La sindrome di Dravet comporta epilessia resistente ai farmaci
La sindrome di Dravet comporta epilessia resistente ai farmaci

La sindrome di Dravet (DS o epilessia mioclonica severa dell’infanzia) è un’encefalopatia epilettica refrattaria, comporta infatti una grave forma di epilessia farmaco resistente. È associata a diversi altri disturbi come difficoltà del linguaggio, ritardo psicomotorio, problemi ortopedici e della deambulazione, disturbi del sonno e problematiche comportamentali. È stata descritta la prima volta nel 1978.

La sindrome di Dravet   comporta epilessia resistente ai farmaci
La sindrome di Dravet comporta epilessia farmacoresistente

La causa della sindrome di Dravet è generalmente una mutazione del gene SCN1A (2q24.3), che codifica per il la subunità 1-α del canale ionico del sodio voltaggio dipendente di tipo 1 (Nav1.1). Questo canale del Na si trova in tutto il SNC e soprattutto negli interneuroni inibitori della neocorteccia e dell’ippocampo. Si pensa che la ridotta inibizione di queste aree, dovuta alla disfunzione del canale del sodio causata dalla mutazione del gene SCN1A, determini le crisi.

Più di cinquecento mutazioni di SCN1A sono risultate associate alla sindrome di Dravet distribuite casualmente su tutto il gene. Non è stata individuata alcuna correlazione tra il quadro fenotipico (del quale esiste un ampio spettro) e il tipo di mutazione.

Nella maggior parte dei casi si tratta di una mutazione de novo, cioè non ereditata dai genitori. Almeno un quarto dei pazienti con la sindrome di Dravet ha però familiarità per l’epilessia o le convulsioni febbrili. Nel 5-10% dei casi è stata individuata possibile familiarità con mutazioni gametiche o mosaicismi: in altri membri della famiglia possono presentarsi lievi fenotipi compatibili con lo spettro della sindrome di Dravet; la trasmissione della mutazione da parte di genitori sani o con lievi segni dalla DS può trovare ragione nella presenza di mutazioni somatiche o germinali.

La Sindrome di Dravet si manifesta nella metà circa dei neonati altrimenti sani con mutazioni a carico del gene SCN1A. È più comune nei maschi (rapporto 2:1 rispetto alle femmine).

Segni e sintomi della sindrome di Dravet

La sindrome esordisce nel primo anno di vita con crisi epilettiche cloniche/toniche-cloniche, monolaterali e generalizzate che si verificano ogni 1-2 mesi e sono spesso associate a febbre. Durante i primi stadi della malattia, l’elettroencefalogramma risulta normale.

La stimolazione con luce intermittente, la chiusura degli occhi e i cambi di temperatura sono fattori scatenanti le crisi.

Nel secondo e nel terzo anno di vita si manifestano altri tipi di crisi (mioclonie, assenze atipiche, crisi parziali complesse) caratterizzati da minor durata ma maggiore frequenza. In questo periodo compaiono anomalie dell’EEC (onde appuntite, con più punte generalizzate).

Nelle fasi successive della vita, si assiste alla transizione delle crisi a eventi convulsivi notturni con crisi tonico-cloniche generalizzate brevi.

Dopo i 10 anni di età, il rischio di crisi prolungate è minimo; si riducono o scompaiono le crisi non convulsive.

La DS comporta anche:

  • ritardo dello sviluppo psicomotorio,
  • disturbi del comportamento,
  • atassia,
  • inappetenza,
  • disfunzioni del sistema autonomo e di quello endocrino,
  • fotosensibilità.

In alcuni casi, poi, le crisi provocano un grave rischio per la vita, dato che possono determinare uno stato di male epilettico (crisi che si ripetono senza recupero o crisi prolungata, oltre i 30 minuti).

Le persone con sindrome di Dravet possono essere colpite dalla morte improvvisa e inaspettata in epilessia (SUDEP). Questo rischio, insieme alle altre problematiche elencate, ha un enorme impatto sulle famiglie che convivono quotidianamente con la malattia

Previsione del decorso della malattia

Secondo uno studio realizzato dal Meyer di Firenze, si può ipotizzare la gravità e l’evoluzione clinica della Sindrome di Dravet in base all’età di esordio delle prime manifestazioni cliniche. Se le prime crisi avvengono entro i 6 mesi di vita, si avrà quasi certamente una forma grave; se le crisi esordiscono dopo il 6° mese, si riduce il rischio di avere una firma grave. L’esordio delle crisi dopo il 12° mese corrisponde invece allo sviluppo di una forma nettamente più lieve della sindrome.

Trattamento della sindrome di Dravet

A quarant’anni dalla descrizione della malattia, non esiste una cura risolutiva per la sindrome di Dravet.

Le crisi epilettiche causate da questa sindrome non rispondono ai farmaci antiepilettici. Alcuni di questi, come carbamazepina, fenitoina, lamotrigina, oxcarbazepina, rufinamide e vigabatrin, possono addirittura peggiorare il quadro clinico in quanto agiscono sui canali del Na.

Valproato e benzodiazepinici (clobazam) sembrano essere più efficaci e sono utilizzati come trattamenti di prima linea anche se le evidenze su questi farmaci nella DS sono limitate e la loro efficacia risulta modesta nel ridurre la frequenza e la severità delle crisi. Sono perciò spesso associati ai medicinali di seconda linea: topiramato e stiripentolo.

Il cannabidiolo in soluzione orale è stato approvato negli Stati Uniti dall’FDA per il trattamento delle crisi epilettiche associate alla DS in pazienti dai 2 anni.

Associazioni di pazienti Dravet

La sindrome di Dravet condiziona la vita di intere famiglie, che ogni giorno mettono in campo forze enormi per fare fronte a questa complessa e distruttiva patologia e per regalare ai propri figli scampoli di vita.

Negli ultimi quindici anni, diverse associazioni o fondazioni Dravet sono state fondate in numerosi paesi. Esse rappresentano un grande sostegno per le famigliecolpite dalla sindrome. In Europa, le organizzazioni si sono riunite nella Federazione europea della sindrome di Dravet (DSEF) e lavorano insieme per migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.

Il Gruppo Famiglie Dravet è affiliato al DSEF e si occupa di sostenere le famiglie italiane interessate dalla malattia mediante progetti finalizzati alla creazione di un network nazionale di sostegno, all’inserimento scolastico, allo sviluppo di terapie riabilitative specifiche per la sindrome.