Alcune Regioni chiedono risarcimenti per il caso bevacizumab – ranibizumab a Novartis e a Roche dopo le sentenze del Consiglio di Stato che hanno respinto i ricorsi delle due case farmaceutiche.

Alcune Regioni chiedono risarcimenti per il caso bevacizumab - ranibizumab a Novartis e a Roche
Alcune Regioni chiedono risarcimenti e commentano le sentenze del Consiglio di Stato sulla vicenda Avastin – Lucentis

Secondo quanto riportato da “la Repubblica”, oltre a Veneto e Toscana, anche Lazio e Piemonte avrebbero annunciato l’intenzione di intentare cause civili per il risarcimento del danno e della differenza di spesa sostenuta per l’uso di ranibizumab al posto di bevacizumab nel trattamento della maculopatia.

La dichiarazione della Regione Veneto sulle sentenze del Consiglio di stato in merito alla vicenda Avastin – Lucentis

Il comunicato stampa N° 1172 del 17/07/2019 della Regione Veneto riporta che:

«Questa è una doppia vittoria, prima per la sanità del Veneto, poi perché lo Stato, dopo anni, ha fatto tesoro del nostro esempio. La scelta del Veneto sulla farmacoequivalenza tra Avastin e Lucentis a favore del meno costoso ma, a giudizio dei nostri valenti specialisti, efficace Avastin risale al 2011. Oggi che il Consiglio di Stato ha sentenziato che su questi due farmaci fu fatto cartello da due Aziende farmaceutiche siamo pronti a chiedere la restituzione di quanto speso ingiustamente in più. L’Avvocatura regionale è sul pezzo già dal marzo 2014.

Lo annuncia il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, in relazione alla svolta data dal Consiglio di Stato all’annosa disputa sull’uso di uno di questi due farmaci per curare la maculopatia, una patologia degenerativa dell’occhio. In sostanza, la Regione, sostenuta da evidenze cliniche e scientifiche, ha sempre rilevato che l’Avastin, enormemente meno costoso rispetto al Lucentis, era efficace contro tale malattia, anche se registrato per altre patologie.

Ora la sentenza del Consiglio di Stato – dice Zaia – ci permette di mettere un punto fermo anche sui danni causati fino all’ultimo euro, cioè alla data di questo pronunciamento. I nostri legali hanno avviato il lavoro per quantificare il danno, procedura tecnicamente non semplice. Una volta conclusa l’attività di quantificazione, chiederemo indietro ogni euro che i nostri cittadini abbiano dovuto spendere (perché i fondi della sanità sono soldi della gente, pagati dalla gente con le tasse nazionali) senza giustificato motivo. Una prima stima di massima per 15,2 milioni di euro in più, solo tra il 2010 e il 2013 – ricorda Zaia – fu fatta nel marzo 2014, quando interessammo l’Avvocatura per studiare un’azione risarcitoria. Male non fare, paura non avere – conclude Zaia – quindi ora andremo avanti su questa via».

La dichiarazione della Regione Toscana sulle sentenze del Consiglio di stato in merito alla vicenda Avastin – Lucentis

In un comunicato stampa Giunta regionale Toscana si legge:

«La Regione Toscana intraprenderà un’azione legale di tipo civile nei confronti delle aziende farmaceutiche Roche e Novartis, per avere un risarcimento di oltre 43 milioni, peraltro già richiesto con una diffida inviata alle due aziende nel febbraio scorso, per la vicenda dei farmaci Avastin e Lucentis, per la cura di una patologia oculistica, la degenarazione maculare senile.

Lo ha annunciato stamani il presidente Enrico Rossi, in apertura del consueto briefing settimanale con i giornalisti. La decisione della Regione, a seguito di due sentenze del Consiglio di Stato, che confermano la sanzione di oltre 180 milioni comminata dall’Antitrust alle due aziende.

La vicenda risale al febbraio 2014, quando l’AGCM (Autorità garante della concorrenza e del mercato) aveva deliberato che le società Roche e Novartis avevano posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza, in violazione della normativa antitrust comunitaria, al fine di favorire, con mezzi e finalità illecite, l’uso esclusivo nelle aziende sanitarie del più costoso farmaco Lucentis (550 euro a iniezione), scoraggiando l’impiego del più economico Avastin (20-30 euro a iniezione); l’AGCM aveva sanzionato le due società con oltre 180 milioni di euro (90 milioni ciascuna). Le ditte avevano fatto ricorso al Tar del Lazio, che lo aveva respinto. Analogo pronunciamento da parte del Consiglio di Stato e della Corte di giustizia europea. Ora il Consiglio di Stato ha emesso due sentenze che confermano la sanzione dell’Antitrust (184 milioni) per Novartis e Roche.

Nel febbraio 2019, la Regione Toscana aveva inviato alle due aziende farmaceutiche una richiesta di risarcimento danni-diffida per complessivi 43 milioni (oltre 39 per danno patrimoniale e quasi 4 per danno non patrimoniale), specificando anche l’IBAN della Regione sul quale fare il versamento (o, in alternativa, gli IBAN di tutte le aziende sanitarie e ospedaliero universitarie). Versamento che però non è mai stato fatto. Ora, alla luce della sentenza del Consiglio di Stato, la Regione intraprenderà l’azione legale.

Il pronunciamento del Consiglio di Stato ci conforta, e conferma il quadro di un danno al servizio sanitario – ha detto il presidente Rossi – Per questo ho dato mandato alla nostra avvocatura di intraprendere un’azione legale di tipo civile perché queste due aziende ci rifondano, per danno patrimoniale e non. Sono assolutamente convinto che l’industria farmaceutica sia importantissima in un Paese, senza l’industria farmaceutica che investe, non ci sarebbero ricerca e miglioramento delle cure. È giusto quindi che la ricerca vada finanziata. Ma è altrettanto giusto combattere quelle situazioni di monopolio, da cui le aziende traggono vantaggio, a danno del servizio sanitario. Laddove è possibile, a parità di efficacia, usare il farmaco che costa meno, va usato quello. In fondo – ha ricordato infine Rossi – questa vicenda non è molto diversa da quella, recente, dei farmaci oncologici che non si trovano: quando si introduce sul mercato un farmaco nuovo, che costa di più, non si trovano più quelli vecchi, che costano meno, ma hanno uguale efficacia».

La Regione Emilia Romagna commenta le sentenze del Consiglio di stato in merito alla vicenda Avastin – Lucentis

Nel comunicato stampa del 16/07/2019, la Giunta Regionale – Agenzia di informazione e comunicazione (Prot. N. 569/2019) dichiara soddisfazione:

«Con la sentenza del Consiglio di Stato e la conferma della condanna per le due case farmaceutiche Roche e Novartis, si chiude definitivamente il caso Avastin-Lucentis, che ha visto la Regione Emilia-Romagna protagonista di una battaglia durata dieci anni. Condotta in nome della salute dei cittadini e dell’uso corretto e oculato delle risorse pubbliche.

Cala il sipario su una vicenda che in tutte le tappe giudiziarie ha visto confermata la nostra tesi: era ed è giusto erogare nelle strutture pubbliche, come abbiamo fatto noi, questo medicinale efficace nella cura della maculopatia retinica e dal costo di quaranta volte inferiore a quello di altri farmaci. – Così l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, commenta il pronunciamento del Consiglio di Stato, che fa seguito a quello della Corte di Giustizia dell’Unione europea.

Una battaglia lunga e complicata, che finalmente giunge al termine con la conferma che era non solo giusta, ma anche doverosa – aggiunge Venturi. – Per primi in Italia ci siamo battuti per arrivare a questo risultato, non possiamo che essere soddisfatti e orgogliosi della nostra scelta. E viene ancora una volta ribadito quanto da sempre abbiamo sostenuto: un farmaco è sì un prodotto dell’industria, ma ancor prima un bene essenziale per la salute.

Già la Corte europea, infatti, con una sentenza del 2018 aveva stabilito la legittimità della presa in carico, da parte del Servizio sanitario nazionale, dei costi di un medicinale ‘off label’ pur in presenza, per la stessa indicazione terapeutica, di un medicinale ‘ad hoc’. Ma la questione risale al 2009, quando la Regione Emilia-Romagna decise, prima in Italia, di erogare nelle strutture sanitarie pubbliche l’Avastin, farmaco efficace nella cura della maculopatia retinica, anche dopo l’immissione in commercio del Lucentis, medicinale sempre impiegato per la cura della maculopatia retinica ma dal costo molto maggiore.
Per un unico, fondamentale motivo: perché consentiva e consente, a parità di condizioni di efficacia e sicurezza, una significativa riduzione della spesa farmaceutica a carico del servizio pubblico, tutelando al tempo stesso la libertà di scelta terapeutica da parte dei professionisti. Le disposizioni attuate dall’Emilia-Romagna hanno consentito, dal 2009 ad oggi, un risparmio per il Servizio sanitario regionale di circa 4,2 milioni l’anno, evitando alla Regione di dover avviare oggi, a seguito delle sentenze, delle onerose e complesse procedure di risarcimento.

Ora viene chiarito senza alcun margine di dubbio – chiude Venturi – ciò che abbiamo sempre sostenuto: l’utilizzo di Avastin offlabel, cioè per un uso diverso da quanto previsto dalle indicazioni di registrazione, nel trattamento della maculopatia degenerativa nelle strutture sanitarie della regione è pienamente legittimo».