L’Hiv (Human Immunodeficiency Virusè un virus a RNA del genere Lentivirus (famiglia Retroviridae). Le principali cellule bersaglio dell’Hiv sono i linfociti T di tipo CD4. Tali cellule svolgono normalmente un’azione centrale nella risposta adattativa ad agenti patogeni e oncogeni. In caso di infezione da Hiv, i linfociti T CD4 non sono più in grado di eseguire il proprio compito. Ne deriva immunodepressione e, quindi, maggior rischio di non poter contrastare le altre infezioni e lo sviluppo di tumori.

hiv e AIDS Fast-Track Cities
La mancanza di consapevolezza e conoscenza dell’infezione da HIV e dell’AIDS costituisce tutt’oggi un grave limite al controllo dell’epidemia

Le vie di trasmissione dell’Hiv sono: ematica, sessuale, materno-fetale.

Dopo un intervallo di tempo che può andare da qualche settimana a qualche mese (periodo finestra), l’individuo che ha contratto l’Hiv sviluppa anticorpi specifici (periodo di sieropositività). L’AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) diventa clinicamente conclamata quando insorgono le malattie indicative di AIDS, che spesso sono infezioni opportunistiche.

Poiché i fattori di rischio di contrarre l’infezione da Hiv sono in gran parte controllabili, la loro conoscenza è una prima arma per contrastare la diffusione della malattia. L’indagine a sondaggio “Is HIV sorted?” rivela il grado di conoscenza del problema Hiv in Europa.

Il sondaggio Is HIV sorted?

Il sondaggio “Is HIV sorted?” è stato commissionato da IAPAC (International Association of Providers of AIDS Care), il partner tecnico centrale della iniziativa Fast-Track Cities e da Gilead Sciences. L’indagine è stata condotta nel giugno 2018 dalla compagnia indipendente di ricerca di market Opinium. Aveva lo scopo di valutare nella popolazione generale le conoscenze, la consapevolezza e la percezione soggettiva della tematica dell’infezione da Hiv e dell’AIDS.

Il sondaggio “Is HIV sorted?” Ha riguardato 24.212 adulti residenti in 9 Paesi dell’Europa occidentale e in 6 dell’est Europa.  In Italia sono state coinvolte 2035 persone di entrambi i sessi e di età compresa tra 18 e 75 anni.

Risultati del sondaggio Is HIV sorted?

L’indagine ha riportato che quasi la metà (43%) degli intervistati residenti in Italia ignorano che l’HIV sia un virus e solo il 37% è in grado di definire in modo corretto la sindrome da immunodeficienza acquisita, mentre circa un quarto dei cittadini (27%) ritiene che HIV e AIDS siano sinonimi.

L’87% dei soggetti adulti non si ritiene a rischio di contagio e il 60% non ha mai eseguito un test HIV, mentre il 40% di coloro che l’hanno eseguito almeno una volta l’hanno fatto più di 5 anni prima.

La mancata percezione del rischio e delle misure di prevenzione si associa anche a un approccio sociale negativo nei confronti delle persone con infezione da HIV. Il 58% degli intervistati, infatti, dice che sarebbe a disagio nel lavorare a fianco di una persona sieropositiva e che esiste la possibilità di contagiarsi a causa di uno starnuto o condividendo del cibo o con un bacio.

Lo stigma, a sua volta, disincentiva il ricorso al test di sieropositività e può frenare le persone sieropositive dall’accedere precocemente alle cure fondamentali che oltre a ridurre la mortalità legata all’AIDS e favorire una aspettativa di vita pressoché normale è uno degli strumenti fondamentali per prevenire la trasmissione di Hiv. Infatti, una terapia antiretrovirale efficace porta a livelli di virus nel sangue non misurabili (soppressione virale) per almeno sei mesi consecutivi e quindi determina la non trasmissibilità del virus dalla persona sieropositiva.

Questo fatto, riassunto nella sigla U=U (Undetectable = Untrasmittable; Non misurabile = Non trasmissibile), è noto soltanto al 16% degli intervistati.

L’attitudine sociale negativa nei confronti delle persone sieropositive pone serie barriere anche all’ottenimento dell’obiettivo 90-90-90 dell’UNAIDS entro il 2020.

L’obiettivo UNAIDS 90-90-90

L’obbiettivo del Joined United Nations Programme on HIV/AIDS (UNAIDS) prevede che entro il 2020 si ottenga che:

  • il 90% delle persone con infezione da HIV siano a conoscenza del loro stato (diagnosticati)
  • il 90% delle persone diagnosticate siano in terapia antiretrovirale
  • e il 90% delle persone in terapia antiretrovirale raggiungano la soppressione della replicazione del virus (terapia efficace).

L’UNAIDS asserisce che ottenere l’obbiettivo 90-90-90 è un mezzo per permettere sia ai Sistemi Sanitari Nazionali sia alle Istituzioni Comunali e Locali di intraprendere azioni virtuose grazie alle quali l’AIDS cessi di essere una criticità sanitaria ed epidemiologica entro il 2030.

La mancanza di consapevolezza e conoscenza nei confronti dell’infezione da HIV (Human Immunodeficiency Virus) e della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) costituisce tutt’oggi un limite al controllo dell’epidemia.

International Association of Providers of AIDS Care (IAPAC)

La IAPAC è un’associazione di clinici e professionisti sanitari che cooperano con molteplici partner stata fondata più di 30 anni fa con l’obiettivo di migliorare l’accesso e la qualità della prevenzione, dell’assistenza, del trattamento e delle iniziative di supporto alle persone con infezione da HIV e altre patologie correlate quali l’epatite virale e la tubercolosi per far sì che l’AIDS cessi di essere una criticità sanitaria ed epidemiologica entro il 2030.

Fast-Track Cities

Nelle città si concentra una larga proporzione dei soggetti con infezione da HIV. Pertanto, nei Paesi ad alto carico epidemico, un intervento selettivo nelle aeree urbane è in grado di influenzare l’andamento dell’epidemia a livello nazionale. Anche nei Paesi con minore prevalenza di infezione da HIV, le città sono sede di residenza di un gran numero di persone appartenenti a popolazioni a maggior rischio di acquisire l’infezione, ma che spesso ricevono una attenzione limitata all’interno dei programmi di prevenzione. Interventi efficaci a livello locale possono modificare anche in questo caso lo sviluppo dell’epidemia.

Il Progetto Fast-Track Cities prevede l’istituzione di una rete di collaborazione globale tra:

  • più di 350 città con alta prevalenza di infezione da HIV,
  • IAPAC (International Association of Providers of AIDS Care),
  • UNAIDS (Joined United Nations Programme on HIV/AIDS),
  • UN-Habitat (United Nations Human Settlements Programme,
  • città di Parigi.

L’iniziativa è stata lanciata in occasione della Conferenza mondiale AIDS del 2014 e permette a comunità urbane di tutto il mondo, sottoscrivendo la dichiarazione di Parigi, di entrare a far parte di un network internazionale virtuoso.

Fast-Track Cities in Lombardia

Dopo Milano, anche il comune di Bergamo firma il protocollo internazionale di Parigi con il supporto delle Associazioni pazienti Emmaus, Arcigay Bergamo, la Melarancia, onlus, Cooperativa di Bessimo, Micaela onlus, Croce Rossa, Cooperativa L’impronta. Bergamo  diventa così la seconda città lombarda aderente al Fast Track Cities.

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