In attesa della finalizzazione del nuovo programma quadro europeo per la ricerca Horizon Europe, che delineerà i campi su cui focalizzare l’attenzione fino al 2027, un nuovo appello alle istituzioni europee affinché siano previsti meccanismi di finanziamento che permettano di rinforzare le collaborazioni tra pubblico e privato è stato pubblicato con una nota congiunta firmata da Efpia, la federazione europea delle associazioni dell’industria farmaceutica, insieme agli European Institutes for translation medicine (Eatris), l’organizzazione intergovernativa Elixir, che raccoglie in un network varie risorse europee nel campo delle scienze della vita, la rete europea delle biobanche Bbmri e lo European Clinical research infrastructure network (Ecrin).

Un uso più razionale delle infrastrutture europee

L’appello lanciato dalle organizzazioni coinvolte da vari punti di vista nel processo di sviluppo di un nuovo farmaco è volto a far sì che i meccanismi di finanziamento che andranno a formare la base di Horizon Europe siano tali da capitalizzare gli investimenti già fatti in passato. Obiettivo che secondo le associazioni firmatarie potrebbe essere raggiunto attraverso incentivi più espliciti che spingano, ove appropriato, a far uso della rete delle Infrastrutture europee per la ricerca all’interno di tutti i nuovi progetti che saranno finanziati dall’Unione Europea. Rete che è stata realizzata a partire dai primi anni 2000, e che si è sviluppata in parallelo alla Innovative Medicines Initiative (IMI), quest’ultima modello a livello mondiale di partnership pubblico-privato nel campo della ricerca per la salute.
La combinazione di questi due fattori ha permesso di sviluppare il potenziale traslazionale della ricerca volto a trasformare la scienza in nuovi trattamenti terapeutici. Un ultimo passo sarebbe però ancora necessario, sottolinea la nota congiunta, per giungere a definire un nuovo percorso che porti ai pazienti un numero sempre maggiore di nuovi trattamenti: un sistema fortemente interconnesso tra sanità e ricerca, università e industria.

Tre azioni per raggiungere l’obiettivo

Sono tre le azioni proposte dalla nota congiunta per supportare la creazione di questo ecosistema, a partire dallo sviluppo di standard comuni e strumenti interoperabili che permettano di condurre le attività di ricerca in modo più standardizzato ed efficiente. Le infrastrutture coinvolte nello sviluppo di tali standard, è la proposta, dovrebbero ricevere finanziamenti adeguati e agire quali provider preferenziali di servizi all’interno dei progetti finanziati da fondi Ue. La sostenibilità dell’ecosistema così costruita permetterebbe di preservare nel tempo i risultati ottenuti, e di basare su di essi ulteriori sviluppi di qualità elevata. Le collezioni di dati e di campioni biologici, gli strumenti analitici, le metodologie e il network per gli studi clinici sono alcune delle possibili aree che potrebbero venire messe a fattore comune. Per ultimo, le partnership pubblico-privato sono viste quale importante strumento abilitatore della ricerca traslazionale. Si potrebbe così giungere a sviluppare nuovi modelli di open collaboration tra infrastrutture, sistemi sanitari e comunità di ricercatori.