la principale conseguenza della scarsa aderenza è una progressione più rapida del glaucoma e del danno irreversibile
la principale conseguenza della scarsa aderenza è una progressione più rapida del glaucoma e del danno irreversibile

Circa il 45% dei pazienti con glaucoma non segue correttamente la terapia ipotonizzante perché assume meno del 75% della dose prevista. Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista American Journal of Ophthalmology. Altri studi rivelano che a 4 anni dall’inizio della terapia ipotonizzante, il 48% dei pazienti assume soltanto un terzo del dosaggio prescritto, ovvero mette effettivamente il collirio una volta su tre. 

la principale conseguenza della scarsa aderenza è una progressione più rapida del glaucoma e del danno irreversibile
La principale conseguenza della scarsa aderenza alla terapia per il glaucoma è la progressione più rapida della malattia e del danno irreversibile

Il problema dell’aderenza alla terapia è molto diffuso tra i pazienti affetti da glaucoma e in generale tra tutti gli anziani.

Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, i “non aderenti” superano il 70% fra gli anziani, che spesso sono colpiti da diverse malattie e affrontano maggiori difficoltà a seguire le indicazioni del medico. L’11% degli anziani (circa 1.500.000 persone in Italia), infatti, deve assumere addirittura 10 o più farmaci ogni giorno. Proprio per questo è stato depositato un disegno di legge che prevede l’istituzione di una Giornata Nazionale per l’Aderenza alla Terapia, da celebrare il 12 aprile. 

«Quello dell’aderenza alla terapia nei pazienti con glaucoma è un problema estremamente attuale tant’è vero che il numero di pubblicazioni annuali sul tema è praticamente triplicato nel giro di soli 10 anni – dichiara Michele Figus, direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia, dell’Università di Pisa. – I dati che abbiamo sono stati ottenuti utilizzando particolari flaconi che misurano la quantità di collirio somministrato, oppure contando il numero di gocce rimaste nel flacone dopo ogni mese di trattamento, oppure misurando costantemente con una apposita bilancia l’ora di sollevamento del flacone e il suo peso o infine misurando quando e quante volte il flacone veniva capovolto per somministrarsi le gocce».

Dimenticare di mettere le gocce ipotonizzanti non è un problema da poco per i pazienti glaucomatosi: la principale conseguenza della scarsa aderenza è una progressione più rapida del glaucoma e del danno irreversibile.

I motivi della scarsa aderenza alla terapia per il glaucoma

I motivi della scarsa aderenza sono numerosi e di diversa natura. Il principale ostacolo è innanzitutto di natura psicologica. Poiché la terapia anti-glaucomatosa è un trattamento conservativo e non migliorativo della visione, i pazienti non riescono ad apprezzare i benefici di una corretta aderenza.

«Il paziente glaucomatoso – spiega Michele Figus – presenta generalmente un buon visus e la terapia ipotonizzante non migliora questa condizione ma anzi può causare alcuni effetti collaterali quali bruciore, annebbiamento, sensazione di corpo estraneo, arrossamento degli occhi per cui il paziente è portato a pensare che la terapia non sia efficace ma che anzi sia peggiorativa della sua condizione»

Altro ostacolo all’aderenza terapeutica è la difficoltà dei pazienti ad instillare i colliri in modo corretto. Si tratta spesso di persone anziane affette da disabilità che purtroppo hanno difficoltà a maneggiare flaconi piccoli e difficili da comprimere. In questo senso la presenza di un caregiver che aiuti il paziente a somministrare correttamente il collirio è di fondamentale importanza ma, purtroppo, non sempre possibile.

Formulazione orale della terapia complementare antiossidante

Anche se l’incremento della pressione intraoculare rimane a tutt’oggi il più importante e ben documentato fattore di rischio associato all’insorgenza e alla progressione del glaucoma, le più recenti ricerche hanno evidenziato una origine neuronale della malattia, con la degenerazione delle cellule gangliolari della retina. Per questo si sta facendo strada un nuovo approccio di neuroprotezione che affianca alla classica terapia ipotonizzante anche quella anti-ossidante con molecole come il Coenzima Q10. Il Coenzima Q10 si somministra in gocce come terapia complementare di quella ipotonizzante ma di recente, proprio con l’obiettivo di facilitare la compliance, è stata introdotta anche la formulazione orale.