«L’algoritmo – conclude Francesco Giorgino – potrà offrire indubbi vantaggi sia al medico nella sua pratica clinica quotidiana, sia al paziente nel raggiungimento di un miglior controllo della malattia, sia al Sistema sanitario per una riduzione degli sprechi derivanti dall’utilizzo inadeguato dei presidi e dei farmaci disponibili».

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