L'HIV non rilevabile non è trasmissibile
L'HIV non rilevabile non è trasmissibile

Dai dati dello studio Partner emerge che l’HIV non rilevabile non è trasmissibile.

«U=U, Undetectable=Untransmittable, ossia Non rilevabile=Non trasmissibile. Un acronimo per sintetizzare che un partner positivo ma con viremia non rilevata perché controllata da farmaci antiretrovirali non trasmette l’infezione a un partner sieronegativo» – sottolinea Andrea Antinori, coordinatore Direzione ICAR (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research) e autore dello studio Partner.

L'HIV non rilevabile non è trasmissibile
L’HIV non rilevabile non è trasmissibile. Il congresso ICAR è stato il primo consesso nazionale a trattare il tema U=U, con una tavola rotonda del 7 giugno 2019, alla quale hanno preso parte clinici, community e pazienti

Le nuove terapie per contrastare l’AIDS stanno mutando drasticamente le caratteristiche del contagio. Secondo i risultati dello studio Partner, chi fa un uso corretto e regolare delle cure antiretrovirali necessarie, infatti, ha un rischio di trasmettere l’infezione da HIV pari a zero. Ciò non implica che si possa abbassare la guardia, anche perché queste terapie non proteggono da altre malattie sessualmente trasmissibili; tuttavia diventa possibile superare lo stigma e affrontare con paradigmi nuovi il tema della prevenzione dell’infezione e dello stop dell’epidemia.

Con la formula U=U, Undetectable=Untransmittable, ossia Non rilevabile=Non trasmissibile, si vuole sintetizzare un’importante evidenza scientifica frutto di una ricerca da poco pubblicata su Lancet, lo studio Partner, durato 8 anni, che vede tra gli autori Andrea Antinori.

«Questo studio ha dimostrato che su un totale di oltre 76mila rapporti senza preservativo tra coppie omosessuali siero-discordanti, ossia con un partner HIV positivo ma con viremia non rilevabile perché controllata da farmaci antiretrovirali e con un partner sieronegativo, la trasmissione dell’infezione è risultata pari a zero, pur senza assumere PrEP» – spiega Antinori.

Lo studio Partner peraltro non è l’unica ricerca che dimostra questo concetto: «Possiamo pertanto affermare che chi è HIV positivo, ma prende regolarmente la terapia e ha una viremia stabilmente soppressa può avere rapporti sessuali non protetti, sia eterosessuali che omosessuali, con partner sieronegativo, senza avere alcun rischio di infettarlo. Questa notizia è direi rivoluzionaria perché le persone sieropositive in cura non sono più fonte di contagio  e possono affrontare più serenamente la comunicazione della loro sieropositività con il proprio partner sessuale» – aggiunge Antonella D’Arminio Monforte, uno dei quattro Presidenti del Congresso di Milano ICAR 2019.

Implicazioni dell’espressione U=U

Il tema U=U costituisce una novità rilevante tanto sotto il profilo epidemiologico quanto sotto quello sociale, anche perché stravolge l’impostazione di molte campagne di sensibilizzazione e prevenzione. In termini di sanità pubblica è la dimostrazione più evidente che la TasP (Treatment as Prevention) funziona e che l’estensione della terapia a tutte le persone con HIV è uno strumento ottimale nel controllo dell’epidemia. Inoltre, dato che “non rilevabile è non trasmissibile”, la paura, lo stigma, le discriminazioni, l’emarginazione possono essere finalmente archiviati come cose del passato.

Nonostante la portata rivoluzionaria di questo studio, le precauzioni, prima tra tutte l’uso del profilattico rimangono uno strumento imprescindibile per  ridurre il rischio di trasmissione di HIV e di altre malattie sessualmente trasmissibili con un partner che non si conosce.

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